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Sig. Giampaolo,
in qualità di chirurgo operatore di sua figlia vorrei precisare cordialmente quanto segue.
Al mattino dell'intervento sua moglie ha salutato la ragazza con me presente.
Quando la paziente viene trasportata in reparto dopo un intervento chirurgico, il personale infermieristico deve: verificare le condizioni cliniche del paziente, verificare la cartella clinica, instaurare la terapia dopo aver valutato i parametri cardiocircolatori (P.A. ecc.). Tutto questo va eseguito in assoluta tranquillità per mantenere un corretto livello di assistenza. La presenza indiscriminata dei parenti al mattino, oltre a interferire nel lavoro del personale medico ed infermieristico, abbassa il livello igienico del reparto sui pazienti operati e su quelli che debbono essere trasportati in sala operatoria.
Una divisione di chirurgia che effettua una media 15 interventi al giorno, ha l'obbligo di rispettare i canoni di una corretta assistenza abbassando il più possibile i fattori di rischio.
Nella mattinata io stesso, insieme all'infermiere, dopo l'intervento son passato a verificare le condizioni di sua figlia, cosa che ho ripetuto nel primo pomeriggio dove ho avuto modo di tranquillizzare la paziente e sua moglie sull'esito dell'intervento. Comunque mi creda, dopo aver operato per anni presso la Divisione di Cardiochirurgia dell'Ospedale San Camillo, e della Chirurgia Vascolare dell'Idi, sto raggiungendo ottimi risultati nella Clinica Guarnieri per l'ottima professionalità, competenza e umanità del personale infermieristico. Pensi dunque al risultato operatorio e all'assistenza che ritengo essere stato soddisfacente per una patologia vascolare congenita che, come lei sa, viene trattata con competenza in rarissime strutture ospedaliere in Italia con l'apporto determinate del personale infermieristico e della Caposala.