Dettagli Recensione
Struttura pessima
Mia madre, dopo circa 60 giorni di ricovero in questa struttura, finalmente uscirà a breve.
Chiaramente uscirà in condizioni pessime rispetto alla sua entrata, avvenuta circa due mesi fa.
Mi a madre, con problemi di Alzheimer, non è stata seguita affatto dal punto di vista fisioterapico, in quanto con il suo stato psichico spesso non voleva effettuare gli esercizi di riabilitazione.
Nessuno ha mai cercato di convincerla e spingerla a fare la riabilitazione per cui, quando andava in palestra, non voleva fare gli esercizi e i fisioterapisti, guidati da un responsabile, il quale dopo un incontro avuto con mia sorella, ha detto di essere un consulente della casa di cura, la riportavano in camera.
Vi pare una cosa possibile? come a dire che un bambino non vuole mangiare e quindi lo lasciamo morire.
Ho preso la decisione di non mandare più mia madre a fare fisioterapia, in quanto inutile e perchè lei non è voluta più andare in palestra in quanto spaventata. Chiaramente non ho idea di cosa le sia mai accaduto e lei non è riuscita a spiegarmi.
Mia madre attualmente non cammina se non con il deambulatore, ma pochissimi passi e con molto dolore muscolare; questo a riprova del fatto che è stata lasciata un mese circa immobile al letto e il muscolo si è atrofizzato.
Non posso immaginare che lei non cammini più, ecco perchè mi sono mosso con le istituzioni per denunciare tutto ciò e qualcuno pagherà prima o poi.
Questa mia esperienza spero sia utile per coloro che avranno la sfortuna di essere trasferiti in questo posto, e in questo modo possano rifiutare il ricovero.
N.B. ultima nota, a mia madre è stato rubato quanto segue:
- 1 orologio da polso swatch
- 3 bottiglie di acqua la prima volta
- 1 pacco di biscotti
- 1 bottiglietta di tè
- 1 tavoletta di cioccolato
- 3 bottiglie di acqua proprio ieri 2 novembre
TUTTO QUESTO E' VERAMENTE TERRIBILE!!!
Alzheimer.
Commenti
Sono un dipendente di questa struttura sanitaria e non amo rispondere a tali commenti e opinioni senza un confronto diretto, ma in qualità di professionista sanitario e ancor di più Infermiere mi sento in dovere di adottare e prendere le distanze da tali attacchi puramente “soggettivi” in base all’operato dei miei colleghi (Infermieri, Medici, Fisioterapisti, ecc..).
Premesso che sono molto critico e pignolo nel mio lavoro e molte volte ho espresso osservazioni anche negative sulle modalità organizzative della struttura dove opero -questo solamente per far capire che non scrivo per difendere nessuno- ma tantomeno per far passare il messaggio negativo a chi legge che in questa struttura si pecchi di sensibilità, umanità e professionalità.
Partendo dal fatto che la sanità pubblica e privata italiana sta subendo oramai da qualche anno un tracollo e che le risorse umane messe a disposizione sono allo stremo, sicuramente colpa di una politica sbagliata e fatta di leggi e decreti che di certo non salvaguardano ne il professionista sanitario ne tanto meno l’assistito ma nonostante tutto l’operato di tanti professionisti rimane centrato in un range ottimale. Il lavoro svolto quotidianamente dalle varie figure professionali ((Infermieri, Medici, Fisioterapisti, figure di supporto, ecc..) all’interno della Casa di Cura è al di sopra di tutto ciò che una legge, o un provvedimento impedisce nel prestare un’adeguata assistenza ad ogni singola persona.
Conclusa la premessa voglio solamente commentare gli ultimi post dove si narrano gli episodi spiacevoli accaduti alla paziente affetta da malattia di Alzheimer.
Senza nulla togliere e insegnare all’inserzionista, trovo poco chiari i concetti da lui espressi, come per esempio: “come a dire che un bambino non vuole mangiare e quindi lo lasciamo morire” , partendo da qui cercherò di spiegare brevemente il concetto perché non è la stessa cosa nei confronti di un soggetto affetto da patologia cronico degenerativa.
Il bambino in condizioni fisiologiche può rifiutare di alimentarsi attraverso un comportamento di autoregolazione, spesso il problema sta nella differenza fra quello che il bambino mangia e quello che il genitore vorrebbe che lui mangiasse e quindi vi è una “normalità” nel comportamento del bambino. Il bambino non si lascerà mai morire di fame! Ma ritengo del tutto giustificata la preoccupazione di un genitore.
L’Alzheimer invece comporta la degenerazione di facoltà mentali, affettive, emotive, comportamentali e di personalità. Tali sintomi pregiudicano le normali attività sociali del malato, portando ad un deterioramento delle qualità della vita e purtroppo anche nella autonomia.
Nel paziente con Alzheimer il rifiuto e la scarsa collaborazione diviene una costante, specialmente nella ospedalizzazione la patologia porta ad un declino cognitivo (ovviamente a seconda del soggetto) portando spesso il paziente ad avere comportamenti ostili verso ogni contatto benefico, nel caso della signora forse verso la fisioterapia come è stato citato: “in quanto con il suo stato psichico spesso non voleva effettuare gli esercizi di riabilitazione”. Comunque ritengo anche nel suo caso giustificata tutta la sua preoccupazione!
Detto questo, bisogna prendere in considerazione che ogni paziente necessità di un percorso curativo-assistenziale individuale, questo è reso possibile solo attraverso dei piani multidisciplinari e interdisciplinari coinvolgendo più specialità e più professionisti, in tempi e modalità diverse e successive. In poche parole ogni paziente ha bisogno di un arco di tempo differente nel processo di recupero o nel mantenimento delle facoltà residue. Assicurare la continuità e il coordinamento dell’assistenza e cura di qualsiasi natura, ridurre al minimo i rischi per i pazienti e di cercare di migliorare gli esiti. Facendo presente che nel ricovero, previsto istituzionalmente con 60 gg di degenza, posso assicurare con gran rammarico che in molti casi è veramente complesso raggiungere gli obiettivi terapeutici-assistenziali prefissati in quanto determinate patologie come nel caso dell’Alzheimer correlato ad altri eventi, rendono il percorso molto più difficoltoso.
La mia vuole essere solamente una brevissima precisazione su quello che comporta la malattia in questione, ci tenevo a rispondere in prima persona, poiché conosco i miei colleghi che ogni giorno lavorano per raggiungere un solo obiettivo… il benessere di ogni singolo paziente!
Questa voleva essere solo una piccolissima nota su tutte le preoccupanti dichiarazioni pubblicate che restano comunque molto soggettive e intaccano le nostre conoscenze e competenze, ritenendo corretto nel difendere chi ogni giorno presta la propria professionalità all’interno della Casa di Cura e che non si riconosce in tali affermazioni.
Assurdo!!!
Il reparto era tenuto in modo più che decoroso e le mie richieste fatte a medici ed infermieri sono state sempre accolte e soddisfatte dove possibile.
Ovviamente tutto può essere migliorato, ma nel complesso il reparto ed l'assistenza mi sono sembrate sopra la media di altri reparti anche ospedalieri.
Altri contenuti interessanti su QSalute