Dettagli Recensione
Pronto soccorso Campus
Ho portato via mio marito dal pronto soccorso del Campus con ambulanza in struttura privata, dopo vi che era tornato per la seconda volta per polmonite.
Considerate che la prima volta era arrivato il 31 dicembre, aveva aspettato 4 notti in pronto soccorso per finire in Medicina d’urgenza, dove mi avevano annunciato che ci sarebbe stato un mese date le sue condizioni gravi. Alla fine ci mandarono a casa dopo 13 giorni in tutta fretta, dicendo che ormai era guarito e che per tutte le problematiche respiratorie di cui già soffriva nulla si poteva fare di più. Nel frattempo ci era stato assegnato ossigeno H/24. Inutile dire che tutte le informazioni venivano date con aria di sufficienza, tranne che da un paio di medici. Mio marito torna a casa e già la sera stessa ha la febbre a 38. E’ venerdì sera e decidiamo di far passare il weekend, tanto in ospedale non ci avrebbe dato retta nessuno. Chiamo lunedì il reparto per avvertire di questa febbre e mi viene detto che devo rivolgermi al medico di base (che ognuno facesse il suo lavoro!). Eseguo, il medico mi aveva già prescritto l'antibiotico. Ci prescrive inoltre analisi e Rx a domicilio, ma mercoledì la febbre arriva a 40. Allora io richiamo il 118 che ci porta al Campus. Diagnosi: polmonite. Bisogna aspettare il letto. Mio marito, già sofferente, mi chiede di portarlo via. Arriviamo in altra struttura, dove subito girano e rigirano mio marito e soprattutto evincono che la polmonite non era fresca di giornata, ma che persisteva da diverso tempo... In pratica NON doveva essere dimesso. Siamo stati pressati per lasciare il letto e addirittura si sono fatti dare il telefono della società che consegna l’ossigeno a domicilio perché volevano sollecitare la consegna dell’ossigeno a casa nostra (così non avevamo motivo di restare in ospedale).
Morale: mio marito, con già gravi patologie dell’apparato respiratorio, era tornato a casa senza essere guarito dalla polmonite con assegnato ossigeno H/24 e nel giro di poche ore era febbricitante. Tempo qualche giorno e la febbre è salita a 40 (nonostante le cure del medico di base) e con 118 mio marito è ritornato in pronto soccorso al Campus Biomedico in attesa del letto con diagnosi di polmonite.
Non restava che portarlo via per non lasciarlo in pericolo di vita.
Grande delusione e amarezza, empatia scarsa. Evitare questo PS.
Commenti
Grazie.
Fortunatamente abbiamo delle assicurazioni sanitarie che ci consentono questo. Non dovrebbe funzionare così e mi rendo conto che negli ospedali c'è anche carenza di personale ma non può' essere una giustificazione la carenza di gentilezza ed empatia, e soprattutto al Campus c'è stata carenza di professionalità. Mio marito ora sta facendo riabilitazione sia motoria che respiratoria, era tornato a casa con ossigeno H24 per la vita volume 4, quindi anche estremamente demoralizzato ed io spaventata e preoccupata. Ora l'ossigeno lo usa a bisogno, come prima di entrare al Campus.
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