Dettagli Recensione
Comunicazione con i familiari dei pazienti fragili
Mio padre, di 85 anni, è stato traferito i primi di dicembre 2020 nella sezione post acuzie di Villa Verde a seguito di frattura del femore dal PTV Torvergata, dove ha subìto un intervento il 27 novembre 2020, riuscito brillantemente.
Le sue condizioni di salute erano buone, non presentava patologie pregressa, i valori tutti nella norma, era ipoudente e accusava sintomi di demenza senile per cui necessitava di terapia farmacologica.
Il giorno stesso che è stato trasferito a Villa Verde in serata ci hanno avvisati che era tato inviato con ambulanza presso un'altra struttura ospedaliera di Roma, imprecisata, senza darci spiegazioni nè chiarimenti. Ci è stato detto sommariamente che erano necessari accertamenti. Ci hanno dato informazioni erronee indirizzandoci verso un ospedale romano dove di fatto mio padre non era tato mai portato. Grazie alle nostre ricerche al 118, lo abbiamo localizzato e abbiamo scoperto che non si trattava di accertamenti generici, ma che aveva accusato difficoltà respiratorie di cui nessuno ci ha parlato a Villaverde. Al tampone, risultava negativo, pertanto si prosettavano come conseguenze dell'intervento.
Il giorno dopo è stato rimandato a VillaVerde, intorno l'8 dicembre.
Non ci era possibile comunicare con mio padre, perchè ipoudente e non disponeva di un suo cellulare, nè fargli visita per le restrizioni anticovid.
L'unica possibilità di avere sue notizie era parlare su "appuntamento" con il medico. Cosa resa pressocché impossibile dal centralino perennemente intasato, la irreperibilità del medico. Dopo rimostranze mi è stato possibile conferire con il medico.
L'unico modo per accedere alla struttura è contattare il centralino. A orari prestabiliti e in giorni prestabili, si può portare cambio e acqua: si lascia la busta con l'occorrente nell'atrio e si ritira biancheria sporca.
Durante le telefonate il medico si è dimostrato rassicurante, ottimista, ma il giorno dopo mio padre è stato ricoverato per COVID al S. Filippo Neri, dove è morto pochi giorni dopo nell'area D4.
Dalla cartella clinica e a detta dei medici del S.Filippo Neri, mio padre era in stato di disidratazione, denutrizione, era in stato di agitazione.
Avevamo avvisato che non aveva l'apparecchio acustico, che soffriva di demenza.
Sconsiglio questa struttura, rigida e pessima dal punto di vista della comunicazione.
Commenti
Era fine 2017.
Convenzionata Asl, lamentava carenza di personale e tagli già allora.
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