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Inaccettabile
Ho portato mia madre CERULLI LUCIANA i primi di giugno di quest'anno 2019 per fare riabilitazione in seguito alla frattura di un femore in regime di RSA. Ho dovuto versare un assegno subito di 1750 euro, tanto per cominciare, altrimenti non sarebbe neanche entrata; dopodiché abbiamo pagato la stessa cifra durante tutti i tre mesi della sua degenza, senza ottenere nessun rimborso ASL ecc. ecc. avendo lei una pensione superiore ai 600 euro (ma questo non è un loro problema). Questo soltanto per dire che, pagando una cifra del genere, ci saremmo aspettati molto di più, considerando che è stata messa nel reparto psichiatrico poiché non c'erano, a loro dire, altre sistemazioni. Faccio inoltre presente che è rimasta per tre mesi con il pannolone e nessuno è riuscito, o almeno ha cercato, di farla piegare per andare in bagno perché serviva un rialzo per water che loro non hanno mai posizionato. Solo dopo varie insistenze hanno portato una tavoletta, lasciata in terra, da posizionare ogni volta non si sa come e da chi, visto che mia madre di 91 anni non poteva camminare sola. Per finire, non era prevista in questo reparto psichiatrico (con persone tra l'altro non del tutto normali dal punto di vista emotivo) neanche una merenda al pomeriggio, nè acqua. Tutto sommato con 1800 euro al mese era meglio un albergo o una badante in casa, visto anche che tutta la terapia che ha fatto si riduceva in quindici minuti neanche, tutti i giorni, il più delle volte in un corridoio; e l'unico sfogo per prendere un po' d'aria in quei mesi estivi era un balconcino con un divanetto di plastica mezzo sgangherato. Faccio presente che più volte abbiamo chiesto lo spostamento in un reparto più consono alle sue esigenze, che alla fine erano solo quelle di dover riprendere bene a camminare, perché lei è perfettamente sana e lucida di mente per la sua età. Ma sia la dottoressa che le assistenti sociali responsabili non sono state in grado di alleviare la sua sofferenza di dover rimanere in quel reparto e rendere il suo soggiorno più dignitoso. Concludo quindi che, pur non sapendo come funzionano gli altri reparti, qualcuno spieghi loro che c'è prima la dignità delle persone e poi il resto. Vi auguro buon lavoro, ma non quello che avete riservato in quei tre mesi a mia madre. Per me, e specialmente per lei, rimarrà un pessimo ricordo.
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