Dettagli Recensione
Dipartimento scienze chirurgiche, prof. Vitelli
Questo mio ringraziamento va al Prof. Carlo Eugenio Vitelli, al suo Staff di Chirurgia col dr. Tierno e, non ultimo, all'Ospedale Vannini con i suoi medici e paramedici.
Questa la mia breve storia: una sera vengo colta da colica dolorosissima mentre ero a lavoro, mi mancava il respiro, un amico mi invita a passare al pronto soccorso dell’ospedale Vannini e lì, bravissimi in pronto soccorso, scoprono subito che ho qualcosa di brutto.
I tempi erano compressi, non potevo scegliere medici o strutture... dovevo essere subito operata. In quell’ospedale a me sconosciuto mi mettono nelle mani del Prof. Vitelli e, senza nulla sapere su chi fosse, mi lascio guidare dagli eventi. Ringrazio Dio di avermi portata in questo ospedale e di avermi messa nelle mani di Vitelli. Carlo Vitelli non è un medico, lui è IL medico, quello che tutti noi vorremmo avere e che non troviamo mai, spesso aggrediti da saccenti medicucci ai quali tolto il titolo non resta altro che la nuda inadeguatezza rispetto a quel che dovrebbero essere. Carlo Vitelli è un uomo, un professionista: competente, affidabile, esaustivo nelle spiegazioni, mai “non reperibile”. Sempre presente e attento ad ogni esigenza del malato. Il prof. Vitelli "c'è", c'è sempre. Un perfetto mix di senso della responsabilità, coscienza, umanità, unitamente a tanta esperienza e comprovate capacità. Venivo fuori da un'esperienza devastante al Campus di Trigoria, dove mi avevano data per spacciata, ricordo ancora le parole: "dobbiamo togliere tutto, lei non può salvare niente del suo intestino..."; mi si prospettava una vita terribile. Lì avrebbero velocemente distrutto la mia vita sulle basi di una diagnosi assolutamente sbagliata. E meno male che ero finita nelle mani del "professorone..." come me lo avevano descritto.
Grazie dr. Vitelli per aver messo in discussione l’operato di altri e per aver voluto verificare attentamente che le cose stessero davvero in un modo piuttosto che in un altro; se oggi sono qui e posso vivere dignitosamente, è solo grazie a lei. Grazie per aver saputo gestire una paziente difficile come me, per la pazienza, per tutti i week-end che ha dovuto sacrificare a causa della mia malattia e un grazie va anche alla sua preziosa famiglia, che non conosco, ma che le consente di poter essere il medico che è accettando anche le rinunce che inevitabilmente questo modus operandi comporta.
Che io viva un giorno o mille anni, in ogni caso, Grazie."
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