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Visita ginecologica
A seguito di una diagnosi di asportazione dell'utero e delle ovaie rilasciata da un altro ospedale, decido di effettuare una seconda visita presso l'ambulatorio di ginecologia del Sant'Andrea, e l'appuntamento mi viene fissato per il 4 gennaio.
Giunta lì, spiego ad una prima dottoressa il motivo della mia presenza, consegno tutta la documentazione clinica già in mio possesso e chiedo la consulenza. Nel frattempo entrano un dottore e un'altra dottoressa e dal quel momento iniziano i problemi: mentre la prima e il dottore si mostrano gentilissimi e disponibilissimi, la seconda sembra molto contrariata e inizia ad infierire con frasi del tipo "se ha già tutto, cosa è venuta a fare qui?"; dopo aver spiegato le mie ragioni, continua dicendo "crede che noi andiamo a screditare un altro collega?".
I primi due visualizzano quanto avevo con me e mi invitano a prepararmi per la visita, appena dietro il paravento la sento di nuovo borbottare con i colleghi: "cosa crede, che il collega fosse impazzito?".
Finita la visita, mentre il dottore mi illustra la situazione, lei esordisce con un "vado a fumare una sigaretta".
Ecco, questa è la descrizione di una mia prima visita e spero anche ultima in questo ospedale, perché, se da un lato mi ha dato la possibilità di incontrare 2 persone degne di essere chiamate "dottore", dall'altra mi ha dato modo di capire che c'è ancora gente che dovrebbe scendere dal piedistallo e che dovrebbe quantomeno provare ad immaginare lo stato d'animo del paziente.
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