Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Ravenna
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza negativa

Ricoverata nella struttura San Pier Damiano il 13/02/25. Mi accompagna in camera (dopo aver aspettato l'intera mattinata nella Reception) un OSS, mi dice di disfare la valigia e mettere le mie cose nell'armadietto in dotazione. Apro l'anta e vedo che c'è un cassetto chiuso, dotato di serratura. Chiedo dov'è la chiave e se è possibile averla. L'OSS fa spallucce e se ne va. Scopro qualche giorno dopo che si può richiedere la chiave semplicemente compilando un modulo. Quanto costa dirlo? Comunque sia, metto il mio portafoglio con all'interno 150 Euro nel comodino, cerco di occultarlo con dei pacchetti di fazzoletti e altre cose. Vengo operata il 14 febbraio: "artroprotesi anca destra e sinistra per grave coxoartrosi". Rimango nel Reparto di Ortopedia fino al 16 febbraio, mi muovo grazie a un girello e sono seguita da una fisioterapista del Reparto. La mattina del 17 febbraio viene un OSS e dice di fare la valigia! Cioè, con esiti di artroprotesi e muovendomi solo con il girello, devo farmi la valigia. Al di là del fatto che, se il personale è al corrente che i pazienti successivamente all'operazione vengono spostati solo dopo qualche giorno da Ortopedia al Reparto di Riabilitazione, perché fai disfare la valigia? Può rimanere così com'è tanto poi vieni spostato. Comunque sia, dico all'OSS che non sono in grado di fare la valigia. Mi risponde: "Io sono sola". Replico: "E io sono in una situazione di invalidità legata ad un girello e impossibilitata a stare in piedi e a muovermi da sola". Chiedo di parlare con la Caposala. Torna la stessa OSS con la coda in mezzo alle gambe e mi dice che prenderà un carrellino per mettere tutte le mie cose e accompagnarmi in Riabilitazione. Quindi dal 17 febbraio fino al 5 marzo rimango in questo Reparto riabilitativo. Dopo qualche giorno dal mio arrivo (fino a quel momento non ci avevo pensato per problematiche legate ovviamente al mio stato fisico), prendo il portafoglio conservato nel nuovo comodino (sempre nascosto sotto altre cose), ed ecco la sorpresa: non ci sono più i soldi, spariti! Chiedo di parlare con la Caposala del Reparto, spiego la situazione, si indigna, mi dà un modulo di reclamo da compilare e poco dopo manda un'infermiera per consegnarmi la chiave della cassaforte dietro compilazione di un altro modulo. Ma ormai i soldi non ci sono più. Evito di commentare questi accadimenti veramente spiacevoli all'interno di una Struttura sanitaria dove sono ricoverate persone con fragilità emotive, fisiche e psicologiche.
Nel frattempo mi somministrano per via endovenosa un antibiotico. La somministrazione della terapia endovenosa è responsabilità infermieristica; la prescrizione invece è sempre medica. Faccio questa premessa poiché ho fatto notare più volte alle infermiere che in prossimità della vena dove era infilato l'ago, c'era rossore, calore e dolore, e la vena interessata era indurita e dolente: era palpabile in sede, ovviamente, una flebite. Devo specificare che sono stata sempre ignorata? Una mattina in cui non ce la faccio più, vado a parlare con il medico di Reparto, che finalmente risolve il problema. Specifico che la flebite potrebbe degenerare in condizioni cliniche più gravi, come la trombosi venosa profonda, con le relative complicazioni, e c'è anche il rischio di embolia polmonare.
Parliamo del personale fra pulizie, OSS e infermiere. Addette alle pulizie che fanno soltanto finta di pulire... e stendiamo un velo pietoso sul comportamento delle OSS. Arroganti, prive di empatia, nervose e sempre con una risposta scortese, alzando pure la voce. Mi ricordo che una volta chiesi cortesemente se mi potevano lavare la schiena (per il resto facevo tutto da sola) e l'OSS di turno mi rispose con eccessiva aggressività che non era possibile. Passiamo al personale infermieristico. Scortese per la maggior parte (tranne qualche infermiera gentile ed educata), sempre con la fretta di finire il compito, svogliate e scocciate se ti permettevi di chiedere qualcosa che in quel momento ti era necessaria. Sulla Caposala stenderei un altro velo pietoso, le sue "doti" erano: insolenza, maleducazione, presunzione e superbia.
Comunque, premesso tutto ciò, posso solo scrivere bene del dott. Resta che lavora in modo esemplare e con professionalità e umanità.
Non si può che parlare bene anche del Reparto di Fisioterapia. Durante la mia degenza sono stata seguita dal fisioterapista Cesare: alta preparazione, grande professionalità, disponibilità, tanta simpatia. Gli sono molto grata per la competenza dimostrata, la pazienza e la gentilezza e gli auguro di continuare al meglio la sua preziosa "missione".

Patologia trattata
coxoartrosi anca
Esito della cura
Guarigione totale

Commenti

 
 
Per Ordine