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Colonscopia
In data odierna 03/06/2013 mi sono recata presso l'ospedale di Melzo per fare il mio esame. Entro in reparto per eseguire l'iter dell'esame. Poi è arrivata la infermiera che mi ha messo l'ago in vena per preparami alla fase successiva. Fin qui tutto nella norma. Ma il tempo è stato interminabile, il dottore che doveva eseguire l'esame era andato al reparto Cardiologia e così io aspetto (premetto: la colonscopia non è una passeggiata). Dopo una mezz'oretta è arrivato il medico che ho visto di sfuggita, mentre l'infermiere cercava ancora di trovarmi la vena, perché il primo tentativo non era andato a buon fine (ancora non capisco se l'ago fosse fuori vena o altro) . Soffrendo in silenzio, mentre cercavano di trovarmi una, due e una terza vena, tra me e me pensavo "tanto prima o poi finirà". A quel punto, non ricordo più niente. Mi risveglio non so dopo quando tempo, mi chiedono come stessi, ma io cosa potevo rispondere?
Mi fanno sedere, ma io chiedo di andare via. Mentre vado chiedo: come è andato? Mi rispondono "non bene", consegnandomi il referto. Mi spiegano con due parole che devo fare un altro esame. Vado fuori ancora non troppo cosciente e mi accorgo di avere un altro buco alla mano sinistra con gonfiore.
Tolgo il cerotto al braccio destro ed ho dieci cm. di ematoma... Poi si può liquidare un paziente con due parole? C'era una persona fuori ad aspettarmi, spendere qualche parola in piu' sarebbe stato meglio, anche per giustificare i miei tanti buchi con ulteriori ematomi.
La questione non finisce qui.
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