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Disastro per il paziente solvente
Ricoverato in solvenza per un intervento all’addome, con un costo programmato di oltre Euro 10.000, mi viene assegnata una stanza al primo piano. Grande, e in buone condizioni. Operato il venerdì, il sabato mattina si decide di chiudere il reparto perché c'è un solo paziente, che sono io. Vengo trasferito al terzo piano, in una stanza piccola, con bagno che non consente di lavarsi “a pezzi” (la doccia ha il distributore di acqua in alto, fisso e senza cavo). Il piano è strapieno di pazienti del SSN, e la stanza è di fianco alla cucina e al posto di ristoro dei dipendenti. Per cui, rumore tutta la notte, impossibile dormire, luci accese e la mia porta aperta per facilitare il controllo. La notte tra l’altro sto male e la situazione precipita. Disastro tipico italiano, attenzione a venire in questa clinica se siete solventi.
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