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Familiare ricoverato 3 mesi
Familiare ricoverato in questo istituto per 3 mesi per riabilitazione intermedia a seguito di ictus e 2 mesi in riabilitazione intensiva presso un altro istituto. A seguito di ictus ischemico, il paziente era incapace di muovere gli arti del lato destro e di parlare. È arrivato in carrozzina in seguito a grandi miglioramenti ottenuti presso il precedente istituto in cui erano stati in grado di fargli riprendere parzialmente l'uso della gamba destra ed era stato anche verticalizzato. Inoltre era in grado di bere autonomamente con una cannuccia, mangiare cibi anche solidi (pasta scotta etc.) e aveva iniziato ad accennare movimenti con la mano destra. Una volta giunto al Palazzolo, per 22 giorni (di quarantena nonostante due tamponi negativi in ingresso) ci è stata negata la possibilità di vederlo, se non con sporadiche e supplicate videochiamate. Dopo questi 22 giorni l'abbiamo trovato allettato, incapace di restare seduto e sostenere il tronco e il collo. La gamba sinistra, sana, è ormai ridotta al solo osso e non gli consente più di sorreggersi nè aiutarsi a raddrizzare sulla carrozzina. La mobilità accennata della mano destra è anch'essa sparita. Se prima usava una carrozzina normale, ora ha bisogno di una basculante che lo sorregga sul tronco. La verticalizzazione è ormai un miraggio e la risposta dei medici a questo peggioramento è stata che, a loro dire, è impossibile che precedentemente fosse nella situazione sopra descritta e sia peggiorato così tanto in soli 20 giorni. Inoltre non gli fanno più bere acqua liquida, ma solo gelificata e i pasti sono solamente omogeneizzati. Per di più spesso ci è sembrato fosse trascurato anche a livello igienico, con barba visibilmente non fatta per giorni, cavo orale sporchissimo e odori sgradevoli. Con il Covid gli incontri avvengono solo in spazi dedicati e non c'è modo di vedere la camera, nè interagire con gli infermieri. A questo aggiungo che i medici sono spesso irrintracciabili per giorni e indisponibili a richieste elementari come le prescrizioni di farmaci per le dimissioni al domicilio del paziente. Dopo 3 mesi in cui la condizione fisica e anche psicologica del paziente sono state ridotte ormai al nulla, le dimissioni avvengono con paziente allettato in barella, una condizione sensibilmente peggiore rispetto al suo arrivo nella struttura.
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