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Esperienza da non ripetere
Questa mattina 23.10.20 siamo stati in pediatria per fare il primo prelievo al mio piccolo di trenta mesi. Il pediatra ci aveva consigliato di farlo in reparto perché, essendo la prima volta, loro avrebbero saputo come distrarre il piccolo rendendo meno traumatico il prelievo stesso. Arriviamo alle ore 8:50 in reparto dove avevamo appuntamento per le ore 9:00 e la signora che ci accoglie ci tratta con sufficienza, prendendo le impegnative per poi non guardarci più. Nel frattempo il corridoio si riempie, il mio piccolo è ancora tranquillo, distratto dall’ambiente; nel frattempo il tempo trascorre e tutti quelli che arrivano vengono chiamati dentro meno che noi. Verso le 9:40 il piccolo inizia a non voler più stare, si butta a giocare per terra dove tutti passano, alchè busso e chiedo; dopo 50 minuti mi dicono che stanno aspettando la stampa delle etichette.. Dopo 80 minuti dal nostro, arrivo e quindi 70 minuti oltre l’orario prefissato, ci fanno accomodare come se ci stessero facendo un favore e alla mia affermazione che non si può attendere tutto questo tempo, la signora che ci ha accolti sempre con aria scocciata e di sufficienza afferma che siamo degli esterni e che in ospedale c’è sempre da attendere. Io mi chiedo: un bimbo merita di aspettare tutto questo tempo a digiuno e tra l’altro in un ambiente trafficato in tempo di Covid-19? Reputo ci sia qualcosa di errato nel loro modus operandi e che questo all’ospedale Valduce non sarebbe mai accaduto, visto che sono sempre stati tutti sempre molto cordiali. Di certo da questa esperienza così negativa, finché potrò, non mi rivolgerò più al reparto per le analisi.
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