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Un’esperienza positiva al Brotzu
Parlare di sanità spesso significa affrontare un tema intriso di pregiudizi e luoghi comuni: tutto sembra non funzionare, regna l’incompetenza, i pazienti vengono trascurati, le strutture sono inadeguate, e così via. Questi discorsi, però, sono spesso alimentati da chi non conosce direttamente il mondo ospedaliero o da chi è accecato da un’ideologia negativa e generalizzante. Confesso di aver condiviso anch’io questa visione, almeno fino a quando un incidente – una caduta – mi ha portato al pronto soccorso dell’Ospedale Brotzu di Cagliari.
Questa imponente struttura, con i suoi undici piani che dominano la città, inizialmente trasmette un senso di caos. Il pronto soccorso, affollato di ambulanze che trasportano pazienti in condizioni critiche, sembra incarnare tutte le aspettative negative che si possono avere. Ma basta poco per capire che, dietro l’apparente disordine, si nasconde un’organizzazione ben calibrata. Dopo una prima accoglienza, vengo trasferita nella sezione OBI (Osservazione Breve Intensiva), dove la mia condizione viene valutata con attenzione e professionalità.
Ed è proprio all’OBI che inizia a cambiare la mia percezione. Qui entro in contatto con medici esperti e infermieri gentili, che non solo trattano il mio caso con competenza, ma identificano anche un problema secondario: un’intossicazione da farmaci, che mi aveva provocato una forma di avvelenamento del sangue. Vengo sottoposta a una serie di analisi mirate, che individuano il farmaco responsabile e permettono di stabilire la terapia più adatta.
Intanto osservo ciò che mi circonda: gli ambienti sono puliti, il personale infermieristico si dimostra efficiente e tratta i pazienti con una gentilezza quasi affettuosa, nel tentativo di alleviare il loro disagio. Dopo questa prima fase, vengo trasferita al decimo piano, nel reparto di medicina, dove mi sorprendo a contemplare il cielo attraversato da splendidi gabbiani e un panorama mozzafiato della città, visibile dagli ultimi piani del Brotzu.
Qui vivo un’altra esperienza umana significativa: la convivenza con altri pazienti, tra cui malati cronici, e i loro lunghi lamenti carichi di sofferenza e rassegnazione. Eppure, nonostante le difficoltà, noto le attenzioni costanti di infermieri e operatori socio-sanitari, sempre pochi rispetto alle necessità, ma animati da una dedizione encomiabile. Degno di nota è il comportamento del personale maschile, che si distingue per una galanteria gentile verso le pazienti, capace di strappare un sorriso anche nei momenti più difficili.
Oggi, rientrata a casa dopo il trasporto in ambulanza, ripenso a questa esperienza che mi ha portato a guardare la sanità con occhi completamente diversi. Se prima ero ancorata a pregiudizi, ora posso dire di aver scoperto un mondo fatto di competenza, attenzione e umanità, che merita di essere raccontato e apprezzato.
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