Dettagli Recensione
Più cuore nelle cure, più empatia...
Mio marito, signor Guido Fava, è stato ricoverato in urgenza dalla RSA Vittoria nel reparto di Cardiologia da venerdì 16 Settembre a mercoledì 28 Settembre dopo un infarto.
Deontologicamente è stato salvato, ma nel reparto di Cardiologia, soffrendo anche di demenza vascolare, non è stato trattato con la gentilezza dovuta e lo staff ha faticato a capire il grande stato di agitazione nel quale si trovasse.
E' stato trovato sia da sua figlia che da me, semi nudo, senza coperte, disidratato e in evidente stato di bisogno basilare di assistenza importante per una persona fragile come lui.
Spesso, non avendo la protesi, la sera non l'aiutavano a cenare e una sera telefonando al suo vicino di letto per sapere come stava, udii una donna dire " Fava, vuoi mangiare o non vuoi mangiare, perché se vuoi mangiare, raddrizzati".
Come si possono permettere tali comportamenti?
Il vicino di camera aiutò molto mio marito, anche nell'inclinare il suo letto.
Come cardiopatico, il suo letto avrebbe dovuto essere sempre inclinato..
Nè la figlia di mio marito nè io abbiamo avuto modo di sapere molto sulle condizioni di mio marito.
Era giudicato difficile, un caso difficile, con riprese notevoli.
La schede di dimissione fu tale che al suo rientro nella RSA Vittoria, che non aveva mai avuto notizie delle condizioni di salute di Guido, si seppe che mio marito era stato inserito nel reparto Alzheimer.
Fu un tale shock per mio marito che fu dimesso 4 giorni dopo.
E' incredibile la mancanza di interazioni tra ospedale e RSA, quando poi la maggiore parte del tempo il ricovero in ospedale da una RSA dipende proprio dalla RSA (e tra l'altro si paga pure anche se il paziente è in ospedale!).
Aggiungo che, volendo parlare con il medico per sapere il perché di quella scelta, mi mise giù la cornetta!
Mio marito, signor Guido Fava, ha lasciato questo mondo il 28 Ottobre, un mese esattamente dopo la sua dimissione da Città di Brescia.
Infarto.
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