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Ricovero Cardiologia
Il mio compagno è stato ricoverato ad urgenza per crisi ipertensiva sintomatica per circa 10 giorni (11 se contiamo 1 notte al pronto soccorso) dove per 3 giorni non riuscivano ad abbassargli la pressione e quindi sottoponendolo a vari "esperimenti" di somministrazione medicinali dove dicevano non fargli effetto;
in tutto ciò si becca un infezione con febbre dove mi ero accorta io e non i medici della febbre dove viene imbottito di antibiotici e non spiegando da dove venisse questa infezione. Esami su esami, braccia pieni di lividi e ovviamente debolezza dove il ragazzo di 46 anni non riusciva ad alzarsi per via dei medicinali e sentendosi dire in continuazione che è giovane e deve alzarsi come se fosse una sorta di capriccio, quindi non aiutandolo in nessun modo e lasciandolo per quasi 4 giorni senza lavarsi, ho dovuto arrangiarmi io con urina sulle lenzuola dove facendolo presente mi dicono "eh, se non si vuole alzare"! Il mio compagno non mangiava per svariati motivi e mi è stato risposto che non era una preoccupazione questa difatti ha perso 6 kg (non è un soggetto in sovrappeso quindi finito quasi sottopeso) senza somministragli neanche 1 flebo per alimentarlo. Ti trovi in un certo senso abbandonato con poca empatia, quando si chiede spiegazioni ti danno risposte a metà e non molto chiare, è stato detto più volte al cardiologo di turno che aveva la vista un po' appannata ma non hanno dato peso alla cosa, di fatti la situazione continua e sarà visitato altrove.
Viene dimesso senza una prognosi certa come "sospetto iperaldosteronismo primitivo" senza saperci indicare dove continuare le cure o le visite (menzionando Milano) e dicendo che loro quello che dovevano fare lo hanno fatto come per lavarsi le mani per poi dimetterlo con 10 pillole al giorno che stanno alterando la situazione renale dove ora dovremmo sbatterci a destra e manca. Ovviamente in tutto ciò non avendo risposte il mio compagno ne è uscito depresso e con ansia raddoppiata. Ho provato a ricontattarli per le pillole che non gli facevano proprio bene e hanno iniziato a passarsi la palla tra medici dove una non lo ha seguito ma lo conosce per nome e l'altra che lo ha dimesso non sapeva della cura e che dovrei rivolgermi al medico di famiglia o al reparto e che doveva andare in ferie!
Fortunatamente da poco, grazie al reparto di nefrologia, stiamo iniziando un percorso con il papa Giovanni di Bergamo dove la professionalità ed empatia si vedono.
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