Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Bari
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Al Miulli in ambulanza

- LA STORIA: sabato notte, 23 dicembre c.a., alla fine della gettonatissima trasmissione Ballando con le stelle su Rai I, mi ritrovo improvvisamente e tragicamente steso per lungo sulle fredde mattonelle del mio studio. Per un improvviso malore. E senza aver dato, per ironia della sorte, alcun passo di danza.
- LA SITUAZIONE: in casa siamo soli, io e mia moglie Lella che chiama subito mia figlia che, saggiamente, consiglia subito di chiamare il 118. Anzi, dice che sarà lei stessa a chiamarlo, il 118: infatti lo chiama, spiegando al meglio all'operatore l'accaduto e fornendo l'indirizzo di casa ed il numero di telefono di mia moglie Lella. L'operatore si mette immediatamente in contatto con mia moglie, chiede cosa sia successo con estrema e meticolosa e minuziosa competenza, per cercare di capire.. Velocemente, poi, dice che sta mandando l'ambulanza.
- ARRIVA IL 118: ed arriva anche velocemente. Due ragazze ed un giovanotto che potrebbero essere benissimo, tutti e tre, figli miei. Con matura professionalità e con l'esperienza di chi sembra che quel difficile mestiere di pronto intervento lo faccia con passione da una vita, i tre giovani decidono il da farsi (ascensore piccolo, quattro piani...). Dopo aver tranquillizzato me e mia moglie Lella e mio figlio Andrea, arrivato nel frattempo subito dopo l’ambulanza che, da quel momento in poi, non mi lascia da solo neanche per un attimo seguendo l’ambulanza fino al Pronto Soccorso del Miulli, fornendo notizie utili ai Medici, ai Tecnici, agli Infermier (fino al sospirato ritorno a casa, mattutino).
- NELL'AMBULANZA: in un'ambulanza è la prima volta che ci entro da ospite d'onore, cioè da passeggero spesato dalla ASL e mi sembra di stare sul tagadà delle giostre patronali. Una giovane operatrice, che sicuramente mi vede teso, preoccupato e smarrito, mi chiede se mia moglie abbia ancora l'erboristeria, mi chiede dei nipotini, mi dice che è di Gioia, mi fa parlare, insomma chiacchieriamo. Alla fine. E questo suo umanissimo stratagemma mi scioglie la tensione, mi normalizza la pressione sanguigna. Diventa, in pratica, terapeutico.
- NEL PRONTO SOCCORSO: qui mi prende in carico, nonostante la mia non indifferente mole, una giovanissima dottoressa, dr.ssa Carrieri Valeria, che potrebbe essere una mia nipote, forse, e che comincia a chiamarmi in continuazione, < Giovanni, Giovanni che cosa è successo? Giovanni, soffri di pressione? >. Etcetera etcetera. Penso che si debba trattare di qualche mia brava alunna del Liceo Linguistico Psicopedagogico Don Lorenzo Milani, proprio di Acquaviva delle Fonti, dove ho insegnato per parecchi anni, che in ogni caso proprio non ricordo di avere mai avuto. Ma una volta a casa, poi, e con il famoso senno di poi, avverto che anche quel suo chiamarmi < Giovanni > era semplicemente un astuto ed efficace stratagemma terapeutico per normalizzarmi.
La dottoressa CARRIERI sembra nata per quel suo non facile lavoro– missione, è veloce, decisa, determinata, sicura di sé, padrona dei mezzi e degli strumenti, accurata anche per quanto riguarda la parte amministrativa. Sicuramente la più noiosa.
Affianca la dottoressa Carrieri una giovane infermiera – non ne conosco il nome, ma nel verbale di dimissioni è indicata come Fortunato Francesca - bravissima, veloce e pratica come la stessa Dottoressa, silenziosa, seria e laboriosa.
- IL POSTO DI LAVORO: un operatore, forse il bravissimo autista del 118 - se ricordo bene - mi dice che quel lavoro gli piace, che lo fa con schietto piacere soprattutto perché si è creata una vera e propria squadra “ umana “. Oltre che professionale. Potrebbe avere il trasferimento dalle parti del suo paese, ma preferisce fare il pendolare. Per stare lì. Con "i suoi". Estrema professionalità, dunque, ma anche e specialmente sconfinata e squisita umanità. Giovane ed efficiente.
- UN SIMPATICISSIMO OPERATORE: mi chiede scusa, perché ogni tanto fa qualche battuta spiritosa, ma mi confessa che quello è il suo carattere ed io sono d'accordo con lui, raccontandogli che Padre/SANTO PIO dice che è importante che il malato riceva, oltre le cure dedicate, anche un sorriso. Di ottimistica speranza.

CONCLUSIONE: volevo soltanto e semplicemente dire "BRAVI, BRAVI E BRAVI!" a questi ragazzi, giovani professionisti, ma espertissimi umani, che lavorano con il cuore, con buona e positiva coscienza per alleviare, pur giovani, le altrui sofferenze, anche parlando, magari... in questa nostra società in cui ormai dialoghi e parole li affidiamo miseramente a tasti e a bottoni vari, con "invii senz'anima".
GRAZIE!

Patologia trattata
TRAUMA ARTO INFERIORE DX.
TRAUMA CRANICO MINORE.
IPERPIRESSIA E MALESSERE GENERALE.
Esito della cura
Guarigione parziale

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