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Figlia di paziente
Mio padre è stato ricoverato il 7 novembre 2018 in questo reparto con dolori al fianco destro, e da subito si sono evidenziati i valori del pancreas alterati,motivo per cui ha dovuto subire un digiuno "terapeutico" temporaneo, perlomeno così pensavamo, nell'attesa che i valori rientrassero. Una volta rientrati il digiuno è stato prolungato a ben 20 giorni in tutto, con solo l'ausilio della flebo di sali minerali, quindi nessuna sacca di nutrimento, come credevamo dovesse essere. Nel frattempo una tac ha portato alla scoperta di adenopatia linfonodale (successivamente definita a Bari come neoplastica) e da qui tutta la loro incompetenza, di cui già avevamo avuto avvisaglie, si è palesata. Nessuna spiegazione sui forti dolori di mio padre, che non accennavano a diminuire, anzi peggioravano sempre di più. Nel frattempo aveva perso 12 kg. a causa di questo digiuno insensato, e appariva alquanto debilitato. Non evacuava più regolarmente, e alle domande rivolte ai medici in proposito, mi fu risposto scocciatamente "questo è il problema, che non va al bagno!" e rivolgendosi all'infermiera "dategli una glicerina, non potete disturbarmi per queste cose!", e mio padre erano ben 12 giorni che non evacuava; in più secondo loro non mangiando era più che normale che non avesse stimoli di quel genere! L'altra domanda fu rivolta alla nutrizionista che aveva dato il digiuno a mio padre per via della pancreatite, una volta rientrati i valori, su quando avesse potuto iniziare a mangiare. Lei mi rispose 10 giorni dopo dal ricovero, che non sarebbe stato meglio non appesantirlo alimentandolo e avrebbero adoperato la famosa sacca nutrizionale. Mai vista in 20 giorni, se pur richiesta più volte, poiché anche questo per loro era l'ultimo problema! Così come mai più rivisto il terapista del dolore, che una volta fatta la prima consulenza, in cui gli aveva messo in terapia la Morfina, che a mio padre portava vomito continuo, e nonostante fosse stato messo al corrente di ciò, non si è mai più ripalesato per cambiare la medesima terapia. Tutto questo bel quadretto accompagnato da un'impossibilità di chiedere spiegazioni a chiunque, poiché la maggior parte di loro, con fare scostante (soprattutto il dott. Barone) liquidava dicendo che era impegnato e non poteva passare l'intera giornata a parlare coi parenti.
Tornando alla perdita di peso di mio padre così repentina in quei terribili 20 giorni, lo ha portato ad una forte debilitazione sempre più incalzante e, una volta spostatosi al Giovanni Paolo II di Bari e appurata la neoplasia, non era più nelle forze di subire chemioterapia o altri esami di approfondimento, poiché in forte stato di astenia. Mio padre è morto il 21 febbraio 2019 per arresto cardiaco e al secondo posto tra le cause di morte nel certificato necroscopico c'è scritto: MALNUTRIZIONE SEVERA. Mi rivolgo quindi all'equipe composta dai medici del reparto di Medicina e Lungodegenza del dott. Rinaldi: ERA L'ULTIMO PROBLEMA???
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