Dettagli Recensione
Pessima accoglienza e cura al pronto soccorso
Opinione sul Pronto Soccorso.
Nella giornata del 9 Luglio c.a, accusavo dalla mattina un insolito gonfiore al polpaccio e al piede, accompagnato da rossore, calore e fortissimo dolore e febbre intorno ai 38 gradi. Non potendo ricorrere al Medico di base, disponibile fino alle 12.00 ed essendo venerdì, cercavo di controllare con antidolorifici e antinfiammatori la situazione. Nella serata la situazione peggiorava con febbre a 39 e dolore insopportabile, non riuscendo piu' a deambulare con la gamba sinistra. Contattavo il 118 e poi la Guardia medica, che mi prescrivevano un immediato ricovero in Pronto Soccorso, trattandosi probabilmente di una FLEBITE - e quindi con il rischio di trombo o di embolo - e allertavano un'ambulanza che insieme a una dottoressa mi prelevava trasportandomi in barella in Ospedale.
Fatta una breve cartella in ingresso, venivo trasportato con sedia a rotelle nel corridoio antistante la Sala principale del P.S. Dopo circa mezz'ora, su mia sollecitazione, si accorgevano del sottoscritto e il cosiddetto medico "accogliente" (sic!), tale Scarano, mi apostrofava con le seguenti parole: "CHE COSA E' VENUTO A FARE QUI?". Io, pur nelle condizioni molto precarie nelle quali mi trovavo, spiegavo educatamente che DUE MEDICI avevano prescritto ricovero urgente per effettuare oltre che visita, esami di routine, soprattutto un ECODOPPLER della gamba che escludesse la presenza di trombi. La dottoressa mi dava uno sguardo veloce da circa un metro di distanza mormorando " Ah, una flebite".
Dovevo più volte chiedere la misurazione della temperatura (che era ormai vicino ai 40) e qualcosa per il dolore. La citata dottoressa si mostrava infastidita e procedeva alla somministrazione di una flebo di Tachipirina e dava disposizioni per un prelievo. No ECG, né misurazione di pressione, tantomeno l'ecodoppler... "che essendo domani Sabato, potrebbe farsi Lunedì". Quindi venivo poi trasferito in altra stanza su un letto senza la copertura di un lenzuolo. Dall'una di notte, ho visto il primo medico e il primo infermiere intorno alle 9.00 del giorno dopo, mentre la febbre risaliva e la paura e l'ansia circa le mie condizioni aumentavano. Il ricovero avveniva in codice verde, contraddicendo, a mio giudizio, gli estremi di questa classificazione, che doveva essere almeno GIALLO. Oltretutto la poco cortese citata dottoressa SBAGLIAVA anche LA DIAGNOSI, visto che non si trattava di flebite. Dagli esami ematici consegnatemi risultava dall'Esame Emocromocitometrico una situazione di valori che poteva condurre ad una setticemia. Andava somministrato immediatamente ANTIBIOTICO!
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