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Mi presento al centro per un ago aspirato dopo che mi era stato diagnosticato 5 giorni prima un nodulo mammario di 14 mm., magicamente aumentato a 18 mm. al momento dell'ago aspirato. Fatto quest'ultimo, dopo aver aspettato sul lettino a seno nudo per più di due ore, vengo mandata a casa con la prospettiva di un intervento di rimozione per la fine del mese successivo e degli esami pre-operatori da svolgere.
Ma poi invece, al momento della consegna del referto, il medico, lo stesso che mi aveva fatto l'ago aspirato, mi dice senza alcun tatto che il mio tumore è inoperabile e che dovrò fare mesi di chemioterapia neoadiuvante, seguita dall'intervento e da altri mesi di chemioterapia, radio e altro, perché il nodulo era di 3 mm. più grande dei loro parametri di operabilità.
A quel punto ho voluto sentire il parere di un'altra struttura ospedaliera di un'altra città, dove i dottori sono rimasti sconcertati da quanto affermato dai loro colleghi di Montecchio. Tra l'altro, alla visita e dalla Tac, il nodulo risultava di 12 mm.
In breve tempo mi hanno operata (quadrantectomia) e i linfonodi non sono risultati infiltrati.