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Agoaspirato
Salve, mio nonno di 85 anni e' stato ricoverato al Monaldi per accertamenti dopo che dalla tac risultava una formazione nodulare. Prima di essere ricoverato, ha praticato diverse cure con antibiotici perché si pensava ad una broncopolmonite, ma visto che dopo tale terapia non vi erano stati miglioramenti, lo pneumologo che lo seguiva decise il ricovero. Dopo diversi esami tipo dell'espettorato ed altro, tutti con esito negativo, il medico decise per l'ago aspirato. Dopo tale pratica si è verificato un pneumotorace, al quale è stato poi applicato un tubicino per la fuoriuscita dell'aria. Controllato con tac dopo due giorni, il pneumotorace si era quasi risolto e quel po' che ancora c'era ci fu detto che si risolveva da solo. Il giorno dopo e' stato dimesso. C'è da dire che mio nonno aveva 85 anni e che al momento di tale pratica non siamo stati informati su eventuali conseguenze e, oltre tutto, visto che tale pratica serve per individuare eventuale malignità del nodulo, mi chiedo a che è servito praticarlo se poi non era possibile nessuna terapia per curarlo? La risposta per completezza delle indagini ( he oltretutto la biopsia non ha avuto nessun esito di malignità e ciò non significa che non lo era ma solo che potrebbe non essere stato prelevato il campione maligno). Io invece so a cosa e' servito a mio nonno un indagine così invasiva: gli ha portato altra sofferenza per nulla. Credo delle volte di non pensare ai protocolli, ma di tenere presente che ogni caso vada analizzato nello specifico. Dopo l'uscita dall'ospedale e' andato peggiorando sempre più e dopo dieci giorni e' deceduto per crisi respiratoria. Io ancora non so come sia morto, se aveva oppure no un tumore. Supponevano di sì dalla pet, ma la certezza nessuno la può dare, di certo qualcosapoteva essere evitato per evitare ulteriori sofferenze.
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