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TIN: la nostra forza
Dopo solo 2 giorni dal parto mi vedo "strappato" il mio piccolo dalle braccia e portato verso le 10.00 di sera in TIN del Monaldi perché, in seguito a dei controlli presso l'ospedale dove era nato, erano risultati alterati dei valori che facevano pensare ad una infezione... Ma quei medici non si sbilanciarono nella diagnosi (anche perché non era di loro competenza), motivo per cui allertarono subito gli ospedali e tra questi rispose la TIN del Monaldi.
La sera stessa mi feci dimettere per seguire il piccolo Alessandro nella sua battaglia altrove e da quel momento iniziarono le giornate e le ore più lunghe della nostra vita.. Quella notte non capimmo nulla di quello che stava avvenendo e del mondo nuovo in cui ci stavamo imbattendo. Dopo aver parlato con uno dei medici di turno che prese subito in cura Ale, tornammo a casa distrutti più che dalla stanchezza, dalla paura e dal dolore. Il giorno dopo fissammo un appuntamento per poter andare a trovare nostro figlio e da lì tutti i giorni, stessa ora, ci recavamo sul posto per potergli stare vicino almeno mezz'ora. Periodo post Covid, per cui ci è stata concessa mezz'ora al giorno in cui potevo anche allattarlo al seno e quindi sentirlo più vicino.. Ovviamente poteva entrare un solo genitore per volta in un giorno. Sono così passati 10 lunghi giorni durante i quali attendavamo con ansia di parlare con i medici per sapere se la situazione migliorava. Non tutto è dato per scontato quando si è in questi posti, ma il nostro Ale, più forte che mai, ci ha sbalorditi e ha risposto bene alle cure antibiotiche avviategli quella notte del 9 agosto che non dimenticheremo mai. Così come non dimenticherò mai quei volti di quelle mamme e papà che attendevano fuori quella porta con noi il turno delle 15.00 per poter entrare. Leggevo su quei volti, forse, lo stesso terrore che chiunque avrebbe letto sul mio, che qualcosa potesse non andare bene, ma la forza che abbiamo dentro non sappiamo nemmeno noi stessi quanto possa essere grande.
Un grazie infinite ai medici che hanno salvato il nostro cuoricino, ai pediatri, infermieri e puericultrici che lo hanno accudito e coccolato quando i suoi genitori non erano lì accanto a lui. Spero che nessun altro possa vivere questi posti e vivere questa tristezza, ma a chiunque capitasse, posso dire che questi medici ci mettono il cuore e la loro anima per salvare i nostri piccoli eroi.. In bocca al lupo a tutti.
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