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Frattura tibia perone trattata con osteosintesi
A seguito di una frattura tibia e perone trattata con osteosintesi con placca e viti, vista l'urgenza e i dolori e la relativa semplicità dell'intervento, mi sono fatto operare a Cattinara dall'equipe oggi assegnata al Maggiore di Trieste.
Operato dal dott. Cusitore, con il dott. Santo Rigo come assistente chirurgo, dopo alcuni giorni dal ricovero mi è stata applicata una placca con viti per ripristinare la frattura scomposta della tibia e perone.
Risultato, 11 mesi di stampelle, pseudoartrosi, ovvero difficoltà di consolidazione, e numerose visite presso la stessa equipe, la quale ha sempre sottovalutato il problema e difeso il proprio operato dicendo che l'operazione era stata perfetta. Dopo diversi mesi di stampelle, con frattura non ancora consolidata e un mio sospetto varismo, sempre smentito dalla stessa equipe, ho perso la fiducia e mi sono rivolto ad un ospedale fuori provincia, ove dopo 30 secondi si è capito il problema attribuendolo alla placca non stabile. La troppa distanza tra 2 viti prossime non permetteva alla placca di stare ferma ed ogni mio tentativo di carico di stimolazione provocava una riapertura della frattura con dolori che voglio dimenticare. Ho seguito diverse terapie onde evitare un ulteriore intervento, fortunatamente scongiurato. A circa 3 anni dall'intervento mi sono fatto rimuovere la placca, sempre fuori provincia, e lì scopro il legamento crociato post danneggiato e un varismo riconosciuto dovuto al cattivo allineamento della tibia, gamba riattaccata storta!
Mal di schiena, squilibrio, bruciore al ginocchio mi portano ad approfondire attraverso Rx e visite presso altri specialisti fuori Trieste, diagnosi: varismo marcato, instabilità ginocchio (e unica soluzione prevista, ma sconsigliata, è una osteotomia valgizzante).
Ho 35anni, fino ai 27 sportivo professionista prima e amatoriale poi, destinato a non correre più.
La mia esperienza è chiaramente negativa, medici supponenti, poco disponibili e probabilmente sfortunati o poco capaci, ricordando i miei compagni di stanza e testimonianze varie... Propendo per la seconda ipotesi. Se siete coscienti e riuscite a gestire il dolore, in caso di bisogno fatevi portare in un'altra struttura, ve lo consiglio col cuore.
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