Dettagli Recensione

 
Ospedale Maggiore di Bologna
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Pessima esperienza

Quello che sto per raccontare è capitato il 15 giugno 2018 a mia figlia. Dopo aver appreso dalla ginecologa privata di avere una gravidanza interrotta alla sesta settimana, ci rechiamo al day hospital dell’ospedale Maggiore alle 7.00, come da consiglio della segretaria, alla quale avevamo telefonato per informazioni. Esce un infermiere che chiede qua e là, ma senza appuntarsi nulla. Verso le 8.30 /8.40 la segreteria apre e le ragazze si mettono in fila. Quando mia figlia spiega cosa le è accaduto, le viene confermata che verrà chiamata dalla ginecologa per la visita. Inizia l’attesa, intanto le persone continuano ad aumentare, donne con neonati, donne in avanzato stato di gravidanza, ragazze molto giovani. Alle 11.30 viene chiamata per la visita, esce dopo pochi minuti dicendo che deve andare oltre il vetro dove la ricovereranno per prendere questa “pastiglia” che le farà espellere il materiale del concepimento. Mi racconta che la ginecologa, dopo una veloce eco, ha confermato l’aborto di 6 settimane + 5 giorni e che dovrà prendere queste pastiglie che le provocheranno la espulsione; che non praticano il raschiamento fino alle 10 settimane e che farà un po’ male.
Andiamo insieme per il ricovero, dove troviamo 2 infermieri maschi, molto scocciati che la ginecologa non avesse fatto la cartella e quindi “costretti” a scriverla. Il modo e l’approssimazione con la quale svolgevano il loro lavoro mi stava facendo dubitare della efficienza che credevo esserci. Dalle finestre aperte si sentivano delle urla, alla mia domanda chi era che urlava così, la risposta di uno dei due è stata che erano le donne che partorivano e che io dovevo saperlo dato che avevo partorito anch’io. Esco e saluto mia figlia. Alle 14.00 sono concesse ai parenti le visite. Quando entro trovo mia figlia che stava abbastanza bene, le avevano dato la prima pastiglia di Citotec, cominciava ad avere alcune perdite con qualche crampo. Alle 14.30 prende altre due pastiglie che le avevano lasciato sul comodino. Alle 15.30 arriva una ginecologa gentile che poi firmerà la lettera di dimissioni, dottoressa Paola Muzzi Rossi, che ci comunica che il reparto chiude, le chiede se ha male, guarda le perdite e ci saluta; insieme a lei c’e’ una infermiera che risponde ad alcune nostre domande. Ce ne andiamo, ma mia figlia comincia a stare male, in macchina comincia a sudare e ad avere forti crampi. Appena arriviamo a casa, una ventina di minuti, comincia veramente a stare molto male con forti dolori, diarrea, vomito. Dopo un’ora chiamo sperando di trovare ancora qualcuno, mi risponde per fortuna la stessa infermiera che dice che è normale, sono gli effetti collaterali della medicina, che le perdite saranno molto abbondanti e che il dolore forte dovrebbe durare 2 o 3 ore. Alla mia domanda se le cose fossero peggiorate, la risposta è stata: andate al pronto soccorso.
Esperienza traumatica, non solo per la poca empatia dei due infermieri che ha sfiorato la maleducazione, ma soprattutto per l’approssimazione. Praticamente mia figlia ha abortito a casa, dato che quando lei avrebbe avuto veramente bisogno di assistenza, l’hanno dimessa, sapendo benissimo che la terapia avrebbe avuto comunque bisogno di tempo per fare effetto. Una domanda che invece mi sono fatta è: ma perché non fanno più il raschiamento? Che certamente è un piccolo intervento, ma non così traumatico e indolore fisicamente e psicologicamente. Purtroppo ho il dubbio che la risposta siano i costi.

Patologia trattata
Aborto interno.
Esito della cura
Guarigione totale

Commenti

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Inviato da Barbara
19 Aprile, 2020
Non sono un medico, ma con il raschiamento vanno a rimuovere chirurgicamente il prodotto del concepimento "grattando" l'endometrio. In quanto manovra invasiva, è per questo che, quando possibile, va evitata.
In risposta ad un earlier comment

Inviato da Olivia
27 Marzo, 2022
Nemmeno io sono medico, ma, se fatto con la giusta professionalità, il raschiamento non dovrebbe “grattare” l’endometrio in maniera invasiva, ma solo il prodotto del concepimento. Comunque trattare delle giovani donne, in una esperienza tra l'altro dolorosa in questo modo, è veramente scandaloso, nella civile Bologna poi!
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