Dettagli Recensione
Nicoletta
Voto medio
2.3
Competenza
3.0
Assistenza
1.0
Pulizia
4.0
Servizi
1.0
Umanità assente
La condizione fisica e psicologica di un malato oncologico è di una fragilità pazzesca. Ecco, in questo reparto sembra che non abbiano a che fare con pazienti fragili: nessuna premura, nessun modo di contattare il proprio oncologo, attese infinite, risposte sgradevoli e SCOCCIATE.
Poltrone per la terapia tutte diverse, e se sei sfortunato ti becchi pure quella di legno.
Abbiamo bisogno di cure, di disponibilità, di essere ascoltati, compresi. Qui io non ho trovato nulla di tutto questo. Ho visto maltrattare una persona anziana dall'infermiera di turno, lei era impaurita, era la sua prima volta. Ho cercato di rassicurarla io.
Patologia trattata
Tumore mammario metastatico.
Esito della cura
Nessuna guarigione
Commenti
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Per Ordine
Questa recensione la scrissi nella speranza, ingenuamente, che potesse far suonare un campanello di allarme e cambiare le cose.
Ad oggi, agosto 2023, la situazione è la medesima, io sono ancora in cura e i disservizi, insieme alla totale mancanza di professionalità e di empatia dello staff infermieristico e medico, continuano inesorabilmente insieme alla frustrazione mia e di tanti altri malati.
Segnalo la questione relativa all'utilizzo del port: sottopormi all'intervento è stata una scelta obbligata purtroppo ma perché non venga utilizzato per i prelievi rimane un mistero. Alcune infermiere, la minoranza, lo utilizzano come opzione primaria. Le altre, anche in malo modo, si rifiutano adducendo scuse assurde e presumo infondate. Qualcuno mi sa spiegare perché il prelievo dal port non è sicuro?!?!
La disorganizzazione, manco fossimo pedine di una scacchiera. Preferirei fare la chemio la mattina presto, chiedo, mi viene accordato. Peccato che il farmaco arrivi solo dopo le 10:30 del mattino. Pertanto levataccia inutile, attesa snervante, e pranzo saltato prima del lavoro (a perché io lavoro, sono un'artigiana...).
Il problema più grosso rimane la totale mancanza di empatia... Sei un numero, sei una rompiscatole. Ribadisco : una persona non sceglie di ammalarsi, non sceglie il cancro.... Un medico, un infermiere invece, fa una scelta precisa e ponderata: assistere e aiutare i malati. Evidentemente i dipendenti (solo così posso chiamarli) di questo reparto (ma non solo), hanno perso l'empatia.
Ad oggi, agosto 2023, la situazione è la medesima, io sono ancora in cura e i disservizi, insieme alla totale mancanza di professionalità e di empatia dello staff infermieristico e medico, continuano inesorabilmente insieme alla frustrazione mia e di tanti altri malati.
Segnalo la questione relativa all'utilizzo del port: sottopormi all'intervento è stata una scelta obbligata purtroppo ma perché non venga utilizzato per i prelievi rimane un mistero. Alcune infermiere, la minoranza, lo utilizzano come opzione primaria. Le altre, anche in malo modo, si rifiutano adducendo scuse assurde e presumo infondate. Qualcuno mi sa spiegare perché il prelievo dal port non è sicuro?!?!
La disorganizzazione, manco fossimo pedine di una scacchiera. Preferirei fare la chemio la mattina presto, chiedo, mi viene accordato. Peccato che il farmaco arrivi solo dopo le 10:30 del mattino. Pertanto levataccia inutile, attesa snervante, e pranzo saltato prima del lavoro (a perché io lavoro, sono un'artigiana...).
Il problema più grosso rimane la totale mancanza di empatia... Sei un numero, sei una rompiscatole. Ribadisco : una persona non sceglie di ammalarsi, non sceglie il cancro.... Un medico, un infermiere invece, fa una scelta precisa e ponderata: assistere e aiutare i malati. Evidentemente i dipendenti (solo così posso chiamarli) di questo reparto (ma non solo), hanno perso l'empatia.
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