Dettagli Recensione
Tuffo alla Poesia
Volevo trovare un modo per raccontare quanto ho vissuto nelle mie due settimane di ferie più importanti tale da condividerlo con più persone possibili e tale da rendere merito a chi mi ha permesso di raccontarlo….. ho pensato quindi di scrivere una recensione su questo sito specializzato ma ho scelto di non leggere prima le altre recensioni perché ciascuna, legata all’esperienza personale negativa o positiva di chi l’ha scritta, avrebbe potuto condizionare il mio pensiero.
Mi chiamo Roberto Pomiato, ho quasi 50 anni ed il 17 giugno son sceso da Mestre (Venezia) ad Otranto con mia moglie e i miei due figli di 13 e 8 anni per le nostre due settimane di ferie, durante le quali avevamo sognato di girare in lungo in largo per le meravigliose coste del Salento. Per 3 giorni in realtà ci siamo riusciti: Ciolo, Porto Miggiano, Leuca, Otranto, Roca Vecchia, Poesia e... reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce! Un malcapitato tuffo alla Poesia mi ha costretto ad essere trasportato d’urgenza in una struttura non decisa da me e dove non avevo riferimenti e della quale non conoscevo livello di conoscenze e competenze. Un brutto sogno. In realtà la prima cosa fatta da mia moglie è stata una telefonata ad una nostra amica medico chiedendole conferme sul fatto che eravamo sulla strada giusta. La risposta è stata immediata e la conferma di come la struttura fosse ai primi livelli di competenza su traumi alla colonna vertebrale mi ha rasserenato di brutto. In breve, la diagnosi difficile da accettare è stata “FRATTURA POST TRAUMATICA SOMATICA DI C6 CON CONTUSIONE MIDOLLARE DA C4 A C7” - 4 giorni in terapia intensiva immobilizzato con trazione cervicale, intervento di “SOMATECTOMIA DI C6 ED ARTRODESI CERVICALE E ANTERIORE” della durata di 8 ore, altri due giorni di terapia intensiva in attesa di essere trasportato in reparto per il decorso post operatori…..’rilascio’ il 3 luglio e ritorno a casa con le mie gambe. Per me è stato un miracolo, non mi vergogno a dirlo, ma il Signore nel suo lavoro è stato aiutato da tutto lo staff dell’Unità Operativa di Neurochirurgia, a partire alla dottoressa Marilena Rolli che mi ha accolto il primo giorno. E’ stata lei a darmi le sicurezze di base che mi hanno permesso di affrontare tutto; la sua decisione e la sua capacità di darmi risposte sicure alle tante domande che le facevo, mi ha fatto capire che ero al sicuro. Una bellissima a proposito me la ricordo§: ogni cosa che stiamo facendo per lei è ponderata perché in questi casi è meglio aspettare a decidere, piuttosto che prendere decisioni affrettate. Insieme al primario aveva visto la Risonanza e con lui avevano deciso la trazione e l’operazione del sabato!!! E' riuscita persino a non farmi sentire dolore quando mi ha attaccato alle ossa del cranio la trazione
L’operazione, che paura… quanti pensieri in testa…p ensieri che ho condiviso con il primario che ha eseguito l’operazione e che mi è stato vicino. Devo ringraziare il Dott. Melatini per la sicurezza con cui mi ha operato, ma anche per la gentilezza che ha avuto nel supportare mia moglie ed i miei figli al di fuori della sala operatoria. Nei suoi interventi ha esaltato sempre le certezze dell’intervento e non i rischi e questo ci ha dato tanto coraggio. L’operazione non era delle più facili, soprattutto per la vicinanza con il midollo. Mi son svegliato in terapia intensiva con la frase più bella che potevo sentire: "Roby è andato tutto bene”.
Non sarei arrivato all’operazione sereno se però non avessi incontrato gli infermieri ‘speciali’ che mi hanno accudito. Tutti entravano in turno con un sorriso, con l’attenzione verso la persona, con la voglia di fare del bene; mi hanno accompagnato in ogni piccolo passo del mio percorso, dal darmi da mangiare ‘orizzontale’ evitando di strozzarmi, fino al lavarmi ogni qualvolta ne avevo bisogno e supportando mia moglie ed i miei figli nell’orario di visita. Sono stati loro la mia forza ed io con loro avevo voglia di sorridere. Inoltre ho sempre respirato aria di pulito e questo mi ha permesso di sentirmi un po’ a casa e più al sicuro dalle infezioni di cui in quei momenti siamo a rischio. Il decorso post operatorio l’ho seguito in reparto, dove sono stato accompagnato passo passo a rimettermi in piedi….non vi dico l’emozione della prima volta…è come se fossi rinato di nuovo ed il tutto l’ho condiviso con gli infermieri che si avvicendavano. Nulla lasciato al caso, terapia, controlli delle urine, utilizzo del deambulatore.. dimissione con le MIE GAMBE!!!
Le ferie ormai erano andate ed ho vissuto una esperienza terribile, ma splendida dal lato umano. Ho toccato con mano come al sud forse noi del nord dovremmo guardare di più…. ho toccato con mano la realtà della neurochirurgia di Lecce e posso solo parlarne bene. Parlando con familiari di altri pazienti in reparto, mi dicevano che non tutti i reparti dell’ospedale sono allo stesso livello. Questo mi ha confermato quanto penso da tempo: le famiglie, gli ambienti, i posti di lavoro, eccetera, sono fatti di persone, e le persone possono scegliere se fare le cose al meglio o al peggio. A quanto ho visto l’unità del Dott. Melatini ha deciso di fare le cose al meglio ed i risultati si vedono. GRAZIE!
Commenti
Una famiglia, eravamo tutti una famiglia. ❤️
Augurissimi per la vita.
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