Dettagli Recensione

 
Ospedali Riuniti di Jesi
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Ricovero

Mio padre arriva al Carlo Urbani in una situazione di scompenso cardiaco. Tengo a precisare che mio padre aveva una situazione di media gravità cardiovascolare, un morbo di Parkinson, un attacco ischemico nel 2005. RESPIRA con affanno, ma sia il cardiologo che il medico di base non mi accennano affatto all'eventuale scompenso o altra patologia. Attribuiscono la mancanza di respiro al fatto che le valvole del cuore non chiudano più. In pronto soccorso il medico di turno dice che per lui non si tratta affatto di scompenso, ma di problemi legati alla circolazione. Comunque lo fermano per la notte in pronto soccorso, dove non mi viene più comunicato nulla riguardo agli esami fatti.
La mattina dopo, trasferimento in medicina generale, tra infermiere ed OSS sempre poco gentili, di fretta e scocciate se vengono chiamate (non tutte).
Parlare con i medici è un'impresa, nell'ora di ricevimento non c'era nessuno (almeno nei giorni di nostra permanenza). Non mi viene detto che mio padre aveva la polmonite e che la causa del tanto affanno era quella. Che lo scompenso poteva essere stato determinato da quello. Vengono omessi dalla terapia giornaliera alcuni farmaci già usati a casa senza darmene motivazione (poi magicamente messi dopo tre giorni, dopo essere riuscita a parlare con un medico). Mio padre è morto, dopo tre giorni di ricovero, dicono per un trombo, partito e che ha causato un ictus. EH sì, perché il fatto che fosse un paziente che usava farmaci anticoagulanti, forse non è stato considerato, come la tanta stanchezza che aveva mio padre in questi due ultimi giorni di vita (come ho più volte segnalato). Il trombo sarà pur stato un evento imprevisto, ciò che lamento è la mancanza di ascolto dei familiari e la mancanza di notizie sanitarie in tempi rapidi.

Patologia trattata
Scompenso cardiaco.
Esito della cura
Nessuna guarigione

Commenti

1 risultati - visualizzati 1 - 1  
 
Per Ordine 
 
Inviato da Muratore ciro
27 Novembre, 2022
Mio figlio è stato ricoverato in Medicina per una acuta infiammazione al pancreas. La degenza è durata circa tre settimane, di cui due a completo digiuno. Dato che i valori stentavano a scendere, i medici continuamente stressavano mio figlio imputandogli di mangiare di nascosto, creandogli ulteriore stress. Hanno avuto un approccio alquanto discutibile sul piano umano. Si sono dimostrati altezzosi.. Dimesso dall'ospedale di propria iniziativa, ha eseguito gli esami del sangue e, quando è andato a fare la Tac di controllo, in reparto non hanno voluto prendere visione dei risultati dei valori ematici. Ha eseguito la Tac da quasi due settimane ed ancora non gli hanno comunicato l'esito, nonostante le ripetute sollecitazioni, tanto che stiamo valutando se procedere per vie legali. Ho abitato per 50 anni in Piemonte, ho frequentato ospedali in Piemonte e Lombardia, ma una cosa simile non la avevo mai vista.
Mi taccio anche sulla Ortopedia: richiesta visita durante il ricovero e procastinata di giorno in giorno, quindi effettuata dopo una settimana dalle dimissioni!
1 risultati - visualizzati 1 - 1