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Linfoma non Hodgkin
Agosto 2018, raggiungo Mimano dal Salento per un consulto col Dott. Agazzi che, vedendo la diagnostica, mi dice di iniziare la terapia subito data l'estensione del linfoma, proponendomi di trovare un posto letto nel suo reparto presto, ma che di certo avrei dovuto trasferirmi a Milano per 6 mesi per le conseguenze probabili di chemio, febbre, trasfusioni, ecc., paventandomi una situazione terribile, spingendomi praticamente a curarmi al Sud.
Purtroppo, a causa del suo ritardo nel visitarmi, saltò un consulto già fissato con un primario di un altro eccellente nosocomio milanese e, depressi, io e mio marito ritornammo a casa chiedendo poi al reparto ematologia più vicino, di curarmi lì (soffrendo per i tempi e la forte tossicità della terapia per un anno, di cui ero perplessa perché non condivisa dalla comunità scientifica milanese). Nel controllo successivo (dopo 5 mesi) il Dott. Agazzi smentì che mi sarei potuta curare allo IEO, perché non c'era posto.
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