Villa Maria Immacolata Roma
Recensioni dei pazienti
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Ricovero di mio papà
Desidero condividere l'esperienza all'interno di Villa Maria Immacolata.
Il mio papà è stato ricoverato dal 20 febbraio al 23 marzo 2020.
L'impatto, al momento del ricovero, non è stato felice... tutti noi vorremmo sempre il meglio per i nostri Cari, e le RSA, apparentemente non rispecchiano questi canoni.
Superato il primo impatto, però, devo accreditare ad ogni Singolo Operatore tutta la mia stima
Sono Persone che operano al meglio, nonostante le restrizioni di materiali e quant'altro, restrizioni legate alla ben nota mancanza di fondi.
Sono persone che si contraddistinguono per Valori che non si acquistano con l'oro del mondo.
Posseggono e trasmettono ai pazienti la loro Professionalità, ma SOPRATTUTTO: Umanità, Sorrisi, Disponibilità, Mani tese.
In questo "momento storico" di massima tensione, legato al Coronavirus, questo ha una valenza ancor maggiore.
Sempre Grazie a Voi Tutti e che il Signore Vi benedica.
Con gratitudine
Carla Cialoni
RINGRAZIAMENTI
36 GIORNI DI RICOVERO. UN RINGRAZIAMENTO ALLO STAFF MEDICO, INFERMIERISTICO E FISIOTERAPICO, IN SPECIAL MODO A CLAUDIA, LA COORDINATRICE, E AD ANDREA (IL PURGATORE).
DA RIVEDERE LA CUCINA: A PRANZO E CENA SOLO PASTA FREDDA.
Degli appunti
Struttura migliorabile nell'igiene e nei servizi in generale.
Un grazie comunque allo staff medico, infermieristico e fisioterapico, in special modo a Claudia Sambucini e Andrea Domianici.
Erisipela, medicazione fistola.
Solo un passaggio
Infermieri efficienti, competenti e gentili. Medici disponibili e senza dubbio con esperienza, ma a mio parere molto poco propositivi, poco spirito di iniziativa probabilmente dovuto a scarsità di mezzi e di motivazioni.
Mia madre, Rosa Maria Carmela, affetta da Alzheimer, è stata ospitata per un mese da questa struttura in post acuzie a seguito di ricovero al San Camillo per tromboembolia polmonare bilaterale conseguente ad una caduta accidentale in casa, da cui era derivata la frattura del bacino. In questo mese di ricovero è stata per lo più assistita da mio padre, che l'ha curata e imboccata costantemente per tutto il tempo che gli era consentito restare al suo capezzale, ma non credo che, in sua assenza, sarebbe potuta essere assistita così dal personale, in quanto è sottodimensionato rispetto alle esigenze ed al numero dei pazienti ricoverati. Tutti gli infermieri, i fisioterapisti, il personale ausiliario, sono estremamente gentili e validi. Un plauso particolare alla sig.na Cinzia e alla Sig.ra Maria Rosa per la cura della piaga da decubito sacrale insorta al San Camillo e non segnalata a noi familiari e nemmeno alla struttura stessa, nonché al fisioterapista, giovane e accorto - ma sicuramente sono troppo pochi per il tanto e duro lavoro che devono svolgere. Il vero problema, ahimè, è costituito dai medici che, forse perché la struttura, in un caso come quello di mia madre, è un passaggio tra l'ospedale e l'aldilà, o forse perché davvero non è in loro possesso alcuno strumento o macchinario utilizzabile per approfondire o intervenire per urgenze o casi complessi, non fanno quasi nulla per migliorare la situazione dei poco recuperabili pazienti e si limitano ad accompagnarli verso il loro inevitabile destino. Per non dire del medico di guardia notturno, il quale ben poco ha fatto di fronte alle richieste di intervento di mio fratello la sera prima del decesso, limitandosi a rimandare eventuali decisioni al medico titolare del turno successivo. Mia madre è deceduta per edema polmonare prima che questi potesse anche solo vederla.
Il nostro resta perciò un giudizio sospeso tra la gratitudine al personale e l'amarezza conseguente alla scarsa dedizione da parte dei pur cortesi medici.
La figlia, Tiziana
L'umanità, un fattore irrinunciabile
Sono la figlia della Sig.ra Maria Grazia GALLI, che oggi ha terminato il previsto periodo di sessanta giorni di cura presso codesta Casa di cura. Ho avuto modo di “toccare con mano” per la prima volta questa realtà, caratterizzata da molteplici situazioni e peculiarità, fra le quali spicca l’elemento umano, riferito, in ottiche diverse, sia ai pazienti sia al personale medico-infermieristico.
Dopo un breve periodo di ambientamento, ovviamente necessario per conoscerci reciprocamente, si sono creati i presupposti per instaurare un proficuo rapporto con tutto il personale appartenente al Vostro Istituto; con il trascorrere dei giorni, con molti si è creato anche un legame di sincera stima e fiducia.
Desidero rivolgere il mio più sincero grazie agli infermieri e agli assistenti, che hanno evidenziato tutti una concreta e solida professionalità e una encomiabile disponibilità, lavorando con continuo impegno e, non di rado, con sacrificio personale e riuscendo così a garantire un livello di gestione accettabile, nonostante la seria limitatezza di personale, che costituisce una indubbia grave criticità del “sistema”. Sicuramente per tale problematica ci saranno delle valide motivazioni, che, mi auguro, però, non siano limitate alla sola esiguità dei finanziamenti, in quanto la “salute” deve avere sempre, in uno stato civile, una elevata priorità.
Tornando al predetto personale mi piace ricordare che non pochi hanno mostrato una particolare e “calda” umanità; i pazienti sono quasi tutti anziani con problematiche sensibili, come mia madre, e per tutti loro ricevere un sorriso e una parola dolce equivale a vivere meglio una situazione difficile.
Vorrei nominare quelli che mi hanno particolarmente colpito, ma tale mio desiderio potrebbe non dare un giusto risalto ad altri, con i quali i rapporti sono stati minori o sono avvenuti in momenti più caotici.
GRAZIE...
Arrivata per la prima volta nella struttura, pensavo che fosse il posto peggiore del mondo. Poi però ho visto tutto il personale fare il proprio dovere anche con poche unità e voglio ringraziarli tutti, specialmente le terapiste: Claudia Sambucini e Vanessa Iscaki, che hanno preso in carico mio marito e tutti i giorni cercano di aiutalo. Il posto diventa unico quando è fatto da tante persone che ci credono ed è grazie a loro che i nostri cari hanno qualche possibilità!
Buona struttura
Ho avuto mia suocera ricoverata Gennaio/Febbraio. Voglio ringraziare il personale che con difficoltà riesce ad adempiere al proprio dovere e ad aver cura dei nostri cari. La pulizia non è eccellente, ma al San Camillo ho visto di peggio. Il vitto è eccellente e i medici con cui ho avuto modo di parlare sono stati cordiali. Un grazie di cuore a tutti. Antonietta
Ricovero mamma
Mamma Antonietta e' ritornata a casa. 90 anni gia' con problematiche legate alla sua eta', ma ancora abbastanza autonoma se aiutata, il 19 dicembre 2013, dopo una caduta, ha una frattura al femore. Ricoverata al San Camillo e nelle 48 ore operata. La grossa difficolta' e' stata trovare la struttura di riabilitazione. Il 2 gennaio 2014 finalmente e' stato trovato posto in questa struttura riabilitativa, in cui mamma e' rimasta fino al 28 gennaio 2014. La mancanza completa di un supporto psicologico ha permesso a mia mamma di trovarsi completamente indifesa e sola in quella condizione, non si capisce il motivo della rigidita' negli orari delle entrate quando soprattutto c'e' una presenza costante dei parenti. Non mi voglio dilungare sui commenti della gestione interna, perche' comunque riconosco il lavoro che c'e' dietro, infermieristico e medico, e che non si investa piu' nell'assistenza pubblica sanitaria, ma sottolineo la solitudine in cui sono immersi questi anziani, che e' la peggior malattia . e quindi alzerei questo punto di attenzione.
Un grazie a tutto il gruppo di fisioterapia, alla coordinatrice Claudia, alla fisioterapista Monica e a tutti i loro colleghi che hanno permesso di riportarci a casa mamma con un minimo di mobilita'.
Grazie
Sono la nuora della Sig.ra Luciana Menconi, ricoverata nella Vs. clinica nei mesi di settembre e ottobre. Ora è tornata a casa. Vorrei ringraziare tutti voi che lavorate nella clinica, medici, infermieri, inservienti, fisioterapisti, cuochi, assistenti sociali e amministrativi. Mi rendo conto che le difficoltà sono tante per voi, per i pazienti così anziani, tanto che quasi tutti hanno perso la loro autonomia, e anche per noi familiari. Ci sarebbe molto da fare per migliorare l'assistenza ma, malgrado le difficoltà economiche che sta affrontando l'Italia e tutti noi, avete fatto del Vs. meglio. A casa, essendo di nuovo vicino a mia suocera, ho potuto vedere che è stata accudita al meglio: ha la pelle di una bambina, vorrei ringraziare soprattutto il personale che curava la sua igiene personale. Solo una obiezione: forse ci sarebbe bisogno di più vicinanza e sostegno dal punto di vista psicologico. Sotto questo aspetto mia suocera è peggiorata. Penso che questo non dipenda solo dal tempo che passa e che, anche se a noi sembra poco, per una signora di 95 anni anche una settimana è molto per l'aggravarsi di certi sintomi. Spero che tornando a casa, nel suo ambiente, possa recuperare un po' della sua lucidità. Comunque grazie ancora.
Laura Bettini
Esperienza negativa
Dopo cinque giorni di P.S. al San Camillo, dove un "preparatissimo" medico ci ha comunicato la diagnosi per la quale mio padre era un "caso sociale e non clinico..." lo ha mandato alla clinica. Nella suddetta, dopo una valutazione (credo?), è stato messo in un letto con le sbarre, pannolone, catetere e fiala di sedativo; da qui la storia è comune a tutte le altre lette. Dopo qualche giorno gli ho fatto fare una visita specialistica con un neurologo esterno, il quale gli ha diagnosticato un disturbo bipolare con tanto di cura. Mio padre è ora a casa, dove ha ripreso a mangiare, ad andare in bagno ecc... in modo autonomo.
Insomma, se avete il minimo sentore che un vostro caro non sia arrivato alla fine, non lasciatelo in questi posti che, secondo la mia opinione, non sono luoghi di cura, ma semplicemente di accompagno per l'altro mondo.
Personale infermieristico insufficiente, non certo per colpa loro.
Problema pulizia
Presso Villa Maria Immacolata ho trovato una buona competenza medica, unità a professionalità da pare di tutto il personale, unitamnete ad una valida qualità dei servizi.
Ma è inconcepibile che nel 2011 la cucina non sia dotata di lavastoviglie e le posate spesso arrivano quindi ai pazienti ancora sporche perchè vengono lavate alla meglio in un grande ciotolo. Inammissibile!!
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