Urologia Ospedale Palermo
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Problema non risolto
Per dei calcoli renali vengo in contatto con il dott. Liberti Pietro, attuale medico della U.O. del Civico di Palermo, il quale mi propone una RIRS per togliere questi 3 calcoli, di cui uno incuneato al giunto pielo ureterale di 1,5 cm. che mi causava idronefrosi, e altri due nel gruppo caliceale medio di 9 e 6 mm. Dopo varie vicissitudini e dopo tre mesi di "richiamami la prossima settimana", riesco a farmi ricoverare, ma solo da pronto soccorso dopo forti coliche renali. Vengo ricoverato finalmente in Urologia, determinato a risolvere il mio problema e fiducioso della struttura e dei medici. Arrivato in reparto trovo una situazione che mai mi sarei immaginato, l'acqua dai rubinetti esce marrone, il cibo è scadente, le finestre serrate sia in camera che nei corridoi, un filo di aria pulita non puoi prenderlo neanche a pagare, gli infermieri caricati di lavoro e quindi costretti a dare poca assistenza ai malati. Risparmiano su tutto, pannolini, ago cannule, cateteri, farmaci, biancheria pulita. Avere assistenza era come chiedere un favore. Aspetto buono il giorno dell'intervento e, dopo tre giorni passati senza vedere il medico, i colleghi mi comunicano che il giorno dopo era prevista questa fantomatica RIRS per ripulire il rene da questi sassi. Chiedo l'ora e mi riferiscono che sarebbe stato di mattina. Finalmente arriva il giorno dell'intervento e io stanco e provato penso "finalmente facciamo sta cosa così risolvo il problema". Dalla mattina vengo spostato alla sera, cioè l'ultimo della giornata, e pensare che a seguirmi era proprio lui, il medico chirurgo Liberti, che sapeva quanto avevo aspettato e patito per risolvere il mio problema e che, essendo una calcolosi multipla, meritava più attenzione. Ebbene, vengo operato per ultimo e di fretta (ricordo le anestesiste che non vedevano l'ora di concludere la giornata) e io in anestesia spinale assistevo incredulo a ciò che stava succedendo. Morale della favola, riescono a togliere solo il calcolo nel giunto pielo ureterale, lasciandomi gli altri due. I miei genitori aspettavano il medico a termine giornata all'uscita per sapere come era andato l'intervento, lui dice che non li ha tolti tutti. Io il giorno dopo chiedo spiegazioni e, sempre in maniera scortese, mi viene detto che a causa di una sub stenosi non era riuscito a risalire al rene. Mi propone di monitorare le pietre restanti a mio rischio e pericolo e io, sapendo di potermi trovare ancora in emergenza e con il rene in sofferenza, non ci sto. Comincio a documentarmi e vado a Milano al San Raffaele, dove incontro un urologo chirurgo che mi spiega che l'intervento che ho subìto non era una RIRS, ma una URS. Cioè hanno usato gli ureterorenoscopi rigidi al posto dei flessibili ed è per quello che non sono arrivati al rene nei calici.
In questo momento scrivo dal letto del San Raffaele, dove mi hanno risolto il problema in modo definitivo senza problemi. Medici fantastici, infermieri sempre disponibili e sorridenti, il dottore che mi ha operato di una certa fama, conosciuto a livello europeo, considerato il luminare dei reni, finito l'intervento è venuto in stanza con tanto di umiltà e umanità, mi ha stretto la mano e dato una pacchetta sulle guance, e così che ho capito chi sono i veri medici.
Al Civico a me avevano detto che l'Urologia è un reparto di eccellenza, forse lo è, ma per mia esperienza non ho trovato niente di tutto ciò.
Biopsia transperineale
L'esperienza di quest'oggi è al limite tra il film comico e l'horror. È inverosimile, nonché privo assolutamente di umanità, che nel 2018 un medico si permetta di effettuare una biopsia transperineale con la minima dose di anestetico, in quanto quest'ultimo gli è caduto per terra, e che oltretutto affermi di non voler procurarsi una nuova dose di anestetico "perché ormai ho iniziato e non mi fermo"!
Mi chiedo: questi medici con chi pensano di doversi rapportare? Con oggetti inanimati?! Quale professionalità?
Verrà informato chi di dovere in altre sedi.
Autodiagnosi
Il Professore Savoca a detta di molti è un vero luminare. Purtroppo non posso dire lo stesso per un dottore della sua équipe, che se mi avesse visitato accuratamente si sarebbe accorto di ciò che avevo. Dolore post minzionale molto accentuato, curato prima come cistite, poi come prostatite con massicce dosi di antibiotico - che non faceva nulla. Un giorno vado a farmi una ecografia per mio scrupolo, e sottolineo mio scrupolo, per controllare la causa di un dolore intercostale e l'ecografista si accorge di un rene ingrossato a causa di una ostruzione all'uretere e mi si consiglia una uro-tac. Vado in reparto di urologia, incontro il dottore in questione e gli racconto l'accaduto. Mi rivolgo a lui preoccupato e gli chiedo se questa ostruzione possa essere un tumore. Il dottore si rivolge a mia moglie con fare quasi infastidito dicendole: signora, per cortesia, se lo vuole portare via.
Era un tumore e pure brutto e se non era per il mio scrupolo a quest'ora forse ero già morto.
neoplasia vescicale
I medici non danno spiegazioni e sono poco chiari. Non ne discuto la competenza, ma non dicono quello che fanno e perchè..
cosa significa urgenza?
Mio genero si reca al Civico di Palermo con un foglio giallo dato dal pronto soccorso di Bagheria e con una raccomandazione da parte del medico "è urgente" anzi è già troppo tardi. Al Civico lo segnano come codice verde... dopo ore di attesa e di lancinante dolore senza che nessuno gli dia un consiglio o gli faccia un antidolorifico, lo mandano al reparto di urologia. la dottoressa che lo visita lo rimanda al pronto soccorso dicendo che dovevano fare loro gli esami perchè è urgente e modifica il codice in giallo. Al p.s. gli rimettono il codice verde e lo fanno aspettare altre ore fin quando mio genero, tormentato sempre dal dolore lancinante, non ne può più ed alza la voce. allora si scusano dicono di avere "sbagliato" il codice e mettono subito la cartella in movimento. Dopo ore di P.S esce con un foglio da portare al medico curante per prenotare gli esami in un qualsiasi laboratorio, riflettete sui tempi dell'urgenza. Il giorno dopo meno male mia figlia e mio genero decidono di non andare in un laboratorio ma di tornare al civico; al reparto di urologia parlano con la capo sala che vedendo le carte fa una bruttissima faccia e chiama il medico che a sua volta chiama il primario, chiedendo un posto con una stra-urgenza. il primario dopo aver visto le carte ed essere sbiancato anche lui, dice che è una pessima situazione, che è molto brutta, che bisogna intervenire con la massima urgenza ma non ci sono posti, gli fa un altro foglio con il quale può fare tutti gli esami in ospedale in day-hospital, precisando sempre la fatidica "URGENZA". sembra che a questo punto abbiamo fatto un passo avanti, grazie alla nostra vigilanza altrimenti saremo ancora qua con le prenotazioni esterne. IN ambulatorio si arriva con 2 ore di anticipo ancora non era aperto, il famoso foglio urgente e per arrivare a fare tutti gli esami è stato necessario alzare di brutto la voce un'altra volta. Ora sono passati tre giorni, ancora si aspetta l'intervento con i dolori che nel frattempo non sono passati di certo, con la febbre con il rischio di una cancrena.
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