Urologia Istituto Tumori Regina Elena
Recensioni dei pazienti
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Errore nelle analisi
Dopo 2 visite con 2 dottori diversi per psa alto si decide per una biopsia della prostata. In seguito alla biopsia dolorosissima mi comunicano che debbo operarmi per un tumore e asportare la prostata in un colloquio molto poco umano ma esaustivo. Faccio la preospedalizzazione e due giorni dopo mi chiamano dicendo di aver sbagliato paziente e che non avevo nulla. In 5 volte che sono andato non ho mai incontrato lo stesso medico e da dopo la biopsia ho problemi a urinare ma ovviamente mi hanno liquidato disinteressandosi della cosa che ho fatto presente nell'ultimo incontro. Il giorno in cui mi hanno detto che non avevo nulla mi sono precipitato da loro e sono stato quasi preso in giro perché mi hanno detto: "pensi alla persona a cui invece dovremmo asportare la prostata come sta". L'unico che si è interfacciato in modo umano, ma sempre solo per telefono, è stato il responsabile del laboratorio analisi.
Dimissioni affrettate
Mia madre fa il pre ricovero il giorno 12.10 2017. Il professore Gallucci ci dice "entro il giorno 20 la operiamo subito". Mia madre però è anemica, quindi "non possiamo operarla è anemica". Ok, ma tu ospedale... fai qualcosa per far diminuire questa anemia causata da chemio, flebo, trasfusioni, punture... Invece niente.
Così mia madre, con un tumore alla vescica aggressivo, aspetta 2 mesi, con 0 controlli... Operata il giorno 30 novembre, dimessa con anemia a terra, dimessa che non poteva camminare per un dolore fortissimo ad una gamba.
Poi per dolori atroci al rene, alla gamba e con febbre a 39, viene portata al pronto soccorso del policlinico infezioni, dove le trovano infezione urinaria, anemia bassissima. Insomma, non mi dilungo tanto, ma la signora accanto a mia madre è ancora ricoverata, mentre mia madre con tutte queste patologie è stata dimessa di fretta e furia.
Personale: alcune donne graziose e premurose, altre è meglio che cambino lavoro.
Pessima esperienza
A mio padre di 72 anni è stato diagnosticato a luglio 2015 un carcinoma prostatico. Ha fatto la biopsia direttamente all'IFO. A causa di un blocco renale ad agosto gli è stato inserito catetere vescicale permanente. Ad settembre finalmente riusciamo ad avere una prima ed unica visita in clinica privata dal Prof. Gallucci. Il professore riceve solo privatamente in clinica ed opera poi in ospedale all'IFO; per il resto è praticamente irraggiungibile, per un consulto e delucidazioni sul da farsi bisogna elemosinare di essere ricevuti di straforo in ospedale, o riandare privatamente.
Dopo la visita, il prof. Gallucci indirizza subito mio padre per una prostatectomia totale considerato il carcinoma e il forte ingrossamento della prostata. Il professore dà una serie di esami da fare privatamente per iniziare la trafila burocratica per la lista di attesa in ospedale. Presa prima visita in ospedale, fissano il giorno della preospedalizzazione per il 5 novembre, richiedendo ulteriori esami clinici da farsi all'esterno della struttura. Nessuno segue il paziente nel suo percorso. Mio padre deposita gli ulteriori esami fatti nella sua cartella clinica in ospedale in attesa che lo chiamino. Nel frattempo mio padre a causa del catetere che deve essere sostituito ogni 20 giorni, con infezioni e costanti fastidi, finisce tre volte al P.S. in altro ospedale poichè l'IFO non ne è dotato.
Finalmente l' 1 febbraio 2016 viene chiamato dall'ospedale per essere ricoverato ed operato. Il primo giorno del ricovero i medici non sapevano neppure che portasse il catetere... sono tutti caduti dal cielo. Il secondo giorno convocano noi parenti stretti per dirci che lui non è un soggetto operabile con laparoscopia nè a cielo aperto per prostatectomia radicale a seguito delle sue ulteriori patologie (cardiopatico e occlusione dell'arteria carotidea). Prospettano quindi l'ipotesi di un intervento parziale senza anestesia totale, ma non in quell'ospedale perchè non è dotato di unità coronarica. Nel frattempo gli tolgono il catetere e fanno la prova se riesce ad urinare da solo.
Oggi, dopo 5 giorni di degenza in cui non hanno fatto alcun controllo nè accertamento per verificare il corretto funzionamento della vescica senza il catetere, che ha portato per ben 5 mesi (esame ecografico di prostata e vescica, uroflussimetria)- gli hanno solo chiesto se urinava - lo dimettono con prescrizione di terapia ormonale.. quindi ancora diversa da ciò di cui avevano parlato due giorni fa.
Nessun medico si era preoccupato di guardare la cartella clinica di mio padre prima di ricoverarlo per l'operazione. Il prof. Gallucci si è scusato per l'errore fatto.
Morale, siamo punto e accapo dopo 5 mesi di attesa buttati e abbiamo il dubbio che la terapia ormonale sia stata indicata solo perchè l'IFO non ha unità coronarica in caso di emergenza post operatoria.
Martedì mio padre ha una visita con un altro urologo di un ospedale pubblico e ricominciamo la trafila..
Ho intenzione di contattare il tribunale del malato.
Esperienza super negativa
Non entro nel merito delle capacita' del primario professor Gallucci (l'operazione da lui effettuata ha avuto complicazioni, ma voglio imputarle al caso), non imputo invece al caso la negligenza nell'assistenza e nelle indicazioni dati nel post operatorio. Prescrizioni importanti come i lavaggi vescicali non sono state date, i controlli semestrali blandi ma, soprattutto, non e' stata riconosciuta una ripresa della malattia. Niente da dire invece sugli infermieri ed infermiere del reparto.
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