Urologia Campus Bio Medico Roma
Recensioni dei pazienti
Filtra per malattia, intervento, sintomo
L'intervento è riuscito. Il paziente è morto
Il paziente, dopo 33 giorni di degenza dopo un intervento di asportazione della vescica e per sopraggiunti problemi polmonari, è stato dimesso nonostante 8- 9 scariche di dissenteria al giorno, e nonostante per quasi tutta la degenza non abbia ingerito cibo.
Dimesso con trasporto in ambulanza, è deceduto dopo 4 giorni per arresto cardiaco: la guardia medica intervenuta ha dichiarato che è morto per denutrizione.
Pessima esperienza
Dopo due visite a pagamento , mi viene fissato finalmente l'appuntamento per l'intervento presso il Campus. Prima mi viene fissata la data del 24 Giugno ma, nel mentre mi sto recando, arriva una chiamata per avvertirci che non c'era il posto letto, rimandandomi al giorno successivo, ovvero il 25 Giugno alle ore otto.
Arrivato puntuale alle ore 8.00, alle 17.00 - quindi dopo ben 9 ore di attesa, digiuno e senza bere - finalmente mi chiamano per l'assegnazione del posto letto. Ricoverato, dopo appena 15 minuti mi comunicano che il Dott. Flammia opera fino alle 20.00 e quindi mi dimettono rinviando l'intervento a data da destinarsi. L'assistente del Dr. Flammia mi fa anche presente che ero l'ultimo della lista, quindi mi chiedo del perchè io sia stato convocato alle 8.00?! MANCANZA DI PROFESSIONALITà e ORGANIZZAZIONE. Chiaramente questo episodio non finirà qua ma andrò avanti nelle opportune sedi.
Cordialmente.
Luigi Nocelli
Gestione interventi pessima
Sono stato ricoverato per 3 volte al reparto Urologia e per 3 volte, dopo aver aspettato tutta la giornata a digiuno e senza prendere un sorso d'acqua, mi hanno rimandato a casa.
Credo che questo reparto sia gestito con poca professionalità.
Dopo un mese di attesa..
La prima impressione è incredibile visti i nostri standard. Tutto appare funzionale e ben organizzato. Abbiamo avuto addirittura una gentile signora che ci ha accompagnato all'accettazione. Abbiamo pagato la non indifferente cifra di 150,00 euro e siamo saliti al secondo piano per la visita urologica col dottor Flammia. Dopo pochi muniti, parlando con altri "pazienti", scopriamo che le visite portano un ritardo di un'ora e mezza. Non sappiamo per quale strano meccanismo, ma dopo tre quarti d'ora veniamo ricevuti, prima di altre persone che erano lì già al nostro arrivo. È il dottore stesso che chiama per nome ma deve fare confusione se chiama prima chi è arrivato dopo, non rispettando affatto gli appuntamenti. I pazienti dicono che è normale, che è sempre così con questi luminari. Sarà normale, ma trovo profondamente ingiusto questa assoluta mancanza di rispetto per gli impegni altrui e soprattutto questa inspiegabile disorganizzazione. Entriamo e dopo alcuni minuti comincia "l'interrogatorio" perché di questo si è trattato. Dopo una domanda cerco di spiegare che ho dei documenti da mostrare e il dottore mi dice: "risponda alle mie domande". Forse ha perso di vista che di fronte ha un uomo con i suoi ventennali disturbi e le sue sacrosante paure al solo pensiero di essere obbligato ad entrare in questa oscura realtà sanitaria. Comunque non ho i riflessi abbastanza pronti per alzarmi e andarmene come meriterebbe la situazione. Quindi, finito l'interrogatorio, dove sono stato costretto a ridurre le mie risposte ad un sì o un no, passiamo alla visita. Mi viene detto di sdraiarmi con tutte le scarpe e tirarmi giù pantaloni e mutande su un lettino con un lenzuolino evidentemente già usato. Non vedo il rotolo della carta in giro e sommessamente accetto questa sporcizia. La visita è fatta da mano esperta col necessario gel per la scorrevolezza. Dopo non mi viene dato un fazzoletto per pulirmi per cui esco con il gel appiccicato nelle mie parti intime e sono costretto ad andare in bagno per togliere almeno l'eccesso. La bella cifra è servita per venire a conoscenza che un eventuale intervento al novanta per cento eliminerebbe l'eiaculazione, conoscenza acquisita vent'anni fa che qualche altro medico mi aveva detto non più valida in quanto nuove conoscenze permettono interventi più precisi e mirati che evitano questo inconveniente. Forse è vero forse no, quello che conta è che per l'ennesima volta mi sono trovato in una situazione di igiene precario e soprattutto davanti ad una persona che ha completamente dimenticato che di fronte ha un altro essere umano, preoccupato e spaventato per la disagevole condizione che l'ha indotto a rivolgersi ad un medico. Il fatto che tutto ciò venga ritenuto normale, non significa che lo sia e che si debba continuare ad accettare supinamente, in un ambito cosi delicato, queste situazioni e comportamenti.
Il dottore era evidentemente di fretta e affaticato, probabilmente avrà avuto le sue buone ragioni per essere cosi poco in ascolto. Forse dovrebbe rivedere i suoi ritmi di lavoro e ritrovare quella spinta interiore giovanile che lo ha indotto a studiare medicina, una professione che forse più di altre dovrebbe essere vissuta come Servizio al prossimo.
Biopsia prostatica: più attenzione
Sono la moglie di un vostro paziente e ci tengo a comunicarVi che da circa due anni mio marito è stato sottoposto ad un intervento alla prostata, tutto è andato benissimo.
Trovando oltre la competenza nella professione, un grande senso di umanità, nonchè una struttura moderna ed efficiente.
Mentre ora sono e siamo rimasti molti delusi del comportamento verso i pazienti dei professionisti che hanno fatto la biopsia nel giorno 28/10/2014:
Trascurati, disservizio, con pochissima trasparenza praticamente (presi in giro), umiltà e comprensione zero... praticamente si è persa la fiducia e speranza che avevamo in voi (in tutto) e questo ci dispiace moltissimo e mi auguro che non succeda più.
Ricordiamoci che la Vostra professione e onorabile missione, deve avere soprattutto tanta umiltà in quanto trattate con persone umane e come tale vanno trattate e non come pezzi di carta da lasciare in sospeso sulla scrivania...
Un cordiale saluto e buon proseguimento di lavoro sereno.
Altri contenuti interessanti su QSalute