Rianimazione 1 San Giovanni Addolorata di Roma
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Assistenza famigliare in terapia intensiva
Mia sorella è stata ricoverata il giorno 16 Dicembre 2019 in seguito a grave trauma cranico conseguente ad una caduta ed è entrata in coma. L'assistenza iniziale è andata bene nonostante la gravità del caso. Il chirurgo che l'ha operata è stato eccezionale, un reparto veramente eccellente. I guai sono cominciati quando l'hanno portata in terapia intensiva, in quanto non è un centro in grado di valutare i danni reali cerebrali e specializzato per aiutare le persone ad risvegliarsi dal coma, ti aiutano a rimanere in vita sostenendo mediante macchinari i parametri vitali. Strutture come Cavalieri di Malta, San Giovanni Battista, San Camillo, il Gemelli e un'altra struttura a Roma (quindi relativamente poche) hanno questi centri di unità di risveglio dal coma. Dopo solo quattro giorni, poiché non si risvegliava dal coma, non era reattiva per loro, ci hanno proposto di trasferirla in un hospice, dove si mandano i malati terminali... Non abbiamo firmato e acconsentito. Ci sono persone che hanno impiegato mesi o settimane per uscire dal coma, stiamo parlando di grave trauma cranico che richiede dei tempi, così abbiamo cercato altre struttre, purtroppo con tempi lunghi perché in cose come queste se non ci passi non trovi subito la soluzione. Siamo riusciti a farla rimanere in reparto per 25 giorni, mentre cercavamo un modo per trasferirla in una di queste strutture per questi gravi cerebrolesi. Ma purtroppo, dopo l'ennesima "minaccia" di trasferirla in reparto senza ausili del respiratore della terapia intensiva (e l'assistenza che ne deriva) se non avessimo accettato di farla trasferire all'hospice per il fine vita, abbiamo dovuto optare per l'hospice, senza contare le volte che l'hanno staccata dal respiratore in quei 25 giorni, così da dimostrare, come più volte ci hanno detto, che respirava autonomamente (invece subito dopo che lo toglievano ripeggiorava) per farla trasferire a tutti i costi. Non ci sono parole per quello che ci hanno fatto passare, questa esperienza può aiutare chi si trova in questa situazione, perché ci sono due soli neurologi in tutta Roma in grado di valutare queste persone, e aiutarvi nel seguire il percorso giusto. Purtroppo ne sono venuta in contatto il giorno che mia sorella è morta e non è stato possibile, dato che all'hospice, dopo essere stata tolta dalla terapia intensiva, ha cominciato a peggiorare dal primo giorno che è arrivata lì. Bisogna sapere chi contattare dopo aver ricevuto le cure iniziali in situazioni come queste. Tutte le persone che ci sono state per tutti quei giorni vicine, possono testimoniare quanto da me esposto. Anche se mia sorella non sarebbe sopravvissuta, o avrebbe riportato danni irreversibili, ciò non toglie che doveva essere valuta da un neurologo competente, come sarebbe accaduto se non si fosse aggravata non continuando le cure dovute, ma soprattutto questi pazienti devono essere trattati con un percorso adatto.
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