Radiologia Vito Fazzi
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Stava andando tutto bene e avrei dato il massimo dei voti, ma nell'ultima risposta/ consiglio datami da parte della dottoressa, l'ho trovata a dir poco frettolosa e piuttosto scocciata. Peccato, a Lecce siamo sempre alle solite.
La umanità verso i pazienti del Vito Fazzi
Il giorno 4 ottobre 2012 accompagnavamo mio padre al Vito Fazzi, una persona di 85 anni consumata dall'artrite reumatoide, diabetico, broncoasmatico, sofferente di cuore con pace maker ed impossibilitato a camminare.
Lo accompagnavamo quindi a fare una TAC perchè era stato scoperto un carcinoma all'epiglottide. Siamo arrivati dal retro della struttura, dalla parte della anatomia patologica (ci era stato consigliato essere l'ingresso più vicino).
Sono andato alla ricerca del reparto di radiologia e, dopo un dedalo di corridoi e di sbarramenti per lavori in corso, l'ho trovato. Ho chiesto se ci fosse un modo per portare un paziente in quelle condizioni fin là sopra (era al piano superiore) e mi hanno chiesto cosa volessi dire: volevo dire che se ci fosse stata almeno una sedia a rotelle, lo avrei portato io mio padre fino al reparto!! Ho chiesto una sedia a rotelle in tutto l'ospedale, l'ho chiesto a medici, l'ho chiesta ad infermieri, ma nessuno sapeva niente; un ospedale dove nessuno sa niente di niente...
L'ho chiesta al pronto soccorso, ma "non erano tenuti a dare sedie".
In reparto di Radiologia alla fine hanno detto che se volevo fare la TAC, mio padre dovevo portarglielo lì, non importa come (questo lo aggiungo io). Alla fine, scoraggiati, arrabbiati, delusi, amareggiati e non so cos'altro aggiungere, abbiamo trascinato, letteralmente, mio padre per quel dedalo di corridoi, un labirinto di 7/800 metri fin sopra al reparto di radiologia, dove GENTILMENTE e UMANAMENTE han provveduto a fare la TAC. INFINITE GRAZIE AL VITO FAZZI ED AI SUOI RESPONSABILI.
Cordialmente, Giacomo Melcarne - Ortelle-
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