Pronto Soccorso Policlinico Umberto I
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Nessun soccorso, né pronto né ritardato
Domenica 4 novembre vengo dimesso dal policlinico Casilino dopo essere stato sottoposto due giorni prima a coronarografia. Al momento di mettermi a letto, a casa, verso la mezzanotte, mi accorgo di un vasto ematoma che occupa tutto l'avambraccio sinistro, evento raro ma che può verificarsi dopo simile trattamento. Decidiamo con mia moglie di recarci al pronto soccorso e, meraviglia delle meraviglie, lo troviamo pressocché deserto alle ore 01,00 della notte. Infatti in due minuti ci viene fatta l'accettazione e, presa visione del problema, mi viene assegnato un codice verde e dopo circa 15 minuti vengo chiamato e portato in un box dove espongo alla dottoressa il problema, consegnandole inoltre la lettera di dimissione dell'ospedale, dove è riportata la mia condizione di cardiopatico 77enne con all'attivo tre bypass aorto-coronarici. La dottoressa esamina e palpa il mio arto molto molto malconcio, si prende la mia documentazione sanitaria, mi fa accomodare nella saletta di attesa per convocare o consultare un medico vascolare - e sono le ore 01.35. Alle ore 02.15, privo di qualsiasi notizia ,mi affaccio nel box della dottoressa e chiedo notizie; la sua risposta è che "il vascolare di guardia" non ha ritenuto il mio caso urgente e quindi non meritevole di un'indagine ecografica; la dottoressa in assenza di un esame del vaso sanguigno non ha ritenuto di fare alcun intervento, neanche un bendaggio elastico. Decido di firmare e vado via, alle 02.30 circa.
Tralasciando lo schifo di vedere il salone di attesa trasformato da molti in un dormitorio, ribadendo che rispetto alla norma il pronto soccorso era semivuoto, un cittadino non certo al top della forma, non riceve la benché minima indicazione sul suo problema e, se non mi fossi io riaffacciato nel box a chiedere notizie, non oso immaginare a che ora sarei uscito da un simile posto. Né pronto soccorso, né tardo soccorso, né informazione.
Disorganizzazione e ineducazione dei paramedici
Mi mandano da un reparto di cardiologia interna con urgenza: fibrillazione atriale in essere. Ore 13.58, fatta scheda codice Giallo. In sala d'attesa nessuno più si prende cura di te. Se vuoi sapere quante persone ci sono prima di te, in modo scortese non ti è dato sapere. Anche chi ha il codice verde, non so per quale motivo, acquisisce la precedenza, così come ubriachi eccetera. Il locale d'attesa è indescrivibile: c'è una promiscuità di patologie in nemmeno quaranta metri quadri. Alle 19.45 vengo finalmente accompagnato dalla dottoressa del pronto soccorso, persona cortese nei modi, che mi comprende sotto il profilo umano.
PRONTO SOCCORSO DA PAURA
Arrivo alle 14.00 di sabato per un'apparente banalità (corpo estraneo in un orecchio) e c'è tanta gente che staziona in più zone. Dopo qualche minuto di smarrimento, angosciato capisci chi è l'ultimo, ma è sempre caos. Le lettighe dei 118 hanno ovviamente la precedenza, ma chi è in fila dovrebbe essere subito accolto, invece attendi più di un'ora per avere il primo contatto. Poi si scende "all'inferno": ti aspetta un'attesa senza fine in un locale inidoneo con poche sedie accanto a gente che vomita e si lamenta. Alle 20.00 ne avevo ancora otto davanti, ma se fosse arrivata un'ambulanza sarei retrocesso... Insomma, ho contattato telefonicamente un otorino che privatamente mi ha visitato subito nella sua clinica ad un costo di 150 euro, soldi benedetti (per chi ancora li ha). Ho messo un bel 2 alla voce "competenza", ma per fiducia, perché al Policlinico, dopo 6 ore di inutile attesa, CHI L'HA VISTO UN MEDICO? E'una vergogna che un cittadino che paga le tasse riceva servizi pubblici della specie, si dovrebbero destinare al P.S. tutte le risorse di quella cittadella ospedaliera!
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