Pronto Soccorso Policlinico San Matteo
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Pessima assistenza
Entravo in PS alle ore 15:03 del giorno 04/06/2019 accompagnata da mio marito, dopo aver subìto un tamponamento alle 14:30 dello stesso giorno mentre ero alla guida della mia autovettura, con dolori alla schiena e difficolta' di espandere la cassa toracica per una normale respirazione. Accettata al triage con codice verde, mi veniva dato un numero di attesa "tv827", dicendomi di accomodarmi nella sala d'attesa insieme ad altre persone e che sarei stata chiamata o per nome o per numero. Passata piu' di un'ora, il mio problema peggiorava, quindi facevo presente la cosa all'infermiera del triage che mi aveva accettato, la quale mi faceva entrare all'interno dove ci sono le sale per le visite, dicendomi che appena si sarebbero liberate una della due sedie occupate da altri pazienti avrei potuto sedermi. Fiduciosa di essere vista un poco prima del previsto, attendevo. Mentre ero appoggiata al muro dolorante, passavano davanti a me e alle altre persone in attesa, gli infermieri, con padelle e pappagalli pieni, poco graditi per visione ed odore. Stanca e disgustata da quello a cui assistevo, ho chiesto che differenza ci fosse tra l'attendere dentro e fuori, mi e' stato risposto: "nessuna", quindi ho preferito uscire da dove ero venuta. Dopo circa un'altra ora venivo chiamata dal medico accertante, che mi chiedeva cosa era successo, spiegavo e facevo presente, oltre al dolore, la mancanza di respiro. Il medico mi comunicava che avrei fatto delle lastre e se ci fosse stata compromissione alle costole avrebbe dovuto valutarmi un altro medico (magari nel frattempo mi si poteva almeno provare la saturazione, non pretendo anche la pressione, forse era un po' troppo). Mandata in un'altra sala d'attesa, attendevo la chiamata per la Rx; tardando ad arrivare, chiedevo spiegazioni, questa volta era colpa dei computer che erano bloccati. Dopo una sana sfuriata e una richiesta di un antidolorifico per il dolore che peggiorava, mi venivano fatte le lastre e poi ancora in attesa per il referto e la tanto attesa diagnosi. Intorno alle 18:30 venivo richiamata dal medico accettante che mi comunicava che dalle lastre non risultava nulla e allora mi veniva praticato un "toradol" im. Forse per premio vista la mia forza nel sopportare il dolore. Poi mi facevano riattendere nella sala d'attesa, un'altra ora, a detta dell'infermiere, "sotto osservazione" dei pazienti seduti li' con me. Alle 19:43 venivo dimessa. La mia conclusione al poema scritto? Fortunatamente non mi e' successo nulla di grave durante l'attesa. Ho lavorato per trentanni in ospedale come infermiera, certo e' che se la sanita' funziona cosi' adesso capisco un sacco di cose e mi conforta il fatto di aver lavorato in un periodo in cui il paziente era rispettato e considerato un umano e non un numero "tv827".
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