Pronto soccorso Policlinico Monserrato
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Non so neanche trovare le parole
Attesa di 14 ore e mezza per delle intense vertigini in un malato oncologico e diabetico. Attesa snervante e priva di qualsiasi assistenza da parte del personale (ovviamente carente). Nell'arco di queste ore sono stati effettuati esami del sangue, dopo 3 ore rilevazione glicemia, dopo altre 2 ore rilevazione e pressione sanguigna. Alle 3.00 del mattino si decide una Tac alla testa in cerca di metastasi per giustificare le vertigini; alle 4.15 referto della Tac per fortuna negativo e richiesta di visite specialistiche neurologiche e otorino, che non erano al momento reperibili. A questo punto il paziente ha firmato per potersene andare da questo incubo di tempi lunghissimi tra tutti gli esami effettuati e la mancanza di assistenza per i bisogni fondamentali per un malato. Questa è la sanità sarda(?!).
Pronto Soccorso senza prontezza, ad averlo saputo.
Sono stata portata in ambulanza al Policlinico di Monserrato il 20 Marzo per vertigini talmente forti da non poter stare in piedi, nausea e relativo reflusso.
Ore 13:30 arrivo in ambulanza, 1 ora di attesa nell'ambulanza parcheggiata, ore 14:30 trasferimento in un letto di pronto soccorso, nessun Triage, nessuna rilevazione di parametri vitali, nessuna possibilità d'avere un parente vicino per l'ovvia impossibilità da parte mia di stare in piedi da sola. Ore 18:30 chiedo se fosse possibile sollevare lo schienale per poter almeno stare un pochino seduta, risposta "Signora, è meglio nel suo caso che lei stia sdraiata, ha le vertigini, potrebbe avere un mancamento e cadere di lato". Per 19:30 faccio presente a un infermiere che le nausee dopo ore di assenza sono riprese e la testa dopo 12 ore e mezzo senza mai potermi sollevare dal letto, aveva iniziato a pulsare dolorosamente, risposta: "Signora dopo tante ore con le vertigini è normale". Ore 20:30 allo stremo delle forze e senza più speranze d'essere visitata, senza aver ricevuto nemmeno una flebo per evitare la disidratazione non avendo bevuto in tutto il giorno (particolare che nessuno degli infermieri posti lì proprio per occuparsi dei pazienti s'è minimamente preso la briga di chiedere), chiedo di poter firmare e andare a casa. Allorché una infermiera, comunque in modo educato e pacato, mi dice "Signora lei per noi non è una priorità, lei non è in pericolo di vita, fosse per me la farei entrare subito ma abbiamo dei casi difficili dentro, se lei volesse rimanere qui c'è ancora da aspettare ore, eh sì ore, il suo caso scala di molto perché anche l'ultima signora che è arrivata non sta bene. Se uno dei nostri dottori non la visita noi non possiamo decidere di mandarla al reparto Otorinolaringoiatria o quello di Neurologia, capisce? Siccome però noi non siamo degli schiavisti e non possiamo costringere nessuno a rimanere, lei mi firma un foglio in cui rinuncia alle cure e può andare via". Ho firmato e sono andata via. Spero di non avere mai più bisogno di loro.
Pronto soccorso
Due le mie esperienze.
A novembre dolori addominali e pelvici molto forti. Passo prima in ginecologia, non rilevano nulla, mi mandano al pronto soccorso. Dopo 5 ore di attesa non mi chiamanom ma i miei dolori continuano, così abbandono il policlinico e vado al Brotzu, dove mi visitano e mi diagnosticano appendice acuta e corpo luteo emorragico con noduli di endometriosi a ovaie e sigma. Operata. Per fortuna mi ero avviata ad altro pronto soccorso...
Seconda esperienza giorni fa per dolore toracico. In sala eravamo solo in 3 persone, dopo un paio d'ore ho chiamato un cardiologo esterno per farmi una visita (è stato così gentile...) ed ho abbandonato il pronto soccorso.
Non esiste solo il Covid!!!!
Dolore toracico.
Pronto soccorso
Gentilezza e professionalità.
Ringraziamento ed elogio
Vorrei ringraziare tutto il personale medico e paramedico del Pronto soccorso del Policlinico Universitario di Cagliari. Il giorno 02.02.2021 mi sono dovuta recare al predetto Policlinico per una caduta accidentale in casa. Sono stata assistita in maniera eccellente e soprattutto amorevole da parte di tutti.
Grazie di cuore.
Fibrillazione ventricolare
Premetto che, consapevole del periodo contingente, le mie rimostranze hanno un valore relativo. Arrivato verso le 9.00 del mattino per una fibrillazione ventricolare destra, in un arco di tempo ristrettissimo, circa 15 minuti, mi sono state effettuate tutta una serie di analisi necessarie per la visita cardiologica dal meraviglioso personale paramedico. Dopo 4 ore di attesa senza mai essere stato visto da un medico, sono stato trasportato in una stanza in attesa della visita. Ho fatto presente che non era previsto il mio ricovero, anche perché mia moglie era in attesa all'esterno sotto il sole (vista l'emergenza COVID-19) e non poteva rientrare a casa perché non patentata. Considerata la situazione, ho chiesto i tempi previsti per la visita cardiologica ma mi è stato risposto che non potevano garantirmi che la visita sarebbe stata effettuata in giornata, forse il giorno seguente. Il mio disappunto non è certamente riferito ai medici e paramedici, gentili e professionali, ma all'organizzazione della struttura ospedaliera. Comunque grazie.
Ringraziamento al pronto soccorso
Vorrei esprimere il mio immenso ringraziamento al personale del Policlinico di Cagliari che in data del 25 ottobre alle 9.00 circa, si è preso cura del ragazzo olandese dello scambio giovani del Rotary. Il ragazzo è stato assistito con grandissima professionalità, competenza, empatia e umanità.
Esprimo la mia gratitudine agli infermieri del triage, mi dispiace davvero tanto ma non ho prestato attenzione ai loro cartellini, ero spaventata per lo stato di salute del ragazzo.
Alla Dott.ssa Cadoni Roberta che ha permesso a me e mio figlio, di fare da interprete affinché l'anamnesi fosse il più accurata possibile.
Agli infermieri e Oss presenti in ambulatorio.
Al Dott. Orecchioni Wolfgang che ha seguito il ragazzo con amore paterno sino alla dimissione avvenuta in giornata alle ore 19.00.
Si parla tanto di malasanità e di personale maleducato, arrogante e sempre al di sopra delle righe, io invece mi sento di spezzare una lancia nei confronti di tutto il personale sanitario che oggi si è preso cura di noi.
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