Pronto Soccorso Pediatrico Ospedale Pordenone
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16/4 ore 03:50 del mattino arrivo con mia figlia al PS pediatrico civile di Pordenone. Premetto che la dottoressa di turno la notte precedente, alla quale ho telefonato per un consiglio, mi ha detto che se la situazione della piccola si fosse protratta anche nella giornata seguente, mi sarei potuta tranquillamente recare "da loro" in PS. Difatti dopo 24 ore, seguendo tale consiglio arrivo in pediatria. Dopo un'ora e il rituale stick urine, arriva dal corridoio a sinistra dell'ingresso del reparto la dottoressa. Testa bassa ed espressione molto seria, senza guardarmi mi dice: venga pure. Seguo in ambulatorio. Mi chiede i fatti ed espongo, mostrando referti precedenti del PS ed esponendo gli eventi presso il pediatra di libera scelta, fino ad arrivare alla telefonata della sera prima a una sua collega del PS.
Sicuramente mia figlia non era in quel momento un codice rosso e forse nemmeno giallo, ma se dopo tutte le cure che ho seguito dal 25 marzo scorso in poi arrivo a presentarmi in PS alle 4.00 del mattino del giorno di Pasqua, e visto che non sono al primo figlio, visto che ho un'eta' matura da distinguere un raffreddore da quel qualcosa di più, direi che il fatto di essere lì non era per me cosa piacevole.
Ancor meno piacevole pero' è stata per la dottoressa. Non mi ha mai guardato in volto mentre le raccontavo, ho notato che era stanca, pertanto ho ritenuto di soprassedere. Poi la signora dottoressa decide di visitare la piccola che era visibilmente e acusticamente infastidita, d'altronde lo e' da parecchi giorni e notti. Al suo lagnare, la signora dottoressa strizzava gli occhi visibilmente infastidita pure lei. La visita è stata professionale ma fredda, distaccata... se l'avesse fatta un robot sarebbe stata più' umana. Ne' uno sguardo alla bimba che urlava, ne' un sorriso che la piccola cercava in quel momento nella persona che la stava toccando ovunque. Niente, solo quello sguardo accigliato e quella bocca serrata che nemmeno mi aggiornavo sullo stato di salute. Termina la visita e nel bel mezzo del silenzio ho chiesto: dottoressa, mi scusi ma sento di averle fatto qualcosa, ce l'ha mica con me?
Sicura di non aver avuto mai dei precedenti con questa persona, aspettavo una risposta del tipo: no signora mi scusi, sono solo stanca. E invece la dottoressa mi dice: beh' sa, venire qua alle 5.00 del mattino dopo che sua figlia ha la febbre da 14 giorni.. Allora le ho chiesto ironicamente: perche'? È' troppo tardi ormai, o è per l'orario? E lei: beh' sono le 5.00! Alche' ne è nata una discussione in cui le ho detto tutto quello pensavo della situazione. Non esplicito perche' mi sembra ovvio. Inizialmente la dottoressa mi rispondeva a modi "martello pneumatico" : io la bambina l'ho visitata, io la bambina l'ho visitata... e via così' per dieci ripetizioni. Ok la bambina è stata visitata e secondo lei non era il caso di disturbarla oggi alle 5.00. E allora perché alla fine, invece di rimandarmi a casa con ibuprofene e tachipirina, le ha fatto eseguire gli esami di laboratorio dicendo pure che se non fossero stati nei range, c'era la possibilità di ricoverarla? Avuti i risultati parziali in parte alterati, ho comunicato che se ad esami completamente refertati si fosse reso necessario il ricovero, di certo non l'avrei permesso in questa struttura. La dottoressa giovane e in carriera e probabilmente molto competente avrebbe bisogno : 1 ) di iniziare a curare figli suoi 2) di avere la consapevolezza che la specializzazione in pediatria è una vocazione ancor più profonda di quella in radiologia (senza mancare di rispetto ai sig. Radiologi) . Ospedale amico del bambino? Mha', sono solo certificazioni propagandistiche secondo me. nemmeno le infermiere le trovo così "adatte" ai bimbi. Mai conosciuto il primario, ma gli consiglio di far partecipare la sua equipe a uno di quei corsi di umanizzazione.. I fumetti meravigliosi di Ugo Furlan non bastano ai bimbi malati.
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