Pronto Soccorso Ospedale Ramazzini
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Scortesia e incompetenza all'accettazione
Scrivo per conto di mia madre, Cicero Giuseppina, malata oncologica in cura presso l'ospedale Ramazzini di Carpi. Tristemente nota alla struttura per patologie gravi, quali un mieloma multiplo, crolli vertebrali, insufficienza renale, cardiopatia grave, eccetera, ieri (26 aprile 2017), su forte sollecitazione dell'oncologo, portiamo mia madre al pronto soccorso per un'occlusione di arterie di entrambe le gambe (certificata). Mia madre (circa 40 kg.. e sta in piedi per miracolo), rimane 7 ore in attesa senza che nessuno la visitasse. Il medico all'accettazione (signora bionda con gli occhiali, in turno fino alle 20.00 circa), si è dimostrata, nonostante varie "suppliche" e richieste di chiarimenti, incredibilmente maleducata, arrogante e profondamente incompetente. Mia madre, alle 21.00 circa, sfiancata, andava a casa senza aver ricevuto nessuna cura. Ovviamente adiremo le vie del caso.
Accettazione maleducata
Ci siamo recati al p.s. di Carpi in appoggio, convinti di ricevere la degna accoglienza che un malato di oncologia nei suoi ultimi giorni/mesi di vita dovrebbe ricevere. Dopo chemioterapia a Milano, doveva rimuovere le flebo che aveva in vena (port). Premetto che purtroppo il paziente si ferma a Carpi perche non riesce a trascorrere il viaggio sino a destinazione in Campania dopo la chemio, dovuto agli effetti collaterali. Ebbene, nonostante avessimo accordi con il reparto oncologico, l'infermiere in accettazione, GIULIANO FELICE, per ben 2 volte all'accettazione con maleducazione, mancanza di umanità (mostrata anche nei confronti di altri pazienti), prepotenza, commenti impertinenti (del tipo "come mai avete accompagnato in 3 un paziente?", dimenticando che in caso di malessere improvviso durante gli spostamenti, più siamo a sorreggerlo e meglio è..) rendeva la situazione, gia' straziante, ancora più problematica. Devo dire che dopo molte insistenze siamo riusciti ad entrare dal medico, che con competenza e gentilezza trattava con il nostro parente. Il problema lo crea solo il suddetto infermiere e si provvederà ad esporre i fatti a chi di competenza.
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