Pronto Soccorso Ospedale Padova
Recensioni dei pazienti
Filtra per malattia, intervento, sintomo
Dimissione che è stata una condanna
Martedì 15/11/2022 alle 21.00 circa, mia madre è stata portata al pronto soccorso Covid in seguito alla telefonata del suo Medico Curante che, conoscendo bene le problematiche e le difficoltà dovute alla sue patologie pregresse e alla gravità che avrebbe portato la positività al Covid, se adeguatamente assistita avrebbe potuto avere almeno qualche possibilità. Il dottore che l'ha presa in carico, trovandosela davanti, invece che leggere quanto scritto dal medico curante, e adoperarsi al meglio per intervenire, mi ha telefonato sgridandomi "perchè me l'avete mandata al PS, è una paziente non grave, plurivaccinata che può essere curata benissimo da casa", che voleva capire da me cosa avesse mia madre invece che essere lui competente nel fare un'anamnesi adeguata. Dalle 21.57 alle 01.11 del giorno dopo, ha effettuato una serie di analisi, fra cui la lettura frettolosa di una RX toracica - anche poco leggibile (considerazione fatta dall'infettivologo), richiamandomi poi dopo 2 ore dicendomi che "in ospedale pazienti fragili, secondo le statistiche, è meglio che stiano a casa" e, senza considerare che tutti i valori si stavano alterando, ha optato per una dimissione. Mi ha rimproverato di non conoscere bene la patologia (cerebropatia vascolare) di mia madre, che assisto h/24 da 3 anni, volendomi spiegare come intervenire in futuro, con alimentazione parenterale e cure domiciliari, quando invece doveva solo intervenire affinchè il Covid non facesse precipitare il suo quadro clinico, visto che del PS Covid stiamo parlando. Poco più di 24 ore dopo mia madre è andata in scompenso respiratorio e ora è ricoverata alle malattie infettive, in prognosi riservata in condizioni estreme e senza possibilità di miglioramento, con un quadro neurologico inevitabilmente compromesso.
Pessima esperienza personale
Arrivata al triage con mio figlio minorenne che non riusciva a parlare a causa di un attacco d'asma, l'addetto al triage continuava a dire che non dovevo parlare io, ma mio figlio. Ci mette il codice bianco, allorché gli dico che il ragazzo ha una patologia e se dovesse succedere qualcosa la responsabilità era sua! Cambia il codice in giallo, il minore entra in area rossa da solo, ma fa fatica a respirare e a parlare, si tiene il petto, i medici credono che abbia un infarto; il ragazzo terrorizzato fortunatamente riesce a dire asma.
Troppa attesa
Non ha senso: arrivato con un dolore insopportabile, loro scrivono "sofferenza media" e poi ti fanno aspettare una giornata intera.
Al PS per mancanza di vista
Sono stupita dei pochi commenti. Sono sicura che quanto accaduto a me sia accaduto a tanti.
Non è giusto che "portiamo pazienza perchè in PS è così"..
Sono arrivata verso le 15.45. Avevo perso la vista per 10 minuti e mi sono spaventata.
Dopo un'ora di sala d'attesa mi ha ricevuta una dottoressa, ottima, che mi ha prescritto una Tac cerebrale.
Dopo un po' mi chiamano ed eseguo la Tac.
Poi scopro, molto dopo, quando ho detto che volevo uscire su firma (8 ore e 30 di attesa mi sembravano sufficienti e non ne potevo più), che alle 19.30 mi erano state prescritte, senza dirmelo, anche visita neurologica e visita oculistica.
Perchè nessuno mi ha detto nulla???
Da quel momento il nulla per tipo 5 ore.
Quando ad un certo punto sento il mio cognome, chiedo agli ambulatori e tutti dicono che non mi avevano chiamato (non che mi sembrassero sudati di lavoro).
Chiedo di nuovo alla signora infermiera del banco che mi dice che c'era un altro paziente maschio con lo stesso cognome. Ma NON HA FATTO ALCUN CONTROLLO AL PC. Magari, se di degnava di controllare, avrebbe scoperto se era la mia chiamata per la visita neurologica od oculistica. Devo dire che gli addetti non si sono certo prodigati per trovarmi e che la tizia al banco mi ha totalmente fuorviato.
Che inefficienza!!!
Dopo molto altro tempo, vedendo che molte altre persone, compresi quelli della TAC miei "compagni", venivano dimesse, chiedo più volte notizie sempre alla stessa signora infermiera al banco, non essendoci altra possibilità, la quale non fa altro che dirmi che che devo aspettare "sono tutti nella sua situazione".
Dopo otto ore e mezzo di attesa, distrutta, chiedo di uscire su firma e l'infermiera al banco entra in panico (ma va?) dicendo che devo parlare col medico .
Perchè? fino a quel momento sono stata lì per diletto??????
Magicamente vengo ricevuta dalla dottoressa.
Mi hanno detto (vero o non vero? Protezione interna?) che la "neurologia era sta bloccata e loro non lo sapevano".
Ora, come sia possibile che la "Neurologia" di un nosocomio come l'Ospedale di Padova sia "bloccata" ci credo ben poco.
Comunque sono uscita da quel posto. Facile dire che "è sempre pieno" se le persone vengono tenute in attesa così. Se io non avessi puntato i piedi, quando sarei uscita di lì??
Tra l'altro per fare 3 provette di sangue mi hanno conciato il braccio in malo modo e lasciata su sedie di ferro assurde pur avendo un'evidente artrosi alle ginocchia, constatata dalla prima dottoressa che ha visto le mie difficoltà a scendere da un semplice lettino.
Voto zero.
Se mai farò un altro accesso a questo PS, sarà perchè incosciente o in ambulanza.
Andate altrove, per carità.
Personale molto scortese
In data 28/02/2016 a seguito di significative recidive riguardanti molteplici infiltrati corneali molto dolorosi che mi causarono una parziale perdita della visione, annebbiamento ed una marcata insufficienza della messa a fuoco dell'occhio sinistro, mi recai al Pronto Soccorso di Padova per accertamenti del quadro clinico in questione. Nonostante alla receptionist mi misero al corrente dell'assenza di un oculista, mi invitarono a restare per essere visitato da un medico generale con conseguente chiamata di un oculista qualora vi fosse un quadro clinico urgente. Successivamente un medico mi ricevette molto sgarbatamente, e molto svogliatamente, senza ascoltare il motivo per il quale mi fossi recato al PS, mi disse di tornare il giorno successivo e che il dolore non è un'urgenza. Alchè gli mostrai invece l'occhio dolente, rosso e lacrimante, inutilmente in quanto l'operatore sanitario stava già stampando i fogli per la mia dimissione presentandomi una fattura di circa 25 euro.
Per via della tardiva diagnosi, i molteplici infiltrati corneali dal giorno del Pronto Soccorso hanno evoluto in ulcera corneale da Acanthamoeba, con infiammazione purulenta del bulbo oculare, attualmente in cura in altra sede.
Assurdo!!!
Entro alle 9.30 del mattino al pronto soccorso in ambulanza con mia madre, con tumore in metastasi al pancreas e stomaco, sotto impegnativa del medico condotto per fare piic o cvc, per permettere l'applicazione della flebo. Dopo aver fatto radiografia e tac bianca (solo due esami), viene dato l'ok a ricoverarla solo alla sera verso le 19.00. Dieci ore di tormento, dove non sapevo cosa mia madre dovesse subire. Nel frattempo dovevo somministrare io le gocce di morfina e mia madre mi diceva "quando mi porti a casa" stanca di aspettare su un lettino. Non vi dico del medico del pronto soccorso, sgarbato e arrabbiato perchè il mio medico condotto non era riuscito a fare la flebo, che ci ha detto: "ma sa che io potrei rimandare a casa sua madre?!!".
E' stato un giorno drammatico.
Altri contenuti interessanti su QSalute