Pronto Soccorso Ospedale Caserta
Recensioni dei pazienti
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Pessimo
Il pronto soccorso di Caserta è a mio avviso pessimo per molteplici motivi.
I pazienti vengono abbandonati sulle barelle per ore come sacchi di patate.
Questa sera ho avuto una controversia con la reception in quanto l'addetta doveva fare "cambio turno", quindi le chiedo se poteva verificare il numero telefonico in caso di necessità, visto che mia nonna (situata in pronto soccorso da giorni con un infarto) potrebbe non sopravvivere e, qualora succedesse qualcosa, noi familiari dobbiamo essere avvisati. Lei risponde che il numero è disponibile nella scheda di mia nonna senza neanche chiedere i dati anagrafici!! Quindi come fa a sapere che c'è?! Avviene il cambio turno, d'altronde la reception in questa fase è sprovvista di operatore, quindi se succede qualcosa nessuno viene indirizzato... Successivamente si siede l'altra operatrice e mi detta un numero errato e dice addirittura che il server lo ha generato automaticamente (come se uno fosse stupido). Ma io mi chiedo: ci fate o ci siete? QUI SI TRATTA DI VITE UMANE.
Aggiungo che mia nonna era stata ricoverata una settimana prima nel reparto Neurologia e dimessa una settimana dopo in condizioni pessime di come ricoverata, con respiro affannoso, offuscamento, metà viso paralizzato e il dottore ha affermato e sostenuto che stava bene e poteva essere dimessa! Ebbene, dopo neanche un giorno le è venuto l'INFARTO.
Pessima esperienza
Pronto soccorso poco attrezzato, infermieri poco ospitali, personale poco educato.
Nessuna predisposizione ad accogliere i pazienti
Nessuna comprensione da parte dei medici, che dovrebbero chiamare i pazienti per nome e cognome e spiegar loro quello che gli stanno facendo, ma tutto cio' non accade. L'ospedale e' dei pazienti, non dei medici. Oltretutto fanno 12 ore ininterrotte di lavoro e quindi scaricano sui pazienti la loro stanchezza e rabbia.
Personalmente ho aspettato ben 10 ore nella sala d'attesa, per non essere preso in carico da nessuno.
Da chiudere
Dopo 12 ore di estenuante attesa e per il secondo giorno consecutivo, dopo diversi esami ripetuti senza portare a nulla, finalmente alle ore 9.00 del secondo giorno mi si conferma il tanto "sospirato "ricovero" in Neurologia.
Questo alle nove del mattino; nel reparto aspettano il paziente, ma al pronto soccorso non si trova un OSS per accompagnare il paziente in corsia dopo 7 ore di attesa. Tra me penso sia un caso, ma non è proprio così. Dopo altre due ore di attesa (nove in totale) finalmente arriva il mitico OSS che mi accompagna nel reparto. Quindi, dopo ben 10 ora di attesa, in reparto mi sento dire che i posti letto erano per due donne e non per uomini - a quel punto anche Giobbe avrebbe sbottato - e mi si propone di aspettare ancora e che sarei stato chiamato per dormire nel pronto soccorso e che l'errore era solo uno scarica barile. Conclusione che, dopo l'ennesima lite tra pazienti, pazienti ma non martiri, ed il così detto staff medico e paramedico, dopo 15 ore di attesa senza alcun risultato ho mandato tutti affa e sono andato via.
Conclusione? Questo ci meritiamo.
Incompetenza
Ci tenevo a dire questa cosa per salvaguardare le persone che accorro al PS per qualche emergenza: il dottor P. ha mandato a casa mia nonna con in emorragia cerebrale, causata da una caduta, dicendo che non era nulla di grave. Me la sono ritrovata la mattina nel letto in coma. Non voglio aggiungere altro.
Presunta frattura caviglia
Consentitemi di denunciare l'esperienza allucinante da me vissuta in questo luogo denominato "pronto soccorso", il cui personale medico-sanitario, operativo nelle ore della mia lunga attesa, e' totalmente carente dei fondamentali principi deontologici posti a base della professione che pensano di esercitare. Giungo in ospedale trasportata da un'ambulanza in seguito ad una caduta per strada che mi crea immediatamente un enorme gonfiore alla caviglia insieme ad un crescente e lancinante dolore, tale da far sospettare, ai medici di primo soccorso, ad una frattura. Vengo lasciata in una stanza in attesa di un'urgente radiografia ma... dopo due ore trascorse ad elemosinare l'attenzione di qualche dipendente sanitario, sbuffante ed infastidito, sono ancora li'... con un dolore sempre più intenso e insopportabile. Dulcis in fundo, con l'aiuto della sedia a rotelle, riesco ad uscire dalla camera dell'eterna attesa, entro nella sala in cui c'erano alcuni medici a discutere, chiedo aiuto ad uno di loro (il dott. Natale) e ricevo la seguente risposta: io non so quante altre ore dovrà aspettare; io ho da fare; esca immediatamente (e con la mano spingeva la carrozzina su cui ero seduta). E' a quel punto che gli ho chiesto il suo nome. Ho immediatamente chiamato mio marito e sono andata via da quel pronto soccorso, recandomi in una clinica specializzata. In conclusione mi domando: perché dei medici poco umani e negligenti devono lavorare in luoghi in cui la sofferenza delle persone impedisce alle stesse di difendersi adeguatamente?
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