Pronto Soccorso Fatebenefratelli e Oftalmico Milano

 
3.7 (31)

Recensioni dei pazienti

4 recensioni con 1 stelle

31 recensioni

 
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Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Attese estenuanti per casi non gravi

Blocco intestinale identificato, mi abbandonano per la notte e giorno seguente in corridoio con altri 10 pazienti in monitoraggio.
Ma darmi una cura e mandarci a casa? Chiediamo ma dobbiamo rimanere in attesa di un medico che ciondola in corridoio.
Bagno sporco, garze sul pavimento anche dopo le pulizie.

Patologia trattata
Blocco intestinale.
Esito della cura
Guarigione parziale
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
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Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
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10 ore di attesa

Ritengo vergognoso che in reparto sia presente un unico medico.
Persone stipate ferme qui da 10 ore.
Siamo in coda e tra una visita e l'altra pause interminabili.
Dubbio il criterio nel definire i codici, almeno questo pare..
Un incubo.
Una struttura medica pubblica di cui vergognarsi.

Patologia trattata
Sospetta chimosi.
Esito della cura
Nessuna guarigione
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

I CITTADINI ONESTI MILANESI NON RICEVONO CURE

Non e' possibile che un cittadino onesto, che paga le tasse, NON RICEVA CURE al Pronto Soccorso Fatebenefratelli, perchè deve aspettare ore ed ore su una sedia, a favore di ubriachi, spacciatori di droga, immigrati irregolari, senza tetto etc. che NON PAGANO LE TASSE e passano avanti a tutti. Le modalità di accettazione dei pazienti sono assurde. PRECEDENZA AI DISONESTI E AI FURBI. Gli Onesti aspettino su di una sedia per ore!!! Sono stufa di queste cieche DISCRIMINAZIONI. VOTO DI ASSISTENZA al Pronto Soccorso 0.

Patologia trattata
Intossicazione.
Esito della cura
Nessuna guarigione
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Assenza di professionalità

Il giorno 6 aprile scorso intorno alle ore 10.30 sono arrivata presso il Pronto Soccorso in ambulanza.
Preciso che sono affetta da cerebrovasculopatia cronica, sindrome vaso-vagale e sospetto CADASIL e che ho richiesto l'intervento dell'ambulanza per recarmi in P.S. solamente dopo che mi è stato consigliato dal mio medico di base, interpellato per un secondo svenimento nell'arco di una settimana, frequenti sbalzi di pressione, persistente formicolio e irrigidimento degli arti.
All'arrivo dei soccorritori ho fatto presente che già la settimana prima si era verificato un episodio analogo a seguito del quale ero stata portata in ambulanza al Policlinico di Milano dove, all'atto della dimissione, mi è stato detto che qualora si fossero verificati altri episodi simili prima della visita specialistica neurologica prescrittami (visita fissatami poi per il 19 c.m. ) mi sarei dovuta ripresentare presso il loro Pronto Soccorso.
Ai soccorritori ho anche comunicato di soffrire di attacchi di panico, che ancora gli specialisti che mi hanno in cura non sanno se collegati alla CADASIL, ed ho fornito loro copia del verbale di dimissione rilasciatomi del Pronto Soccorso del Policlinico presso il quale ho chiesto di essere portata; mi è stato invece comunicato che mi avrebbero accompagnato al Fatebenefratelli e, immaginando che non fossero loro a poter decidere la destinazione e che il P.S. in questione fosse già sovraffollato, ovviamente non ho obiettato, anche se l'aver sentito il soccorritore comunicare via radio "sta lì 3 ore e si tranquillizza" mi ha lasciato a dir poco perplessa.
Arrivati al Pronto Soccorso ho chiesto un aiuto per farmi scendere dal mezzo perché sentivo le gambe particolarmente deboli e sempre il solito soccorritore mi ha teso un braccio ma quando sono scivolata ha lasciato che finissi per terra per poi "sollecitarmi" ad alzarmi.
A questo proposito casualmente ho saputo dopo da alcuni testimoni che un altro membro dell'ambulanza ed uno dell'ospedale si erano avvicinati per aiutarmi, ma erano stati bloccati dal soccorritore in questione.
Dopo che il membro dell'ambulanza ha espletato l'iter di registrazione presso l'accettazione, sono stata accompagnata in zona triage e lì lasciata su una sedia per circa 7,5 ore, durante le quali ho più volte fatto presente agli infermieri che transitavano che il dolore lancinante alla testa e il formicolio e l'irrigidimento degli arti erano aumentati, senza ricevere alcun riscontro.
Poco prima delle ore 18.00 sono stata ricevuta da una dottoressa la quale, una volta ascoltata la descrizione dei sintomi ed i disturbi che mi sono stati diagnosticati, mi ha detto che non capiva come mai mi avessero portato in un ospedale nel quale non è presente il reparto di neurologia...
Ha provveduto a far verificare pressione e pulsazioni da un'infermiera, mi ha fatto sdraiare su un lettino dove mi ha chiesto di stendere le braccia e successivamente di seguire i movimenti del suo dito con gli occhi.
In conclusione, mi ha confermato la validità della visita specialistica e degli esami prescrittimi dal Policlinico.
E' prassi all'atto dell'accettazione fidarsi di quanto riferito da un Paramedico senza verificare alcun parametro o chiedere i sintomi al paziente?
E se pure avesse avuto ragione il membro dell'ambulanza, evidentemente convinto che fossi "solamente" sotto attacco di panico, tutto da dimostrare, chi ne soffre deve essere lasciato per terra all'ingresso davanti a tutti? O abbandonato oltre 7 ore in attesa su una sedia "così si tranquillizza" e senza mai chiedergli notizie sull'eventuale modifica delle proprie condizioni?
E farlo sdraiare su un lettino rivestito da un lenzuolo sporco parzialmente ricoperto da un telo verde ancora più sporco, costringendolo inoltre a "saltare" (in quanto troppo alto) sullo stesso senza alcun aiuto da parte dell'infermiera presente?
E riportare sul verbale di dimissioni parti di visita non effettuate ma ricopiate dal verbale di un altro ospedale?
E non entro nel merito della poca cortesia degli infermieri ai quali mi sono rivolta nell'arco delle 7 ore, comunicando che le mie condizioni peggioravano, e della sporcizia degli ambulatori...

Patologia trattata
Non è stata trattata alcuna patologia.
Esito della cura
Nessuna guarigione
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