Policlinico Di Liegro Roma
Recensioni dei pazienti
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Radiologia, problema referti
Sono stata in questa struttura per fare delle radiografie nell'aprile 2024. Tutto bene e personale molto disponibile.
Quando poi ho ritirato il referto, dentro la busta mi hanno però dato il dischetto di un altro paziente (andando a fare la visita dall'ortopedico, ironicamente commentava se gli avessi portato il CD del bacino di mio marito!
9. Per cui mi sono accorta solo durante visita che il mio referto non fosse il mio (e chi sa chi lo avesse il mio). L'unica cosa che mi hanno detto, al mio reclamo, è che può succedere!
Dal San Carlo di Nancy al Di Liegro
Mia mamma - 89 anni - è stata inviata al policlinico dal Pronto Soccorso del S. Carlo di Nancy, in data 20.1.2024, per scompenso cardiaco e annessi problemi respiratori. E' stata somministrata terapia antibiotica che ha migliorato tale ultimo aspetto, e un diuretico, iniettato frettolosamente in vena 2-3 volte al giorno. Voglio precisare che i medici non volevano essere disturbati; chiamavano loro in caso avessero qualcosa da dire e sarebbe anche andato bene se avessero detto tutto. Avevo chiesto loro di contattare il medico curante di mamma, al quale non sapevo cosa dire, ma hanno rifiutato.
In data 1 febbraio mia mamma è stata dimessa pur continuando ad avere gambe gonfissime, proprio come quando era entrata, e totale incapacità di reggersi sulle stesse. Abbiamo chiesto ad una dottoressa come mai venisse dimessa presentando ancora detti gonfiore e astenia; ci è stato risposto che la terapia era lunga ed era da continuare a domicilio. Alla richiesta di specifiche sulla terapia, mi ha risposto che avrebbe dovuto continuare antibiotico e cortisone, ma quando ho chiesto se avessero già iniziato con il cortisone, ha ammesso di non ricordarlo...
Comunque, il pomeriggio del primo febbraio mamma è tornata a casa, con la prescrizione degli UNICI STESSI farmaci (senza i citati antibiotico e cortisone) che prendeva prima del ricovero e che, evidentemente, non sortivano l'effetto dovuto. A riprova di ciò, la mattina dopo (2 febbraio) era ricomparso il sibilo respiratorio e la notte tra il 3 ed il 4 febbraio mi sono rivolta al 118 perchè mia mamma presentava grave edema diffuso e respirava a fatica. E' stata quindi accompagnata in ambulanza al Pronto Soccorso dell'Ospedale Villa S. Pietro da dove, dopo trasferimento in reparto, non è più tornata. Devo dire che al San Pietro hanno tentato di curarla: diuretico iniettato in vena da una pompetta alla velocità di 2 mg l'ora, lo stesso diuretico che al Di Liegro, in quantità pari a 20 mg., veniva "lanciato" in vena in 10 minuti. Le hanno anche fatto una trasfusione di sangue e altri interventi per cercare di riportare i valori ematici quanto più possibile vicino alla norma. Infatti, dalla cartella clinica del Di Liegro, ritirata post mortem, ho poi scoperto un valore dell'emoglobina pari ad 8, globuli rossi bassissimi, elettroliti sballati, transaminasi e altri valori fuori dalla norma: nessuno si era premurato di chiedersi come mai tali valore fossero così anomali, nulla è stato fatto per cercare di ripristinarli ma neanche è stata fatta la segnalazione sulla lettera di dimissioni da consegnare al medico curante.
Quindi, mi chiedo se mia madre non sia stata dimessa per paura che potesse morire lì; mi disturba anche molto il fatto di aver pagato 1500 euro per una stanza a pagamento. Questo è un altro aspetto da sottolineare: l'entrata per le visite è dalle 13.00 alle 14.00, orario non proprio comodo, soprattutto per chi lavora o chi deve attendere i figli che tornano da scuola. Ma se paghi 150 euro al giorno non disturbi e puoi entrare a qualsiasi ora. Quindi è vero che abbiamo avuto libero accesso alle visite, almeno noi non l'abbiamo abbandonata, ma avrei preferito che mia mamma venisse curata e magari sarebbe ancora qui con noi.
La Regione Lazio, che legge per conoscenza e alla quale invierò la stessa lettera anche tramite il contatto sul suo sito, dovrebbe fare dei sondaggi di gradimento tra chi è stato ricoverato al Di Liegro prima di autorizzare i rimborsi alla struttura: avrebbe delle belle sorprese.
Ricordo a chiunque leggerà questa recensione, che gli anziani non sono "vuoto a perdere"; anche se vecchi, sono affetti importanti per qualcuno ed è dura pensare che vengano spinti a morire dalla noncuranza e/o dalla incapacità di coloro ai quali si erano affidati. Altro aspetto da considerare è che i vecchi stanno contribuendo da una infinità di anni alla sanità pubblica e sarebbe giusto far avere loro il meritato accesso alle cure.
Resto comunque a disposizione di chiunque voglia contattarmi e/o voglia vedere la documentazione in mio possesso.
Paola Antonini
Reparto Lungodegenza
Non avrei mai pensato di dover scrivere una recensione negativa sul reparto di Lungodegenza post acuzie del Di Liegro, ma purtroppo non mi e’ possibile fare altrimenti. Naturalmente espongo la mia esperienza personale, e più precisamente l’esperienza di mia madre, ricoverata nel reparto in questione per piu’ di un mese l’estate del 2023. Dire che si e’ trovata male e’ dir poco. Premetto che stiamo parlando di una paziente ultra novantenne allettata e con demenza vascolare. Capisco pure che non e’ semplice interfacciarsi con chi ha la demenza e che spesso le signore anziane non sono facili da trattare, ma va sempre tenuto conto che si parla di persone fragili e spaurite, le quali hanno bisogno di essere trattate con compassione e umanità e non considerate persone fastidiose e pesanti. Ho trovato pochissime infermiere/i e portantini/e dediti al loro lavoro, li potevo contare sulle dita delle mani quelli che trattavano i pazienti con amorevolezza. La maggior parte di loro erano alquanto scorbutici e insofferenti sia con i degenti che con i familiari. Lo avvertivo a pelle che meno li disturbavo e più erano contenti. I medici di corsia, invece, per niente empatici, scostanti e poco comunicativi con i familiari. L’unico dottore che mi sento di ringraziare per il suo modo di porsi e la sua disponibilità non e’ italiano e lavorava in quel reparto da poco. Non parliamo poi dell’igiene personale della paziente (impossibilitata a far da sola) e della pulizia della stanza... stendiamo un velo pietoso.
Radiologia: ritiro referto on line
Il giorno 25/01/2024 ho effettuato le lastre richiedendo il Pin per la disponibilità del referto on line (mediamente 5 giorni). Al mio sollecito mi è stato risposto il 3/02 "di risolvere le criticità nei prossimi giorni". Ad oggi 6/02 ancora niente.
Medicina e Riabilitazione
Mio padre (89enne senza problemi), colpito da ictus ischemico con paralisi destra, è stato al reparto di Medicina per 8 giorni, poi trasferito in riabilitazione.
PRIMO: gli anziani sono spesso abbandonati, considerati "scocciatori", e quando questi chiamano per assistenza gli infermieri arrivano dopo molto tempo (se arrivano).
SECONDO: la maleducazione e l'assenza di empatia da parte del personale infermieristico è la prima cosa con cui ci si scontra; essi RIMPROVERANO, NON PARLANO. Soprattutto al REPARTO RIABILITAZIONE, assistenza PESSIMA. Solo un esempio: ai pasti mio padre veniva lasciato da solo senza neanche aprirgli la busta delle posate (provate solo ad aprirla e ad imboccarvi con la mano sinistra dopo aver passato una vita utilizzando la mano destra!!). Cibo PESSIMO.
TERZO: 1 ORA di VISITA OGNI 3 GIORNI!! Assolutamente crudele per questo tipo di pazienti. RIGIDITA' negli orari di visita. UN VISITATORE PER VOLTA! Conseguenza: assoluta SOLITUDINE del paziente con aumento esponenziale di stato depressivo e, di conseguenza, peggioramento fisico e psicologico.
QUARTO: comunicazione ZERO. Solo dopo 2 settimane in riabilitazione ci è stato riferito di comprare un supporto per il braccio destro paralizzato; mio padre non ha fatto in tempo a portarlo perché è deceduto.
Le richieste formali attendono giorni e giorni prima di essere visionate ed eventualmente accolte.
Solo il fisioterapista ci sembrava una figura positiva (come riferiva mio padre). Altrimenti mio padre (sempre lucido di cervello) si sentiva abbandonato perché "vanno tutti di corsa".
Ricovero dopo intervento per frattura del femore
Mia suocera è stata ricoverata in questa struttura per poco più di un mese per la frattura del femore.
Entrata che parlava normalmente, poi non è riuscita più a muoversi, ad aprire gli occhi e dormiva tutto il giorno. Abbiamo chiesto più volte ai medici di turno di visitarla e di cambiare la terapia, ma sono intervenuti solo dopo 2 settimane quando abbiamo dovuto alzare la voce per farci ascoltare.
Abbiamo chiesto il trasferimento in un’altra struttura da noi segnalata e per 10 giorni ci dicevano che era stata inviata la email di richiesta, invece alla struttura ricevente non era mai arrivata.
Abbiamo dovuto chiedere noi di farle la flebo per idratarla perché non beveva neanche un po’ di acqua e non se ne erano neanche accorti.
Le hanno lasciato il catetere per tutto il periodo per non doverle cambiare il pannolino, così le è venuta la cistite.
Le infermiere molto maleducate con i pazienti, mentre gli infermieri sono più cortesi.
L'orario di ingresso era dalle ore 12.30 alle 13.30, orario in cui avremmo potuto aiutarla a mangiare ma non fanno MAI entrare prima delle 13.10 e, se si prova a chiedere informazioni, rispondono in maniera scortese che loro hanno da fare e che se non abbiamo la pazienza di aspettare non ci fanno più entrare, eventualmente solo in giorni alterni e previa appuntamento! Abbiamo allora provato anche a prendere l’appuntamento, ma non ha MAI risposto nessuno. Insomma: a quanto pare è a discrezione degli infermieri l’orario di entrata!
Mia suocera non riuscendo a mangiare da sola l’abbiamo trovata più volte tutta sporca perché non riusciva a mettere la forchetta bene in bocca e raramente qualcuno la aiutava. Cibo pessimo.
I medici di turno non comunicano tra loro perché quando chiedevamo delle informazioni rimanevano perplessi perché non sapevano cosa avesse fatto il medico del turno precedente.
Alcuni medici non sapevano neanche che era stata fatta una TAC e abbiamo di avuto cercare il medico che l’aveva richiesta per avere notizie.
PESSIMA organizzazione. PESSIMA struttura.
Bravissima e soprattutto molto gentile la fisioterapista.
Tac - referto non pronto alla data indicata
Fatta TAC il 19.10.2023, con data di ritiro del referto per il 30.10.2023 (ben 11 giorni dopo!), non è pronto alla data indicata. Mi sono saltati tutti gli appuntamenti e controlli, oltre all'ansia crescente. Andate altrove, sono inaffidabili!
Fallimento di una colonscopia
Desidero esprimere un giudizio sulla mia colonscopia, non eseguita.
Quando è arrivato il mio turno, previo appuntamento in intramoenia, mi hanno messo sul lettino dove hanno iniziato e poi non continuato perché io mi muovevo troppo. Chiaramente avevo fatto una preparazione perfetta, ero pulitissimo, ma mi hanno mandato via senza esame - e avevo già pagato 182,00 euro. Eticamente lo trovo scorretto, la dottoressa doveva risolvere il problema.
Io non sono un medico, ma un comune cittadino che ha bisogno di essere tutelato.
Non mi rivolgerò più a questo ospedale.
Esperienza negativa
Mio padre è entrato per una polmonite. Paziente difficile perché cardiopatico, monorene, diabetico, ma soprattutto ANZIANO. Quest'ultimo l'handicap peggiore. Eh già, perché i pazienti anziani sono considerati di serie C. Papà è stato da subito lasciato a sè stesso, se cercava aiuto o assistenza il personale andava da lui dopo tanto e sempre molto scocciato. Dopo pochi giorni inevitabilmente papà è peggiorato psicologicamente e di conseguenza anche fisicamente.
Io in quel periodo non ero a Roma, ma tutti i giorni più di una volta al giorno chiamavo mio padre e i responsabili del reparto per riportare il disagio che papà stava sopportando. Quando sono tornata a Roma, sono andata direttamente in ospedale e l'ho trovato incosciente e con ancora i segni dei lacci con cui lo fissavano al letto. Papà non si è più ripreso e tra un delirio e l'altro il 1 agosto è morto. Vorrei ricordare a tutto il personale del reparto di Medicina dove era ricoverato papà, che un giorno anche loro invecchieranno. Chissà chi troveranno che li accompagnerà dolcemente alla morte.
Visita ortopedica
Visita ortopedica privata, appuntamento alle 10.45.
Il professore proprio quando tocca il mio turno esce dalla stanza e insieme ad una dottoressa non in servizio si allontana con lei.
Fa ritorno dopo 20 minuti.
Entro e, dopo aver spiegato il mio problema, non ho neanche il piacere che mi controlli lastre fatte, analisi fatte, ecodoppler fatti ecc..
Richiede quanti anni ho, che lavoro faccio.
Mi dice solo che devo chiamare un suo amico medico e fare un controllo con lui.
Mi saluta.
Durata: 7 minuti per nulla.
Fabrizio Fabrizi - 3517913100
Organizzazione ignobile
Mio padre ha un tumore maligno, ha 87 anni, ha perso sangue dalle urine e dopo un mese di attesa ha dovuto fare 6 volte avanti e indietro per preospedalizzazione, anestesista a neurologo e hanno perso la cartella clinica, ritrovata dopo ore!
Reparto Covid
Mia madre anziana è ricoverata presso il reparto Covid inviata da quello psichiatrico.
Difficile il contatto telefonico, medici scostanti appena avuta la possibilità di contatto, freddi, mi si dice paziente non collaborativa... (a parte che vorrei vedere se veramente deve stare sotto ossigeno), ma è paziente psichiatrica...
Io di mamma una ne ho.
Dicono "contattiamo noi", ma io è da 3 giorni che non ho notizie di mia madre.
Ambulatorio Urologia
Uscita dall'ospedale Grassi di Ostia dopo colica renale, mi riceve il giorno stesso il Primario di Urologia del Di Liegro che, dopo aver letto la Tac e confermato l'urgenza di dovermi operare al più presto, mi congeda con terapia antibiotica e con promessa che entro una ventina di giorni mi avrebbe chiamata per operarmi, dicendo che purtroppo in lista c'era altra gente prima di me. Aggiunge che nel caso mi fosse venuta un'altra colica, di recarmi in PS.
Il giorno dopo mi viene la febbre altissima, provo a chiamare ininterrottamente il centralino del Di Liegro ma nessuno risponde (nonostante il mio stato urgente, il dottore non mi aveva nemmeno dato un suo diretto recapito). Mi precipito quindi al più vicino ospedale, al Sant'Eugenio, dove mi salvano la vita con un intervento urgente.
Ringrazio di essere ancora in vita e spero che questa mia recensione possa servire per evitare di fare nuovamente certi sbagli e di essere più disponibili e rassicuranti con chi ha bisogno di aiuto. Aggiungo che il dottore del Grassi, prima di mandarmi da lui, lo ha chiamato davanti a me per anticipargli la mia situazione e lui ha dato subito disponibilità nel ricevermi nello stesso pomeriggio; mi chiedo perché poi però mi abbia congedata in 5 minuti, facendomi rischiare a 52 anni!
Ospedale in decadenza!
Inviata mia zia DI 88 anni dall'ospedale Grassi di Ostia, è stata seguita solo ed esclusivamente per la diagnosi risultata dall'ospedale di provenienza: scompenso cardiaco. Non è stato possibile parlare con un medico con cartella alla mano, solamente al telefono per pochissimi minuti.
Inutile insistere con il medico che la paziente era MOLTO confusa e che era necessario comportarsi di conseguenza. Non ero certo io a dover richiedere una visita neurologica e/o psicologica o psichiatrica. Anzi, si sono lamentati dicendo che era, testuali parole, "rompi scatole".
Alla mia richiesta di prendere nota del mio numero e chiamare me invece del marito, anch'eGLI ultra 80enne, un'infermiera ha preso nota su un pezzetto di carta strappato da un foglio. Infatti hanno continuato a chiamare mio zio. Ho dovuto chiamare il reparto e far di nuovo presente di chiamare me per qualsiasi comunicazione.
Dopo qualche giorno hanno deciso di far entrare a far visita ai malati per una ventina di minuti ogni 3-4 giorni una persona al giorno. D'accordo con le misure di sicurezza, comunque ogni volta che si entrava si doveva portare la fotocopia del documento e del documento vaccinale.. I degenti del reparto saranno stati sì e no 20, non capisco per quale ragione la stessa persona ogni volta doveva consegnare nuove copie.
Ultima chicca, la cartella clinica. Sono andata a richiederla alcuni giorni dopo. Sul documento rilasciato riportava che sarebbe stata pronta entro 30 giorni e comunque chiamare per esserne sicuri. Mio cognato ha chiamato oltre il termine da loro riportato e gli è stato assicurato che era pronta. Dopo poco è stato ricontattato perchè si trattava di omonimia e quella da noi richiesta non era pronta. Possibile che nello stesso periodo ci fossero 2 persone con lo stesso cognome, entrate ed uscite negli stessi giorni? Non ci è dato sapere! E' stato detto che avrebbero richiamato loro. Mio cognato è stato ricontattato ieri o questa mattina per andare a ritirare la cartella. Quindi si è recato presso l'ospedale, ma gli è stato detto ancora una volta che si trattava di omonimia e che la cartella di mia zia non era pronta.
A questo punto mio cognato ha chiesto di parlare con un dirigente, pronto a fare una protesta formale. Dopo aver atteso un po' di tempo, gli è stato comunicato che il direttore era in ferie.
A questo punto il vaso era colmo, perciò ha iniziato ad alzare la voce ed è stato inviato all'archivio dove, aspettando altro tempo, finalmente gli è stata consegnata la cartella.
Faccio presente che nel caso si voglia contattare per un reclamo, esistono solamente 2 numeri telefonici, ai quali risponde una persona che in qualsiasi caso chiede di cosa si tratti, e questo mi pare il colmo!
Ricovero di mio padre, ottobre 2020
Mio padre, con molti problemi e non autosufficiente, è stato qui trasferito dal Sant'Eugenio. Dopo un primo contatto telefonico con un medico, non certo rassicurante, ho telefonato al centralino più volte dicendo che volevo notizie di mio padre, così mi passavano il reparto di Medicina, che però regolarmente non rispondeva. Alla fine ci sono andata di persona, per avere notizie e anche per portare la biancheria. L'infermiera, sgarbatissima, mi ha informata che loro NON RISPONDONO MAI al telefono (ma al centralino non me lo hanno mai detto e hanno continuato a passarmi il reparto per 2 giorni) e ha provato a rimproverarmi perché ero fuori orario per portare la biancheria; mi ha detto che i medici non potevano darmi notizie (ma erano nella loro stanza) e che dovevo ritornare. Da Ostia. Quasi la sbrano, facendo notare la loro incapacità di comunicazione, e già col telefono in mano per chiamare i carabinieri. Magicamente ha preso la borsa ed è spuntato un medico giovane che ha provato a trattarmi dall'alto in basso, ma l'ho prontamente rimesso al suo posto.
Tutto pessimo, mio padre che non poteva mangiare da solo è stato trascurato ed è uscito denutrito dopo 10 giorni, neanche stava più in piedi da solo (prima camminava), e hanno perso metà della protesi dentaria. Ci chiamavano più o meno un giorno sì e 2 no; mi avevano dato un appuntamento telefonico con un medico quando sono andata, mai rispettato. Quando lo hanno dimesso avvisandoci poche ore prima, era completamente assente e apatico, non parlava quasi più e non stava in piedi. Sarà stato il risultato inevitabile della malattia, magari non ci si poteva fare nulla, ma l'assistenza data e la scarsa e cattiva comunicazione con la famiglia non hanno aiutato; non hanno mostrato empatia o umanità. Papà lo abbiamo dovuto mettere quasi subito in RSA privata, ora non c'è più.
Non portateci persone anziane non autosufficienti.
Per la pulizia del reparto non posso giudicare, mai entrata.
Radiologia: mancato referto RMN
Ho fatto la RMN al ginocchio in data 6 luglio 2021, doveva essere pronta il 19 luglio in quanto avevano pochi radiologi per il referto, mi sono recata presso la struttura in data 21 luglio 2021 e ancora non era pronta. Ad oggi, 2 agosto 2021, ancora nessuna risposta.
Penso che se non sono in grado di fornire risposte, sia meglio non accettare le prenotazioni, altrimenti penso che prendano solo in giro le persone.
Ricovero in Medicina
Mio padre è stato ricoverato al reparto di Medicina con una polmonite bilaterale non da Covid.
Entrato con il tampone negativo e ricoverato per 10 giorni, dopo qualche giorno lui respirava molto male, ma eccezion fatta per flebo con antibiotici e cortisone, non gli è stato fatto null'altro. E' entrato il venerdì e tra sabato e domenica non è passato un medico che fosse uno.
Dimesso dall'ospedale in condizioni ancora critiche, la sera gli è venuta la febbre, abbiamo chiamato il 118 ed è risultato positivo al Covid. E' stato fatto uscire dall'ospedale con il Covid e poi sono stata infettata anche io.
Papà non ce l'ha fatta...
Elettromiografia
Sono andata oggi con mio fratello per elettromiografia inviata da pronto soccorso. Mi dicono che l'impegnativa ha una lettera del cognome sbagliata e devo tornare a casa a fare una nuova ricetta e poi ritelefonare al Cup. La prestazione è urgente e di certo non posso tornare al Pronto Soccorso del S. Spirito per farmi rifare l'impegnativa, o chiamare il Cup per un appuntamento dopo mesi. Allora gioco la carta della prestazione privata e magicamente tutto e possibile! Prima mi dicono 400 euro, poi scendono a 102... grande contrattazione. Pago. Vado per fare la visita con mio fratello, che si agita. Attendo 1 ora. Un neurologo mi dice che la situazione è complessa e ha troppe cose da fare. Il tecnico effettua l'indagine in pochi minuti, non dice nulla sui risultati. Mi dice che mi daranno info al pronto soccorso (da dove venivo) e mi mandano via.
Li ho trovati approssimativi e confusionari. Pecunia non olet e si fanno pagare bene per nulla.
Evitate se potete. Rifiutate al Cup la proposta.
Visita chirurgica
Ho prenotato la settimana scorsa una visita chirurgica per le ore 11.50. Arrivato come mio solito diversi minuti prima, mi posiziono nel corridoio ed attendo davanti alla stanza. Dopo diversi minuti mi rendo conto che all'interno non c'è nessuno, nello stesso momento vedo venirmi incontro un dottore il quale, molto alterato, mi fa capire che sono stato fortunato perché stava lasciando la struttura, nonostante gli facessi notare che io ero in perfetto orario. Procede comunque alla visita e mi liquida in due minuti di orologio perché a suo dire in breve tempo doveva trovarsi dall'altra parte di Roma, dandomi appuntamento una settimana dopo ed una cura al cortisone. Come da accordi, oggi mi sono presentato alla visita - come al solito in anticipo - ma subito capisco che il dottore non é presente; tra l'altro tra i pazienti si vocifera che in quella struttura chi ti opera non ti segue fino alla fine, ma si passa da un dottore all'altro. Chiedo al personale di reparto di contattare il dottore, visto che comunque, oltre alla gravità della mia situazione, ho preso anche un permesso dal lavoro. Dopo diverse telefonate il dottore viene rintracciato, confermando che, nonostante l'appuntamento da lui datomi, non é in struttura ma che avrei dovuto rivolgermi alla sua sostituta. Quest'ultima una persona che al momento di chiedere spiegazioni perché non fosse presente il dottore, non sa darmele e che mi dice che non avrebbe potuto visitarmi in quanto non avevo appuntamento e che potevo accomodarmi in sala d'attesa e, nel caso avesse avuto tempo, mi avrebbe visitato; in caso contrario potevo anche andarmene o prendermela con il dottore non presente. Naturalmente ho lasciato immediatamente la struttura per non tornarci mai più. In questi casi il rispetto per l'uomo, ma soprattutto per il paziente, é fondamentale. Riflettete bene prima di affidarvi a queste persone.
Colonscopia
Ho accompagnato mio marito che doveva eseguire una colonscopia prenotata mesi prima tramite Cup. E' stato chiamato all'esame in perfetto orario.
Dopo venti minuti circa mi hanno fatto entrare per assistere mio marito e aspettare il risultato dell'esame. Sono rimasta davvero colpita da come la dottoressa Avallone si sia presentata a noi dicendoci testuali parole - "il paziente ha fatto il diavolo a quattro su quel lettino urlando e dimenandosi fino a dover sospendere l'esame" - come a voler declinare ogni responsabilità di un esame non riuscito correttamente, congedandoci il prima possibile, senza neanche informarsi di come si sentisse fisicamente mio marito dopo l'esame, visto che per via endovenosa gli era stato somministrato un oppiaceo associato ad un sedativo. Atteggiamento che mi ha molto colpito per mancanza di tatto. Sostenere poi che tutti fanno l'esame senza fare "tante storie", davanti ad un paziente di per sè già umiliato, vuol dire non fare la differenza. Mi scusi ma non mi trova assolutamente d'accordo, non è corretto. Come non sarebbe corretto, data l'esperienza negativa in questa struttura, generalizzare dando per scontato che una struttura vale l'altra o, peggio, che un dottore sia uguale ad un'altro. E'importante fare la differenza.. SEMPRE.
Pagamento effettuato senza ricevere il servizio
Qualche settimana fa ho contattato il Cup per avere informazioni in merito all’asportazione di un nevo. L’asportazione mi è stata suggerita da un dermatologo che avevo consultato privatamente.
L’operatore mi ha invitato a contattare il mio medico di base al quale avrei dovuto chiedere una prescrizione di prima visita chirurgica specificando “asportazione nevo”.
Dopo aver ottenuto la ricetta dal medico, ho contattato nuovamente il Cup e ho preso l’appuntamento per la giornata di oggi 24 gennaio.
Quindi oggi mi sono recata all’ospedale con la ricetta, ho pagato il ticket di 30 euro e 66 e ho aspettato il mio turno.
Dopo un po’ di attesa è arrivato il chirurgo, la dottoressa Colace, la quale mi ha chiesto cosa dovessi fare e non appena le ho detto che ero lì per il nevo che mi avevano consigliato di asportare, mi ha detto che lei non si occupa di nevi e che quella era competenza di un chirurgo plastico.
A quel punto le ho chiesto di indicarmi la stanza del chirurgo plastico e la dottoressa mi ha invitato a seguirla.
Io in buona fede l’ho seguita e mi ha fatto compilare la pratica per la preospedalizzazione dicendomi che la visita in questi casi non è prevista perchè la decisione era stata già presa dal dermatologo che avevo consultato privatamente.
La visita (servizio per il quale ho pagato) non mi è stata fatta perchè la dottoressa mi ha ribadito che i nevi non fossero di sua competenza. Questa situazione mi ha molto infastidito e ho chiesto perchè avessi pagato 30 euro dal momento che non mi era stata fatta nessuna visita. La sua risposta è stata che si paga per avere il foglio per la preospedalizzazione. Quindi stando alle parole della dottoressa noi pazienti dobbiamo credere di essere visitati prima di un intervento, ma in realtà ci viene dato solo un foglio? Questo succede solo nella vostra struttura visto che in altri ospedali, dove ho asportato altri nevi, la visita mi è stata fatta prima dell’intervento.
Vedendomi molto alterata, la dottoressa si è offerta di guardare il mio nevo, ricordandomi che non fosse di sua competenza. Io da parte mia mi sono rifiutata. Terminata questa pantomima, mi sono recata alla cassa e ho spiegato quanto fosse accaduto e le ragazze mi hanno detto che avevo diritto a un rimborso e quindi sono tornata indietro e ho parlato con la caposala, la quale mi ha restituito la ricetta per ottenere il rimborso. Torno nuovamente in cassa, ma il rimborso non era ancora possibile perchè la dottoressa avrebbe dovuto scrivere che la visita non era stata effettuata e avrebbe dovuto firmare quella dichiarazione. La caposala l’ha contattata e la dottoressa ha pensato bene di non presentarsi e come soluzione mi è stata proposta di presentarmi l'indomani mattina e quindi perdere un altro giorno di lavoro e chiedere un visita con il chirurgo plastico senza pagare.
A questo punto mi chiedo come la dottoressa possa pensare che io abbia ancora fiducia nella vostra struttura.
In tutto ciò la ricetta mi è stata trattenuta e la preospedalizzazione pagata mi è stata anche strappata davanti ai miei occhi dalla caposala quindi io ho pagato per non avere niente in mano.
Pessima organizzazione
I referti si ritirano solo durante pochissime ore al giorno, non c'è uno sportello dedicato e bisogna prendere il biglietto per rifare la fila. Pessima organizzazione.
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