Pediatria Ospedale Brotzu Cagliari
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Umanità e comprensione... sconosciute!!
Mia figlia, di tre mesi, è stata ricoverata presso il reparto degenze pediatriche dell'Azienda Ospedaliera G. Brotzu.
Il ricovero è scaturito dopo che noi, preoccupati per una brutta tosse che le provocava apnee, l’abbiamo portata al Pronto Soccorso Pediatrico, presente nella stessa struttura, sotto consiglio del suo pediatra.
Finché si è trattato di Pronto Soccorso, niente da eccepire; hanno fatto tutti i controlli (lastre, ecografia, visita cardiologica), velocissimi, professionali e cordiali.
Poi è stata ricoverata per presunta pertosse e da li in poi è stato un calvario.
Io, genitore padre, non avevo il diritto e la possibilità di aiutare mia moglie nell’assistere la bambina; trattandosi di una neonata di neanche 3 mesi, che tossiva e si strozzava in continuazione, è stato molto difficile per mia moglie mangiare, dormire e anche solo andare al bagno (infermiere?? non pervenute per aiuti reali).
Solo il primo giorno di ricovero mi hanno lasciato con loro perché loro “capivano la situazione”. Solo il primo giorno. Poi le uniche soluzioni erano dare il cambio a mia moglie per far sì che lei potesse andare a casa a lavarsi e riposarsi.
Il problema (a loro ben noto) era che noi abitiamo a 80 km. di distanza dall’ospedale (pardon “Azienda Ospedaliera”), da percorrere su una strada non proprio confortevole. Quindi non era proprio possibile per mia moglie andare a casa a riposarsi, perché solo di viaggio sono due ore di auto (e la bambina come tutti sanno mangia ogni tre ore circa).
Abbiamo chiesto un po’ di comprensione, ma niente. Mi cacciavano via ogni volta; anche se stavo aiutando mia moglie con la bambina (l’ultima volta ho dovuto mollare a metà l’aerosol che stavo facendo a mia figlia). In questo ultimo episodio sono anche stato “minacciato” di venire cacciato via dalle guardie se non fossi uscito immediatamente dalla stanza!
A questo aggiungiamo che siamo stati relegati in una piccola stanza senza nemmeno un letto, ma solo un divano letto (che però aperto non ci stava!); è facile immaginare quanto riposo è mancato a mia moglie!
Ma lasciamo perdere me, che “conto poco”, mi sarei aspettato almeno un trattamento umano per mia moglie e mia figlia…. Si certo, come no!!
Nessuno che aiutasse mia moglie a far fare l’aerosol o somministrare l’antibiotico alla bambina (ecco perché insistevo nel voler rimanere).
I pranzi e le cene, “offerti” per il genitore che assiste il bambino, non erano proprio adatti ad una madre che allatta. Infatti la bambina, che mai ha sofferto di coliche, ha iniziato a soffrirne proprio in questi giorni. Coincidenze? Chissà!
Infine, due parole del motivo per cui la bambina è stata ricoverata: presunta Pertosse, che in dimissione si è trasformata in Bronchite Acuta.
Questa proprio non l’ho capita.
I medici hanno passato una settimana di ricovero a dirci che i bronchi erano puliti.
Hanno passato una settimana di ricovero a dirci che la bambina stava seguendo una cura contro la Pertosse.
E poi scopro che aveva la Bronchite Acuta?
E dobbiamo continuare con la cura per la Pertosse per altri 10 giorni?
Non sarà mica che la Pertosse va obbligatoriamente segnalata alle autorità competenti, e magari è una trafila di scartoffie troppo lunga e noiosa? E allora è più facile dire che non è Pertosse? (tra le altre cose i medici ci hanno anche detto che non esiste un test per rilevare la Pertosse… bah).
Ovviamente ora andrò di nuovo a vista dal nostro pediatra, per assicurarci che la bambina stia procedendo bene con il recupero.
P.S. Al momento del ricovero abbiamo (anzi mia moglie ha, io non c’ero) fatto presente che la bambina stava mangiando poco. Quindi è stata subito pesata e attaccata alla flebo. Quella è stata l’unica pesata fatta. Mia figlia è stata dimessa e nessuno ha pensato di riparla per capire se avesse ricominciato ad assimilare e a crescere.
P.P.S. In tutti quei giorni di ricovero la bambina non è mai (e dico mai) stata lavata! A quanto pare non esiste un posto dove poter lavare i bambini, se non nel lavandino del bagno della stanza!!
Cordiali Saluti
Lorenzo C.
pronto soccorso pediatrico
Martedì 11 marzo 2014 ho accompagnato mia sorella e mia nipote di 12 anni, era lei che stava male. Siamo arrivate forse intorno alle 16.00, la bambina è stata visitata circa alle 21.00. Non avrei mai immaginato che il reparto pediatrico di pronto soccorso avesse delle attese tanto lunghe. C'erano bambini di tutte le età dai pochi mesi fino ai 12 anni. In tutte quelle ore i bambini continuavano ad arrivare e pochi, anzi pochissimi, andavano via. Il medico, da quel che ho capito, era solo uno, una dottoressa, che sinceramente mi è parso non sapesse gestire la situazione. D'altra parte c'è da dire che anche alcune mamme ci hanno messo del loro, portando i bambini al pronto soccorso anche per semplici febbri fuori dal normale, senza passare prima dal pediatra o dalla guardia medica, se fuori orario. Quel che è mancato è stato il rispetto verso questi bambini, molti dei quali provenivano da paesi lontani, hanno atteso ore e ore senza mangiare, passando dalle braccia delle mamme a quelle dei papà, stanchi in un ambiente estraneo.
Sarebbe bastato un medico in più che valutasse chi aveva effettivamente bisogno e chi poteva tornare subito a casa. Non sarebbe male prevedere anche la somministrazione di pasti. C'erano alcuni giochi, ma non ho visto alcun bambino usarli, sembrava capissero che non erano lì per i giochi, ma sarebbero volentieri rientrati presto a casa.
Esperienza negativa
Niente... mia figlia con un feroce mal di pancia e diarrea da tre settimane, è stata mandata a casa con un misero foglio di sospetta celiachia. Ci siamo perciò rivolti ad un altro ospedale.. Bruttissima esperienza, dottoressa maleducata e troppo aggressiva, ideale come domatrice di leoni.
Esperienza non buona con le infermiere
A febbraio di quest'anno il mio bambino ha avuto una gastroenterite che gli ha tolto la forza di camminare tanti erano i vomiti e le scariche; è arrivato a pesare 10 kg. e la febbre a 40 non scendeva in nessun modo... siamo arrivati al pronto soccorso con questo scricciolo in braccio perennemente addormentato intorno alle 12.00 e siamo entrati in visita alle 17.15.. Tralasciando l'attesa estenenuante... mentre entravo nella stanza per prendere posto passavano la cena un'infermiera e 2 oss... e così mi sono azzardata, ovviamente con estrema gentilezza, a richiedere un vasino (in quanto il mio piccolino appena veniva preso in braccio mi pregava di non farlo cadere.. aveva i capogiri); mi è stato risposto da questa gentile infermiera con testuali parole: "signora, si prende quella cosa (riferito alla flebo) e lo porta in bagno come fanno tutti gli altri!".. Da precisare che quel bagno viene utilizzato anche dagli esterni adulti in visita diabetologica... comunque lasciai cadere così la cosa...
Hanno sbagliato anche la cura, gli hanno dato una dose di antibiotico per un bambino che avrebbe dovuto pesare 10 kg. in più rispetto a lui.. quando ho chiesto spiegazioni al medico (ovviamente ignaro di tutto, in quanto non prescritto), l'infermiera suddetta (è sempre la stessa), con sorrisino di presa in giro, mi chiedeva se fossi sicura dell'accaduto, il sangue mi è andato al cervello!!
dunque esperienza pessima, certe infermiere dovrebbero fare un altro lavoro!
Niente da dire invece sui medici: competenti, gentili e soprattutto UMANI!
Pronto soccorso pediatrico
Appena arrivati al pronto soccorso pediatrico la dottoressa di turno ci ha incrociati nel corridoio e subito ha sbuffato. dopo poi aver atteso per 3 ore e aver visto passare avanti a noi altri pazienti, siamo stati chiamati dentro e la dottoressa ha fatto problemi dicendo che solo la mamma poteva stare; poichè la mamma non parla fluentemente l'italiano, le è stato detto perché fosse li se non sa l'italiano.
Io, il papà, ho fatto finta di non aver sentito e ho cercato di calmare il bimbo agitato dall'alto tono della voce e diseducato della dottoressa.
La dottoressa mi diceva ripetutamente di andare dal pediatra e di non venire qui, che pure gli zingari hanno il pediatra, io le ho detto che avremmo provveduto anche se il bimbo ancora non era residente in Italia, ma che essendo comunitario, aveva la carta sanitaria europea e che per diritto può fare uso delle strutture sanitarie italiane. A quel punto ho chiesto per quanti giorni il bimbo doveva stare a riguardo a casa prima di poter tornare a scuola, lei mi ha urlato, che come faceva a saperlo che non c'e una risposta ad una domanda del genere.
Ho ringraziato e me ne sono andato da persona civile. Mi sembra che certi dottori dovrebbero leggere meglio le convenzioni sanitarie pattuite tra gli stati europei, oltre che aver un Po di tolleranza se non verso i genitori, almeno verso i bimbi, avendo scelto come loro mestiere la salvaguardia della loro salute e serenità.
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