Park Villa Napoleon di Preganziol
Recensioni dei pazienti
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Ricovero a Villa Napoleon
Ho vissuto una decina di giorni in questa struttura, quando vi sono entrata non stavo bene e quando sono uscita stavo decisamente peggio. Non c’è nulla da fare tutto il giorno se non guardare la TV. Le infermiere fanno anche le cameriere, non si capisce bene che ruolo abbiano. Avevo bisogno di qualche goccia per dormire di notte, a volte mi veniva data, altre no in base al medico di guardia.
Delusione
Ho fatto assistenza a mia figlia. Terapia farmacologica inefficace. Mancata seria programmazione della psicoterapia. Pazienti lasciati lì a trascorrere ore della propria giornata a far nulla.
"Dozzinanti" messi a consumare i pasti in una sala diversa da quella della "plebe".
Scarsa organizzazione in generale.
Personale di sala e cucina estremamente gentile. E così pure la signora che serve le colazioni e pulisce le stanze. Complimenti a Nicole.
Esperienza negativa sotto tutti i punti di vista
Riferisco l'esperienza di mio figlio, oltre alla mia testimonianza riguardo i risultati della terapia somministrata e dell’assistenza. La terapia ha peggiorato lo stato di salute di mio figlio, oltre agli effetti collaterali devastanti che hanno richiesto ulteriore ricovero dopo qualche settimana dalle dimissioni. Nonostante il quadro clinico peggiorasse di giorno in giorno, hanno lasciato abbandonato a sè stesso mio figlio. Essendo residenti in Sardegna, andavo a trovarlo settimanalmente e ho potuto constatare la poca assistenza dedicatagli. Il suo malessere e la sedazione non gli consentivano di alzarsi dal letto, ragione per cui molto spesso saltava suo malgrado i pasti.
Il personale poco attento e ancor meno accudente, la pulizia carente sotto tutto i punti di vista con cimici ovunque. I pazienti psichiatrici hanno diritto ad assistenza adeguata al pari di tutti i pazienti. La villa si presenta apparentemente relativamente bene per quanto riguarda l’esterno, ma poi prima di lasciarvi i vostri cari, suggerisco una visita alle camere e ai servizi. Aggiungo che non vi era nessuna assistenza, neppure per le più elementari norme riguardo l’igiene personale: alle dimissioni (nonostante fosse stato richiesto più volte aiuto per la rasatura) mio figlio aveva la barba lunga e un aspetto trascurato. Per quella che è stata la nostra esperienza personale, non consiglio Villa Napoleon.
Pessima esperienza
Pessima esperienza, personale scortese poco attento al paziente, ci si sente abbandonati a noi stessi...
Camere pessime con presenza giornaliera di una trentina di cimici.
Nessuna attività davvero utile, da non consigliare a nessuno, perlomeno per quella che è stata la mia esperienza personale.
Lasciate ogni speranza....
Sono stato praticamente "annientato" da somministrazione di psicofarmaci al limite della resistenza fisica (dopo solo un paio di ore che ero ricoverato); per assurdo ho in cambio avuto una diagnosi (senza mai aver fatto un solo colloquio con uno psicologo o psichiatra!!) di disturbo della personalità: diagnosi che ho impiegato un anno di accertamenti con altri medici ad escludere nel modo piu' categorico (con tutti i problemi sociali che comporta una diagnosi di quel tipo). L'unico interesse della struttura pare sia il risarcimento da parte della USSL.. Si viene ricoverati immediatamente dopo un paio di giorni dietro presentazione della impegnativa del medico di base.. e gia' questo dovrebbe dire molto!! Tutta la struttura ruota intorno a un sistema d'altri tempi, sembra di veder un film degli anni '70.
PS: se vi sembra esagerata la mia recensione, cercate pure in internet le conferme a questo che vi ho raccontato.
Sfavorevole
SI VIENE SUBITO BOMBARDATI DI UN MIX DI SEDATIVI SENZA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LA TERAPIA ESEGUITA A CASA. LA PERSONA SI TROVA SOLA, VIENE CHIAMATA PER CITOFONO PER IL PRANZO E PER LA CENA E SI SPERA CHE L 'AMMALATO SIA CAPACE, VISTA LA FORTE SEDAZIONE, DI SENTIRE IL MESSAGGIO E DI CAMMINARE SENZA CADERE FINO ALLA SALA DA PRANZO, CHE MOLTO SPESSO SI TROVA IN UN EDIFICIO ESTERNO AL PROPRIO.. GLI INFERMIERI SONO FREDDISSIMI, MAI UN SORRISO O UNA PAROLA DI CONFORTO. IL MIO FAMILIARE HA VISTO IL MEDICO UNA MATTINA PRESTO AL RISVEGLIO PIENO DI SEDATIVI APPENA FATTI E NON ERA NEANCHE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE DOMANDE DEL MEDICO, CHE ERA IN GIRO VISITA. QUANDO HO CONTATTATO IL MIO FAMILIARE QUALCHE ORA DOPO, RIESCE SOLO A DIRMI DISPIACIUTO E SCORAGGIATO TRA LE LACRIME CHE AVEVA VISTO I MEDICI E CHE GLI ERA STATO DETTO CHE SI ERA BRUCIATO TUTTE LE CELLULE DEL CERVELLO PERCHÉ AVEVA ANCHE UN PASSATO DI ALCOLISTA. MA COME SI PERMETTE UN MEDICO DI TRATTARE COSÌ UNA PERSONA CHE IN QUEL MOMENTO è ASSOLUTAMENTE SENZA DIFESE E NON RIESCE NEANCHE A PARLARE?
APPENA ENTRATE, QUESTE PERSONE DEVONO AVERE SUBITO UN CONTATTO UMANO PER AVERE UN PO' DI FIDUCIA NELLA VITA.. MA IN QUESTA STRUTTURA MANCA COMPLETAMENTE, I MALATI NON VENGONO MESSI AL CORRENTE DI NIENTE, GLI DICONO C'è' L'INIEZIONE DA FARE E SE RIFIUTI TI DICONO BISOGNA FARLA. NON C'è NESSUN DIALOGO.
abbastanza bene
per essere il primo ricovero posso dire che il risultato- drispetto a come ero- è stato buono. Vedremo successivamente. Rigrazio Gaetana (Elisa), Andrea e le signore delle pulizie della cucina e anche chi era un po' meno amichevole o umano. Certo che lì dentro ci vuole un sacco di polso e pazienza, e a volte quest'ultima tendeva a saltare, soprattutto durante l'ora di pranzo che invece di esser di relax era la corsa a chi finiva prima..
Una clinica d'altri tempi da dimenticare
Ciò che sto per scrivere riguarda questa struttura fino all'anno 2009/2010.
La Casa di Cura "Villa Park Napoleon", o meglio la clinica psichiatrica di Preganziol (TV), consisteva in un complesso comprendente gli spazi di una villa veneta, un padiglione nuovo e un parco.
Questi luoghi non erano affatto predisposti per favorire eventuali attività: il paziente, una volta accolto, rimaneva solo, poteva usufruire della camera da letto (singola o con più letti), dei servizi, del salone e del giardino. Non esisteva alcuna forma di privacy: in qualunque momento il personale infermieristico si avvaleva della facoltà e del dovere di entrare ovunque senza aver prima instaurato un dialogo e aver posto domande utili per capire le esigenze dell'utente.
E' da precisare che, nel corso degli anni il numero del personale incaricato ad assistere i pazienti è diminuito e peggiorato nella qualità, rendendo i periodi di ricovero ancora più lunghi, a condizione che i familiari fossero disposti di giorno in giorno a far visita al proprio caro per fornirgli l'aiuto morale e fisico necessario per arrivare alle dimissioni.
L'équipe medica era composta dal primario direttore U. Dinelli e da altre figure mediche. Carenti o assenti erano gli psicologi-psicoterapeuti, educatori, assistenti sociali e altro.
La giornata era scandita dai pasti (colazione, pranzo e cena) in sala da pranzo o, nei casi più critici, in stanza da letto. Inoltre, ogni giorno, avveniva, a padiglioni alterni, la visita da parte dei medici presieduta dal primario a cui predeva o seguiva l'accordo sulla cura farmacologica.
Il punto più forte in senso negativo dell'intero servizio di questa casa di cura privata (in cui mancavano i controlli) ma accreditata dall'ULSS 9-Treviso era la l'esercizio esagerato dell'unica terapia considerata utile: quella psicofarmacologica. Questi medicinali erano somministrati in grandi quantità, combinati assieme anche se appartenenti alla stessa categoria. La conseguenza era la confusione totale tra sintomi della patologia, tratti del carattere del paziente e gli effetti invalidanti dei farmaci dati senza informare l'assistito, né prima né durante il trattamento.
Le forme di contenzione più visibili erano le stesse cure farmacologiche che inducevano forti effetti collaterali non considerati degni di ascolto o di comprensione né dal primario direttore né dai familiari se prima avvisati. Altri modi per contenere l'agitazione o altri stati spiacevoli dei degenti non potevano essere noti eccetto a parte del personale.
Spiace parlare in tali termini di un luogo che avrebbe dovuto svolgere un compito alto ma eseguito in modo troppo discutibile e secondo principi contrari a quelli continuamente promossi con convinzione dal medico primario.
Spero che tutto questo sia cambiato.
Auguri
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