Ostetricia Policlinico Gemelli
Recensioni dei pazienti
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Poco empatici, no assistenza
Ho partorito al policlinico Gemelli il 7 maggio. Parto bellissimo, sono arrivata in PS che già ero di 4 cm. e con poco sono arrivata a 8. Appena arrivata mi hanno visitata e fatto il monitoraggio, credo sia passata un'ora prima che mi portassero in sala parto. Una volta arrivata lì, nonostante i tamponi negativi mio e di mio marito, lui da fuori chiedeva ma non lo facevano entrare, praticamente mi sono fatta il travaglio completamente da sola (senza neanche un aiuto per spogliarmi e mettermi la tunica che ti danno per partorire), finché è arrivata l'ostetrica dicendomi che avevo rotto le acque e che con poche spinte avrei fatto, consigliandomi di evitare l'epidurale. Ho scelto di non fare l'epidurale per non rallentare i tempi, così ho chiesto dove fosse mio marito e così lo hanno fatto entrare. Da lì il parto è andato bene, l'assistenza dell'ostetrica Alessandra Focacetti è stata impeccabile, così di lì a poco è nata mia figlia, mi è stata messa sul letto e tolta solo per visitarla e lavarla. Fin qui, a parte il fatto che non abbiano fatto entrare subito mio marito, tutto regolare, anche nelle due ore successive di supervisione mia figlia mi è stata lasciata.
L'unica nota dolente dal momento in cui ho partorito fino alle dimissioni è stata la totale assenza si assistenza da parte del personale. Mia figlia aveva difficoltà nell'attacco, ma nessuna ostetrica/dottore è venuto a vedere la situazione, nonostante io provassi non si attaccava. La mattina successiva nonostante avessi informato della situazione, durante l'orario di visita i dottori facevano solo domande fredde, ma nessuno che si sia avvicinato a vedere cosa non andasse, solo una OSS vedendo che non si attaccava mi ha consigliato di comprare i paracapezzoli, così sono riuscita ad attaccarla, ma a distanza di due mesi sto ancora cercando di toglierli senza risultati.
E questa pratica è molto diffusa, per non perdere tempo a vedere cosa non vada nell'attacco consigliano l'acquisto di questo paracapezzoli senza un reale controllo, considerate che ho conosciuto altre due mamme in reparto e tutte e tre stavamo con i paracapezzoli, un po' strana come cosa?!
Ostetricia al Gemelli è un reparto in cui ho trovato una totale assenza di empatia verso noi mamme, siamo dei numeri a cui fare solo domande, senza dare spiegazioni, nessuno che realmente ti segua tanto da creare danni quando si torna a casa. Vi è una totale assenza di comunicazione, anche per quanto riguarda l'occorrente per il cambio pannolino ho dovuto chiedere io chiamando le infermiere altrimenti non ti viene fornito, ho dovuto chiedere come trattare il moncone, praticamente ti buttano in stanza e chi si è visto si è visto!
E la comunicazione è assente anche tra il personale, io sono stata dimessa a tre giorni, mentre mia figlia l'hanno tenuta un giorno in più per l'ittero; il giorno delle dimissioni neanche loro sapevano cosa fare, chi ci ha detto che saremmo andati a casa tutti insieme, poi passava un'altra infermiera e ci diceva di aspettare l'esito delle analisi. Per farla breve, hanno fatto le analisi della bilirubina alle 16.30 e ci hanno detto che non sarebbe stata dimessa alle 21.30 al cambio turno praticamente, con la scusa che non avevano i risultati, quando per la bilirubina si hanno in 5 minuti, nel frattempo alle 17.00 ci hanno fatto sgomberare la stanza perché gli serviva.
Cesareo d’urgenza
Ho scelto di partorire al policlinico Agostino Gemelli e non lo rifarei mai più.
Arrivo in travaglio la sera del 15/04, mi dicono che ero dilatata 4,5 cm. e che sarei andata a breve in sala parto. Dopo un’ora arrivano molte altre donne che vengono portate in sala parto, a quel punto mi fanno una puntura e mi bloccano il travaglio, per poi ricoverarmi in patologia ostetrica. L’indomani vogliono fare l’induzione del parto, rifiuto, sperando che il travaglio riparta da solo, ma non è stato così. Il giorno dopo mi fanno l’induzione e mi portano in sala parto dilatata a 7 cm., erano le 18.50 del 17/04. Mio figlio nasce alle 10.30 del 18/04 con un cesareo d’urgenza (che non volevano fare) perché non aveva impegnato il canale del parto, il liquido amniotico era tinto, il bambino in sofferenza fetale e loro mi continuavano a chiedere di spingere dopo 18 ore in travaglio!
Dopo la nascita il bambino me lo hanno fatto vedere per la prima volta alle 17.00, compromettendo l’allattamento al seno. Inoltre al reparto le ostetriche non danno alcuna assistenza per favorire l’allattamento al seno, i pediatri ci hanno dimessi con prescrizione di allattare con latte artificiale. Non avrei mai pensato di essere trattata come un numero nel momento più importate della vita di una donna. Non consiglio a nessuna di partorire al policlinico Gemelli, poiché un buon reparto di ostetricia si valuta quando un parto è difficile, ma viene comunque data l’assistenza che si dovrebbe dare, non quando va tutto bene per pura fortuna!
Parto prematuro
Ho partorito a settembre e non ho avuto una bella esperienza. Purtroppo per pigrizia, o comunque perché volevo fidarmi di quello che mi dicevano, non ho cambiato ospedale.
Era la seconda gravidanza (il primo parto fu un cesareo d'urgenza).
Gravidanza difficile con contrazioni e perdite fin da subito, faticando arrivo a quasi 36 settimane. Un giorno vado alla visita per programmare il cesareo e inutilmente dico a tutti che non stavo bene, che avevo le contrazioni più forti. Discuto con la ginecologa perché mi fissi il cesareo per il mese successivo. Non si sono degnati neanche di farmi una visita, mi hanno mandata a casa facendomi sentire esagerata.
Morale: dopo 1 giorno mi reco al pronto soccorso e avevo il parto completamente aperto, tra poco partorivo strada facendo...
RICOVERO REPARTO COVID
Il giorno 13 luglio, all'ottavo mese di gravidanza, a causa del sorgere di una malattia (Colestasi Gravidica) che a volte viene nelle fasi finali di gestazione, ed essendo affetta da COVID, visti i valori un po’ alti, il mio ginecologo mi consigliava il ricovero presso una struttura adeguata, in questo caso l'Ospedale Gemelli, causa forza maggiore, pur non essendo quella da me scelta per partorire.
Sono arrivata alle ore 15.00 e, dopo i dovuti accertamenti, mi hanno accolta in un tendone, dove sono rimasta per circa 3 ore. Inizialmente ero sola, mi hanno effettuato il monitoraggio, comunicato che purtroppo nel reparto adibito a malati di Covid non cerano posti liberi e che eventualmente avrei dormito nel tenda; per cui, vista la situazione e non essendosi alzati di molto i valori, alle 17.00 venivo dimessa e sono tornata a casa.
Il giorno 15 luglio, con il peggiorare della situazione, prurito insopportabile e quant’altro, mi recavo di nuovo, consigliata dal mio ginecologo, presso il pronto soccorso dell’Ospedali Gemelli, dove mi hanno di nuovo posta nel tendone dalle ore 14.42 fino alle 19.42; nel frattempo mi hanno fatto di nuovo il monitoraggio e ripetute le analisi e nient’altro, dicendo che i valori della malattia citata non erano preoccupanti, mentre il mio Ginecologo era abbastanza allarmato. Dopo tutto questo tempo mia madre, che era lì tutti giorni seduta su un muretto fuori dal pronto soccorso, si è permessa di chiedere notizie alla dottoressa di turno (non ricordo il nome altrimenti lo citerei) che le rispondeva in malo modo, dicendo di chiedere a sua figlia (non si può rispondere così!) e debbo dire che anche le infermiere non sono state molto garbate.
Il giorno 16 luglio, vista la situazione che peggiorava, alle ore 2.07 di notte mi recavo di nuovo in Ospedale fino alle 6.44, quando venivo di nuovo dimessa non avendo posti disponibili nel reparto Covid, essendo io ancora positiva.
La Domenica 17, essendo di molto aumentati i valori della colestasi, il mio ginecologo mi consigliava di recarmi presso il Policlinico Casilino (la struttura da me scelta per il parto)dove, dopo aver effettuato il tampone come da prassi, la fortuna ha voluto di essere diventata negativa (l’addetto di turno contento mi ha persino baciata, come al Gemelli!!!). A quel punto mi hanno ricoverata senza problemi, ed il giorno 19 davo alla luce il piccolo Leonardo, nato un mese prima, mediante parto cesareo, in mezzo ad un marea di persone gentili e garbate, che tra l’altro conoscevo bene in quanto mia sorella ha partorito 2 figli in quella struttura ( dove una nota di merito va data a tutto il personale della sala parto) di cui devi dire ne parlano tutti bene.
Per tutto quanto sopra raccontato, volevo avvisare qualsiasi gestante si trovasse nelle condizioni in cui mi sono trovata io, se affetta da COVID (purtroppo può capitare, soprattutto in questo periodo) di scegliere qualsiasi struttura di pronto soccorso ad eccezione del Policlinico Gemelli, reparto ostetricia.
Spero di essere davvero utile a qualcuno perché, per una donna, questo è il momento più bello della vita e non si può finire in mano a professionisti che si permettono di comportarsi in questo modo, nell’Ospedale che tra l’altro viene chiamato Vaticano III!!!
Gestante delusa.
Parto Covid al Gemelli
Il 24 Giugno ho dato alla luce la mia prima figlia presso il Policlinico Agostino Gemelli. Non era la struttura ospedaliera che avevo scelto ma, essendo risultata positiva al Covid 5 giorni prima del parto, il mio ospedale di riferimento non poteva più prendermi in carico. A Roma, attualmente, sono due gli ospedali che si occupano di parti Covid: Gemelli e Umberto I.
Una nota di merito va data al personale della sala parto: empatico, professionale e di grande conforto.
Per il resto, una vera delusione e un'esperienza da dimenticare. Non sono mai stata una persona polemica, non mi piace creare discussioni inutili. Stavolta penso che invece possa essere d'aiuto perché è giusto che tutti sappiano come funziona all'interno del reparto di patologia ostetrica Covid. In una situazione già molto delicata e difficile, al termine di una gravidanza stupenda e di 9 mesi senza nessun problema, l'epilogo Covid non rientrava proprio nei miei pensieri, perciò la paura negli ultimi giorni era sicuramente tanta. Arrivata al pronto soccorso, ho trascorso una notte in travaglio completamente in solitudine in una tenda Covid, con un walkie-talkie per comunicare a distanza con le ostetriche, da cui ho ricevuto supporto solo due volte in sette ore circa. Nel post-parto, ricoverata nel reparto di patologia ostetrica con la mia bambina h/24, la situazione è peggiorata. Personale privo di empatia, irraggiungibile il più delle volte, che rispondeva alle chiamate dicendo "Eh dobbiamo rivestirci, ora non possiamo venire", con un atteggiamento di superiorità che una neomamma inesperta e impaurita non merita. Mi sono ritrovata da sola, con una neonata, senza ricevere adeguato supporto. Sono state 72 ore lunghe e difficili, contavo i minuti affinché finissero.
Ora siamo a casa, siamo serene e stiamo bene, ma non dimentico, e non posso farlo perché credo che chi lavora in un reparto così delicato, chi sceglie di fare un mestiere così speciale come quello dell'ostetrica, debba farlo con cognizione di causa e con passione, umanità e comprensione. Le pazienti non sono numeri da scaricare con frasi secche e preimpostate, ma sono persone che a volte hanno bisogno anche solo di sentirsi accolte; le "mamme Covid" non sono "meno delle altre" e da "evitare perché in isolamento" ma forse meritano anche attenzioni maggiori!
Spero che la mia sia stata un'esperienza isolata e che la realtà sia molto meno traumatica, ma sentendo anche i resoconti di altre mamme nella mia situazione nutro forti dubbi a riguardo.
Ho conosciuto ostetriche molto più giovani di me: a loro va il mio pensiero. Auguro loro di potersi fermare a riflettere e chiedersi se la scelta lavorativa fatta sia stata davvero sentita o meno; non è mai troppo tardi per cambiare strada!
Un trauma
Entrata in ospedale alle 18 con travaglio già in corso, fanno l'ecografia e monitoraggio per vedere la situazione del bambino: battito perfetto, il bambino era messo a testa in giù ma con la testolina messa male e loro continuano a farmi fare il travaglio... Durante il travaglio continuavano a farmi fare varie posizioni per far spostare il bimbo, ma facendo varie ecografie la posizione del bambino era invariata; dopo 12 ore di travaglio mi hanno rotto le acque, hanno aspettato ancora e poco dopo mi hanno fatto provare a spingere.. Il battito rallentava e ad un certo punto era quasi assente, con tutta l'equipe lì... Io, sentendo il battito molto rallentato, ho detto ai medici di farmi un cesareo, volevo solo che il bambino nascesse bene. Mi hanno subito presa e portata il sala operatoria per il cesareo, e non vi dico le conseguenze.. Mio figlio l'hanno dovuto "scastrare" perché già si vedevano i capelli, hanno dovuto rompergli il polso per tirarlo fuori - ma questa è stata la cosa più carina di ciò, visto che mio figlio è stato intubato in ipotermia per giorni, poi è passato in terapia intensiva e poi subintensiva riportando danni motori e uditivi e visivi dopo 8 minuti di asfissia neonatale. Uscito dalla TIN, ha dovuto fare 8 mesi di terapia e io fino ai 3 anni ho dovuto aspettare come si evolveva la vita di mio figlio.
Un trauma.
Parto cesareo
Ho dato alla luce la mia bambina a febbraio, ma penso che sia stata una delle esperienze più negative della mia vita.
Fino al momento del parto mi sono sempre trovata benissimo, super assistita al pronto soccorso, durante i monitoraggi e in tutte le fasi pre-parto.
In sala parto, per le prime 20 ore sono stata seguita senza grossi intoppi (nonostante diverse induzioni), se non nei momenti di cambio turno... passava anche un'ora e mezza prima che qualcuno si facesse vedere, ma non mi sono mai lamentata!
Alle 22.00 del secondo giorno, a dilatazione completa e collo dell'utero piatto, la ginecologa decide che ci sto impiegando troppo tempo, che l'epidurale deve essere interrotta. Risultato: dolori lancinanti (ma la cara dottoressa affermava che era il mio cervello e che i dolori fossero frutto della mia immaginazione) e 3 manovre di Kristeller, a cui ho provato ad oppormi in tutti i modi, ma sempre i cari presenti in sala parto mi dicevano di non fare storie perché non mi stavano "toccando" (ero io ad esagerare). Peccato che sono tornata a casa con la gabbia toracica piena di lividi!
Inizio a non avere le forze, chiedo un po' di carta bagnata per inumidirmi la fronte dopo 36 ore in sala parto, la dottoressa risponde "eh sì datele anche qualcosa di fresco"!... Con le manovre la bambina scende, decidono di tirarla con la ventosa: 6 tentativi... falliti!
Cesareo d'urgenza, con commenti sul mio travaglio.
Mi portano in camera, mi danno la bambina e mi dicono di allattarla, non avevo le forze e soprattutto latte, ma anche lì mi dicono che mi devo impegnare. Sto zitta.
Dopo 24 ore segnalo di avere difficoltà ad allattare, ma continuano a ripetermi che devo avere pazienza.
Sono stata dimessa a 48 ore dal parto, peccato che dopo 4 giorni si sia verificata un'emorragia della ferita.
Ho incontrato anche tante persone eccezionali, ma il grado di umiliazione subìto in sala parto l'ho trovato vergognoso.
Maggiore attenzione ai papà!!!
Grande professionalità di tutti i medici, anestesista Prof. Draisci, neonatologo dott. Vito D'Andrea, ginecologi esterni dott. Muscatello, professionista di grande competenza e umanità, e dott. Giglio.
Ottima la logistica delle stanze solventi, spazi ampi, pulizia accurata. Gentile il personale di reparto.
Devo però criticare la gestione della sala operatoria/nido. La bambina è nata alle ore 8.50, al papà non hanno permesso di entrare in sala a vedere la bambina. Appena nata me l'hanno messa sul petto dove è rimasta per circa un'ora e poi l'hanno portata al nido per scaldarla in termoculla in quanto la sua temperatura era troppo bassa. Io sono rientrata in reparto verso le 11. Mio marito era ansioso di vedere la bambina, ma ci dicevano che in quel momento il personale non era disponibile a portarla dal nido in reparto (pare ci fosse un'unità infermieristica in meno). In breve, il papà ha conosciuto sua figlia alle 13.30, quasi 5 ore dopo la nascita e solo dopo nostre ripetute lamentele.
Da dimenticare
Ho partorito nel luglio 2016 e solo dopo due anni trovo la forza di raccontare la mia esperienza, sperando sia di aiuto ad altri.
Parto "naturale" indotto a 6 ore da una PROM con liquido amniotico citrino. Induzione decisa dalla ginecologa (strutturata) di turno, senza darmi spiegazioni o informazioni sullo svolgimento atteso del travaglio, e iniziata da un'ostetrica di modi bruschi. Fortunatamente, entrambe vengono successivamente sostituite dalla ginecologa dr.ssa Silvia Salvi, competente, molto empatica e rassicurante, e dalla brava ostetrica Martina. L'induzione mi ha provocato dolori inimmaginabili. Dopo 6 ore, acconsentono alla mia richiesta di epidurale, grazie alla comprensione della Dott.ssa Salvi.
L'epidurale mi viene praticata da uno specializzando, con l'esito che l'effetto analgesico dura meno di un'ora. Di nuovo in preda ai dolori, alla mia richiesta di aiuto, lo specializzando anestesista non mi crede, né visita per più di un'ora. Alla mia ennesima richiesta di visita, conclude che il catetere non era stato correttamente posizionato, ma che ormai era troppo tardi per rimediare poiché la dilatazione era quasi completa. Risultato: successive DUE ore di fase espulsiva SENZA ANESTESIA e SENZA ORMAI FORZE, con la paura di non farcela e di causare la morte della mia bambina. Ho impiegato mesi ad accettare un'esperienza che posso definire solo TRAUMATICA. Il mio grazie va alla Dott.ssa Salvi, che ha fatto nascere la mia bambina senza che riportasse alcun danno.
Dopo tre giorni, sono stata dimessa, con visita ed ecografia, dalla stessa dottoressa (strutturata) che aveva deciso l'induzione, di cui sopra.
Arrivo alla visita di controllo post puerperio (40 giorni dopo il parto) perdendo ancora sangue. La mia ginecologa di fiducia, che non lavora al Gemelli, verifica che c'è in utero una porzione di placenta di 3 cm. x 5 cm. Per evitare una possibile setticemia, mi sono dovuta rapidamente sottoporre ad una isteroscopia con resezione del residuo placentare, del quale nessuno al Gemelli si era accorto, né al momento del parto, né, cosa ancora più grave, durante l'ecografia della visita di dimissione.
Assistenza neonatale: buona, ma ritengo non ci sia grande attenzione al corretto avvio dell'allattamento al seno (la sera, mi veniva recapitato in camera un biberon di camomilla da dare alla bambina in caso di pianto).
Degenza: sala parto e stanza (privata) singole e confortevoli.
Non ci tornerò di nuovo per partorire
Su consiglio di una mia amica sono andata a partorire al Gemelli, nonostante la mia ginecologa si trovasse in un'altra struttura, e col senno di poi dico, magari fossi andata lì dove stava lei!
Avevo avuto la rottura del sacco, corro in ospedale e invece nulla, tutto tace. Dopo alcune ore mi dicono che è meglio non aspettare che le cose avvengano naturalmente, e mi danno ossitocina, tanta. Poi mi tolgono la stanza e mi mettono in corridoio, davanti il bancone della segreteria. Iniziano dei dolori atroci, io oramai ero sola, niente più stanza e per giunta fuori il marito. Piango, mi dispero. Nessuno mi fila, mi passano davanti in tanti, come fossi stata invisibile. L'ossitocina ti spezza in due dal dolore. E per di più dovevo ascoltare le chiacchiere di quelle che stavano lì al bancone, mentre io morivo di dolori. Alla fine chiedo l'epidurale e finalmente me la fanno, in ritardo. Per fortuna si rendono conto che è il caso di darmi una stanza, e non di farmi vivere quei momenti di dolore in corridoio, davanti a tutti, persino il tecnico dell'Enel. Non ci credo se ci ripenso.. assurdo!
In camera finalmente arriva mio marito, e dopo un po' mi riprendo. Il parto non procede però, allora visto che stavano tornando i dolori, mi fanno una seconda dose di anestesia, ma io chiedo al ragazzo di farmene poca, perché so che altrimenti al momento di spingere non sentirei bene le contrazioni. Lui mi dice che sa lui quanta ne deve fare (giustamente per carità, ma me ne fa tanta al punto che non sento più le gambe, il sedere, nulla. Anche l'ostetrica si meraviglia che lui me ne abbia fatta così tanta e me lo dice pure. Al momento di spingere quindi, mio marito guardando il monitor mi aiuta e mi dice quando spingere, perché io non sentivo più nulla! Non ero padrona del mio corpo.. non più.. Niente, il bimbo non esce. L'ostetrica sembra anche scocciata, dice che mi devo impegnare di più. Passano un paio di ore ancora e niente, sono esausta. Allora arriva una signora, mi dice che mi aiuterà, e invece mi spinge forte la pancia senza darmi il preavviso. Nulla. Le dico che questa manovra non la voglio, ma loro mi fanno sentire anche in colpa, se non la facciamo il bimbo soffre, il battito è rallentato. Allora mi fa la manovra di kristeller altre 5-6 volte, ma mi fa troppo male, ho paura per il mio piccolo e per me, so che se non è venuto fuori ancora non ha senso continuare. Alla fine mi guardano tutte, come se fosse colpa mia se il bimbo non viene fuori... mi sento umiliata. Alla fine chiedo un cesareo, perché è evidente che non se ne veniva fuori. Ma l'ostetrica mi dice che non se ne parla. Allora, chiedo stremata, un loro aiuto, sapendo che c'è l'uso della ventosa, chiedo loro che mi aiutino con quella. Si guardano tra di loro e annuiscono. Finalmente il bimbo nasce, io non riesco neppure a piangere dalla gioia tanto era il disagio che avevo vissuto. Per di più per farlo venire fuori mi hanno tagliato molto, un sacco di punti, che poi mi hanno dovuto anche rimettere perché non erano stati messi bene e quando camminavo mi tiravano di lato. Vi dico solo che il mio bimbo ha avuto il torcicollo miogeno, probabilmente dovuto a questo travaglio così lungo e sofferto, probabilmente anche per colpa della ventosa o delle spinte sulla pancia. Per finire in bellezza, la placenta non veniva fuori, il mio utero a causa dell'anestesia eccessiva, non si contraeva più e così hanno dovuto tirarla fuori loro, provocandomi una forte emorragia. Mi hanno dovuto dare poi una cura di ferro perché avevo una anemia seria, con emoglobina a 6,9. Sono tornata a casa che non mi reggevo in piedi. Quando sento qualche mamma che racconta la sua esperienza positiva al Gemelli, resto muta, incredula, alcune tirocinanti erano anche dolci e carine con me, ma l'ostetrica che mi è capitata non lo era assolutamente. E troppe cose sono andate male nella mia esperienza, per cui sicuramente non ci tornerò di nuovo per partorire.
Accoglienza PS ginecologico pessima!!!
Mi sono recata al PS perché avevo notato delle anomalie nella gravidanza (III gravidanza). Arrivata in accoglienza, la signora incomincia con una serie di domande che neanche in caserma fanno. Ad ogni mia risposta dei miei malesseri, rispondeva con superficialità dicendo che era tutto normale e che tanto non avrebbero fatto nulla per il fatto che avevo poche settimane (36); poi mi dice che lì non si ci reca per qualsiasi cosa, a meno che non si abbia una emorragia. Quindi dovevo aspettare che mio figlio ed io stessimo in pericolo di vita per essere idonei al PS?!
Alla fine mi fa la GRAZIA di inserirmi nelle visite.
Dopo aver controllato tutto con l'ostetrica e la sua equipe (loro sì che sono state molto rassicuranti e soprattutto UMANE), mi rimandano a casa con il referto da seguire - e con scritto che per qualsiasi cosa potevo tornare. Successivamente, dopo qualche giorno, torno per altri dolori e chi mi ritrovo?? la stessa signora della volta precedente. Mi fa attendere prima di entrare perché stava facendo un ricovero al computer, però minuti dopo la sento parlare al telefono dell'ospedale con la madre, perché non penso la paziente si chiami "mamma". Dopo aver fatto le sue telefonate, mi fa accomodare e ricominciamo con l'interrogatorio. Alchè arriva al punto di dirmi scocciata "ehh ma lei non puoi venire sempre per ogni cosa! Poi queste cose siamo noi che le paghiamo!". Io rimango allibita dalla cafoneria con la quale si era permessa di dirmi certe cose... Alchè come ultima cosa le dico che ogni volta che vedrò delle anomalie dovrò recarmici. Il tutto per dire che é stata la mia peggior esperienza lì in ostetricia. E che persone con un tale "tatto" nel trattare le persone e rispettarle, non dovrebbero trovarsi lì! L'accoglienza é il primo impatto con i pazienti ed entrare con ansia nei reparti per colpa di una persona inqualificabile non é assolutamente accettabile. Una donna incinta deve trovarsi rassicurata e non giudicata in quel modo. Inaccettabile!
Da dimenticare!!!!!
Hanno diagnosticato a mia figlia, senza ciclo da due mesi e mezzo con dolori pelvici e nausea, una banale vulvodinia ed endometriosi insieme, a detta loro, ad uno stress psicologico. Un famoso dottore l'ha visitata ed ha sentito tante feci. Ci ha liquidato con una purga ed un farmaco per mettere a riposo le ovaie per 6 mesi (menopausa). Morale della favola: le feci che sentiva l'illustre medico, non era altro che un FETO.. sì, mia figlia è incinta al terzo mese di gravidanza.
GRAZIE, nemmeno in grado di riconoscere una gravidanza.. Non lo consiglierei neanche al mio peggior nemico...
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