Ostetricia e Ginecologia Clinica Ospedale Padova
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DECISAMENTE NO
Sono stata seguita i primi 7 mesi della mia gravidanza da questa dottoressa molto famosa a Padova. Che dire, oltre alla sua freddezza che ti fa quasi sentire a disagio, la velocità con cui mi ha visitata e mi ha fatto l'ecografia (una donna incinta ha bisogna di rassicurazioni!), la poca attenzione poi anche nel guardare gli esami che le ho portato di visita in visita, ma soprattutto quando per due volte, preoccupata dall'esito di alcuni esami, ha visualizzato messaggi in WhatsApp (che lei stessa ti dice di usare per qualsiasi dubbio) senza degnarmi di considerazione, mi ha fatta decidere poi al settimo mese di cambiare. Meno male che ho trovato una persona un po' più umana.
Cinque ovociti magari
Non sapevo esistesse questo sito e mi dispiace solo perchè la mia esperienza risale al 2015. Abito nella provincia di Padova e ovviamente mi sono rivolta a questo rinomato ospedale per seguire il percorso di PMA. Da subito entro in contatto col prof. Gangemi, che mi ferma e mi spaventa parecchio perchè, soffrendo di mal di testa con aura, mi illustra le controindicazioni dell'assunzione degli ormoni con questo mio disturbo. Fa bene, doveva farlo, ma poteva anche essere più possibilista. Dopo una pausa di riflessione decido comunque di seguire il percorso, ma nel frattempo rimango incinta spontaneamente e purtroppo ho un aborto spontaneo alla 5+1 settimana. Metabolizzato il dolore, mi rivolgo a loro dopo un mese e prendono tempo dicendomi che non sono sterile, di provare solo con un po' di supporto farmaceutico. Ci proviamo tutta l'estate, dopo l'estate mi sposo ma due giorni prima della data, tra mille preparativi dell'ultim'ora, andiamo comunque di nuovo a colloquio con lo staff (sapendo che ci vogliono minimo 8 mesi di attesa). Altri medici-studenti ci prescrivono gli esami e ci aggiorniamo dopo il viaggio della luna di miele. Resto ancora incinta spontaneamente e stavolta mi faccio seguire intra moenia dal prof. Gangemi. Arrivata alla 9+1 settimana non c'è più battito e vengo ricoverata per un aborto ritenuto in day hospital. L'intervento va bene, trovo il professore che mi rassicura e conforta... ma mezza ancora sedata, in stanza viene da me un giovane dottore e mi dice "complimenti! abbiamo prelevato 5 bellissimi ovociti, sarà contenta?". Io lo guardo e ho la forza di rispondergli "io sarò anche sedata dottore, ma a me hanno tolto tutto, altro che 5 ovociti!". E poi comincia il percorso PMA vero e proprio senza più nessuna remora e timore. Trovo di nuovo a volte sia il prof. Gangemi che la dott.ssa Andrisani, competenti ed empatici, ma purtroppo anche giovani dottoresse che al mattino mi dicono "ovociti bellissimi", salvo poi chiamarmi al pomeriggio con i dati ormonali per ratificare e dirmi che erano cisti funzionali!! Ultima stazione della via crucis, comincio a fine giugno la stimolazione e, finita al terzo giorno, mi si contatta telefonicamente dicendomi di sospendere che tanto poi sarebbe venuto luglio e agosto e loro non facevano nulla e SE AVEVO PIACERE potevo richiamare a settembre! Se avevo piacere?? secondo questa, io avevo piacere ad avere perso due anni di periodo fertile preziosissimi ed essere sballottata in questo modo?
Esperienza spiacevole
Sono stata seguita durante tutto il periodo della gravidanza dalla dott.ssa Alessandra Zambon, persona preparatissima è bravissima, che ho trovato impeccabile ad ogni nostro incontro. Purtroppo il giorno del parto, avvenuto prematuramente per la rottura del sacco alla 38esima settimana, ho avuto la sfortuna di incappare in una ostetrica, che senza spiegarmi nulla di ciò che stava accadendo e di ciò che stava per fare, mi ha portata in una sala della clinica e mi ha praticato la rottura manuale delle membrane. Quest'esperienza è stata per me scioccante, ed ha compromesso psicologicamente tutte le fasi del travaglio ed il post-parto. Sono molto rammaricata del fatto che alle altre pazienti ricoverate con me e seguite da un'altra ostetrica, sia stata fornita ampia spiegazione e condivisione di quanto stava loro accadendo, addirittura è stata data loro facoltà di scelta se proseguire con lo scollamento delle membrane o se avviare il travaglio con l'ossitocina, mentre nel mio caso si è ritenuto corretto non darmi alcuna informazione in merito alla mia situazione clinica e su quanto stavano per praticarmi. Sebbene io abbia dato alla luce un sano e bellissimo bimbo, ritengo sia stato animalesco il modo in cui sono stata trattata. La seconda ostetrica che mi ha seguito fino alla fine del parto è stata molto brava e professionale, ma la prima ostetrica che ha dato avvio al travaglio ha sicuramente peccato da un punto di vista professionale e forse umano. Capisco che con il numero di pazienti che partoriscono, sia doveroso fare una scaletta di chi debba partorire prima o dopo, ma ciò non giustifica il fatto una ostetrica debba decidere come operare senza coinvolgere la paziente. Nonostante la bravura e la squisita gentilezza della dottoressa Zambon, mi è quasi impossibile immaginare una seconda gravidanza presso la clinica.
Scortesia e maleducazione
Sono arrivata in pronto soccorso ginecologico alle 8.00 di sera, con contrazioni regolari ogni 3 minuti; mi hanno quindi portato in sala travaglio in clinica. Dopo ogni contrazione vomitavo anche l'anima, non riuscivo a stare in piedi. Mi hanno accompagnato in bagno e mentre tornavo al mio letto mi sono accasciata per terra in preda ai dolori, la dott.ssa Zambon mi ha rimproverata dicendo che non era il caso di fare tutte quelle scene e di darmi una calmata. Mio marito, nemmeno fatto entrare per salutarmi, é stato spedito a casa in malo modo in quanto mancavano ancora molte ore prima del parto. Sinceramente non ho mai capito il perché, ero L'UNICA partoriente, le sale Travaglio erano vuote e durante il corso pre-parto ci avevano assicurato che il marito sarebbe potuto entrare durante il travaglio se non c'erano altre partorienti nella stanza.
Ho implorato piangendo la dott.ssa di lasciare che mio marito mi stesse accanto, la sua risposta é stata" lei é ancora all'inizio del Travaglio, é inutile che suo marito stia qui per cosi tante ore" .
Il fatto di trovarmi lì da sola, e per di più trattata così male, mi ha gettato nel più totale sconforto. Mio marito é tornato in clinica la mattina seguente alle 9.00, ha suonato chiedendo di entrare e salutarmi e gli é stato risposto di aspettare in corridoio.. MA PERCHÉ !? Alla fine l'hanno fatto entrare credo 2 minuti prima che Luca nascesse, ha fatto appena in tempo a mettersi il camice e la cuffietta.
Non riesco ancora a capire perché non mi abbiano lasciato accanto il marito, il Travaglio era regolare e non c'é stata nessuna complicazione.
Trovarmi da sola e trattata così mi ha fatto vivere malissimo la nascita di mio figlio. Credo che il parto debba prevedere anche, anzi soprattutto, un adeguato sostegno psicologico alla donna, sostegno che a me é totalmente mancato.
Ostetricia e ginecologia clinica
Mi trovo a non sapere da dove cominciare.
Sono una mamma straniera, laureata in Italia in cui ci vivo da 10 anni. Ho un figlio e sono in attesa del secondo.
Nella gravidanza del primo figlio mi ha seguito la dott.ssa Alessandra Zambon e mi sono trovata benissimo, seguita passo per passo dalla dottoressa. Quando sono rimasta incinta per la seconda volta, ho scelto io ad essere seguita dalle dott.sse della clinica di padova: essendomi trovata bene per la prima volta, speravo cosi tanto di essere seguita dalla dott.ssa Zambon di nuovo. Ma niente, va beh mi sono detta, è una clinica di prestigio, anche le altre saranno brave come la Zambon.
Macché... è diventato uno stress ogni volta che devo presentarmi, perché per un motivo o altro mi trovo trattata male in qualche modo.
Se vado in orario per la visita mi fanno aspettare, l'unica volta che sono andata in ritardo io, mi hanno fatto aspettare per entrare in visita dopo che erano finite tutte le donne, e per questa volta non ho detto niente perché ero in torto io.
Per non parlare di chi ti fa la visita, e chi assiste alla visita (fanno di quelle facce..), oppure io le vedo cosi e per me andare a fare la visita ginecologica è diventato un incubo. Non trovi una che ti mette al tuo agio, non sei come une oggetto da osservare in quel lettino che io ormai odio, sul nostro corpo li steso imparano le future dottoresse e non hanno il minimo buon senso, buona educazione, umanità, senso etico etc... di farti sentire bene mentre ti osservano.
Mi sono presentata per fare l'ecografia dell'ultimo trimestre e mi sono presentata con qualche minuto in ritardo (max 2-3 minuti) e, nella stanza che le donne della segreteria mi avevano indicato, non c'era anima viva ... Ho aspettato per 15 minuti, ma niente e poi ho dovuto scendere al piano di sotto per chiedere se c'era qualcosa che non andava e le signore, una tranquilla e l'altra innervosita e infastidita, mi hanno risposto "cosa saraà mai", che dovevo aspettare e avere pazienza. Lì ho perso le staffe, non perché dovevo aspettare (ho aspettato ore e ore quando ero incinta con il primo e ore e ore con il secondo), ma perché il loro modo di rispondermi l'ho trovato offensivo e menefreghista; il loro viso rifletteva quello che loro pensavo di me, una straniera che alza la voce.
Ho dovuto risalire con il corpo che mi tremava dal nervosismo. E non è finita qui... sopra mi aspettava la dott.ssa che, evidentemente segnalata dalle sig.re della segreteria, esce infuriata e mi dice che mi aveva cercato all'ora dell'appuntamento e che io non ero li presente. Comunque mi fanno ancora aspettare. Quando entro la dottoressa ha un atteggiamento piuttosto ostile e mi lascia nelle mani della specializzande, che ovviamente hanno fatto fino al punto che sapevano fare. Ma la dott.ssa ha superato sè stessa quando mi ha fatto lezione d'italiano.. e se fino a quel momento avevo dato qualche risposta, con la lezione di italiano ho chiuso la bocca. Non ho risposto non perché non sapevo rispondere, ma mi sono sentita davanti ad una donna piena di sé ed arrabbiata.
Sala parto??? con il primo figlio mi hanno abbandonata lì, senza un minimo di interessamento umano da parte delle infermiere.
Resterei ore e ore a scrivere per loro. Mi trovo in questo stato ogni volta che torno dall'ospedale.
Forse questo non andrà nell'orecchio di qualcuno e, se ci andrà, forse nessuno farà qualcosa per cambiare le cose, ma scrivo perché ciò lo dovevo a me stessa.
Clinica: una delusione dietro l'altra
Doveva essere il momento più felice della mia vita, si è rivelato uno dei peggiori.. Le ostetriche specializzande sono veramente carine e ti assistono benissimo, ma il resto del personale lascia molto a desiderare - la capo-ostetrica di turno non è in grado di dimostrare un minimo di empatia, ti rifiuta l'epidurale senza spiegarti perchè e, se chiedi qualsiasi informazione, risponde di "non preoccuparti" e che devi concentrarti su altro. lascio quindi immaginare come può sentirsi una primipara lasciata totalmente all'oscuro di quello che sta succedendo, magari spendere una parolina in più e spiegare la situazione può aiutarti ad affrontare meglio la "passeggiata", soprattutto se vedi facce preoccupate in giro. Il mio compagno non è mai entrato, capisco il travaglio che ho trascorso con un'altra ragazza per cui la privacy era d'obbligo, ma non l'hanno fatto entrare nemmeno in sala parto, e quindi non ha potuto assistere alla nascita della nostra unica figlia! (a parte il fatto che era fuori e nessuno lo ha mai informato di quello che succedeva). Due su tre giorni di ricovero li ho trascorsi in un edificio separato dal nido per carenza di letti in reparto, quindi fare le vasche a piedi (appena partorito) per poter stare con la bimba e tentare di allattarla, salvo arrivare sempre dopo che le infermiere l'avevano già imbottita di latte artificiale. Immunoprofilassi anti D eseguita per il rotto della cuffia (nonostante la chiedessi ogni giorno) per un errore sulle analisi del sangue, perciò non si sa se hanno confuso le provette (attribuendo il mio prelievo alla piccola) o se effettivamente la bimba ha il mio stesso gruppo sanguigno (RH negativo).
Attestazione di nascita rilasciata con la data sbagliata.. l'elenco potrebbe continuare ancora un pò, ma per fortuna sono tornata a casa!
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