Ospedali Riuniti di Foggia

Eseguiti tutti gli esami preoperatori a dicembre 2021, mi dicono che l'intervento sarebbe stato programmato e di richiamare a metà febbraio 2022 il numero 0881733648, nel caso non mi avessero ricontattata. Ad oggi 19 aprile 2022 sono ancora in attesa, e al numero fornito, chiamato innumerevoli volte, non mi ha mai risposto nessuno.

Il giorno 09/05/2020 alle ore 09.00 siamo andati all'ospedale Riuniti di Foggia per eseguire un ricovero urgente per mia madre, affetta da una grave situazione (malfunzionamento valvola cardiaca al cuore, versamento pleurico, perdita di respiro). Ebbene, ci hanno fatto fare tutti gli accertamenti, ma non dico per l'organizzazione del ricovero: mandati letteralmente da una parte all'altra, meno male che io ce la faccio, ma fosse stata la mia mamma anziana da sola... Comunque, tra accertamenti covid-19 e altro, sotto il sole, la mia mamma resta su di una sedia all'interno dell'ospedale vicino ad altri pazienti senza distanze di sicurezza. Siamo arrivati alle ore 18.00, ci chiamano dal dottore che smista le urgenze ed io mi sento dire "cosa dobbiamo fare?!". Io resto allibito alla domanda fattami, in quanto mi aspettavo la destinazione della mamma al reparto. Il dottore mi dice che "posto per la mamma non c'è, se vuole che le faccia la base di ricovero, dovrà attendere per un giorno o forse due da qualche parte al pronto soccorso, e su una sedia perché non c'erano più le barelle". Allora a quel punto, visto che la mamma stava male, anzi malissimo, decido di andare da un'altra parte.
Disorganizzazione totale, da evitare Foggia.

Qualche settimana fa abbiamo ricoverato nonna nel reparto di Neurologia per una piccola emorragia interna da tenere sotto controllo, dovuta ad una caduta. Il giorno del ricovero sono state consegnate le medicine (cosa sbagliata, non eravamo tenuti a farlo) e la terapia che nonna seguiva. Nonna camminava con l'aiuto di un bastone, ma dopo 15 giorni di ricovero siamo stati costretti a chiamare una ambulanza per portarla a casa.
Nel reparto è stata contagiata da gastroenterite ed è stata abbandonata al vomito e diarrea per tre giorni, nessuna flebo solo pillole, che naturalmente vomitando non avevano nessun effetto. La terapia consegnata non è stata seguita correttamente ( mi sono trovata una sera che su 4 pillole ne hanno dato sola 1) e alle dimissioni le medicine personali erano sparite ( si davano colpe l'uno con l'altro). Quindi posso immaginare come venivano somministrate al paziente. Voglio ricordare che la prescrizione dei farmaci è molto limitata e grazie alla loro INEFFICIENZA siamo stati costretti ad acquistarli.
In conclusione, ora nonna è a casa allettata con flebo, totalmente disidrata, valori del sangue non buoni, quindi prelievi quotidiani e tutto questo chiamando un infermiere a pagamento. Questa è l'Italia.

Ai Riuniti di Foggia sono venuto a contatto con lo staff della pediatria del primario dott. Longo.
Ad oggi non so ancora di che cosa abbiano curato mio figlio, non sapevano di che cosa fosse malato.
Dottori che uscivano ed entravano dalle ferie, chi veniva faceva analisi senza alcuna diagnosi precisa, una eco al cuore è stata fatta dopo 2 settimane che mio figlio Valerio- di 5 anni- era ricoverato, già traumatizzato da flebo, punture e quant'altro. Il tutto senza risultati, insomma, senza una diagnosi precisa.
Invece ringrazio l'ospedale giovanni XXIII DI BARI ed il dott. ugo vairo per aver curato mio figlio in maniera eccellente.

La mia bambina è nata con l'ittero alto alle dimissioni era a 15.
Mi hanno fatto tornare dopo 2 giorni per il controllo e dopo averci rimbalzato fra il secondo e il terzo piano, ci hanno "accolto" con modi e linguaggi scurrili, urlando nei corridoi che dovevamo aspettare.
Dopo 4, e dico 4 ore di attesa, hanno fatto il prelievo alla bambina e dopo aver visto che il risultato era cresciuto, hanno deciso per la fototerapia. Mi chiedo ancora oggi com'è possibile che in una struttura importante come quella di Foggia, una bambina di 4 giorni VENGA SEPARATA DALLA MAMMA con ovvie conseguenze sull'allattamento e sul rapporto che andava appena stabilendosi fra mamma e figlia.
Le "gentilissime" (si fa per dire) infermiere e puericultrici mi hanno obbligata a tirarmi il latte... non potevo neanche allattarla! Le davano il biberon e non mi permettevano di starle accanto se non pochi minuti al giorno. Tutto ciò è vergognoso!

Dopo aver segnalato che la lampada fototerapica non mi sembrava avesse una luce adeguata, son stata presa a male parole e al successivo controllo il valore dell'ittero della bambina è cresciuto ancora. Mi hanno risposto che effettivamente la lampada aveva un guasto!
Mi hanno privato di condividere con la mia piccola i primi giorni della sua vita. Vorrei sapere se l'OMS condivide questi metodi...