Ospedale San Pietro Roma
Recensioni dei pazienti
Filtra per malattia, intervento, sintomo
Struttura ormai privata?
Prenotare con il SSN è praticamente impossibile.
Al telefono non rispondono, dal sito non accettano la prenotazione. Di persona trovano le scuse più disparate (tipo che devono vedere il codice fiscale originale, la fotocopia non basta) per poi dire che hanno le liste bloccate. Se però vuoi andare privatamente, ti stendono pure il tappeto rosso.
SCANDALOSO.
Non è un ospedale per donne in gravidanza
Ospedale in cui non viene data la precedenza alle donne in gravidanza, ormai è segno di civiltà anche nei supermercati. Molto triste.
7 ore di inutile attesa
Pronto soccorso assolutamente che non consiglio: tempo di attesa dalle ore 11:30 alle 17:00, ora in cui ho dovuto abbandonare per la disperazione. Vi avevo accompagnato mio figlio con seri problemi di pressione arteriosa (120 di minima e 170 di massima).
Ambulatorio di Endoscopia Digestiva
Colonscopia che non consiglio di fare al San Pietro Fatebenefratelli: la sedazione cosciente non esiste, di una dose di Valium me ne hanno iniettato credo un quarto. Troppo doloroso, e per fortuna che sulle note inviate c'era scritto di venire accompagnati se si vuole essere sedati.
Alla mia richiesta di essere sedato per il troppo dolore, mi è stato detto che l'anestesista lo avrei dovuto pagare.
Cosa che non era scritta nelle note informative ricevute dopo la prenotazione privata.
Risultato: esame fatto al 60%, per il resto mi è stato consigliato l'esame virtuale.
Poi non è stato possibile prendere un appuntamento con la richiesta del medico, invece privatamente è stato subito disponibile.
Non soddisfatto del servizio.
Gianfranco Tasselli
Reparto di Ostetricia
Attratta dal buon nome del Fatebenefratelli, scelsi il San Pietro per partorire. Errore non fu mai così grande. Umanità zero. Infermieri zero. I medici neanche ti parlano. Fogli terapia non aggiornati che dovevi ricordare da te di prendere l’antibiotico. Manovra di Kristeller che mi ha provocato un sacco di problemi (e non scritta in cartella). Chi più ne ha più ne metta...
Parcheggio caro, quando dovrebbe essere gratis
Parcheggio carissimo: 6€ le prime 2 ore, poi 2€ ogni ora aggiuntiva.
Stanza confortevole e pulita (rep. Urologia, Osp. S. Pietro di Roma).
I medici a volte non passano per tutto il giorno.
Alcuni infermieri sono accorti, responsabili, gentili; purtroppo però capita l'infermiera "isterica", prepotente, scontrosa, indisponente, che aggiunge problemi alla già sofferta situazione... Eppure, secondo me, per questi lavori dovrebbero fare "voto di comprensione".
PROTESI E IMPIANTI DENTALI
Tanti gli errori, infezione dentale non riconosciuta in tempi brevi, lavoro di protesi mediocre.
Insoddisfatto del servizio odontoiatrico.
DISORGANIZZAZIONE
Ho prenotato privatamente visita pneumologica con Dott. Bisogni alle 16.30.
Alle 17.45 il medico non era ancora arrivato! Mancanza di rispetto e professionalità per chi paga per avere assistenza.
Colonscopia
Ho accompagnato mia sorella per una colonscopia. Non l'hanno sedata nonostante la richiesta, quindi per dolori non sono riusciti ad andare oltre i 30 cm. Le hanno detto che l'avrebbero sedata successivamente, ma sembra abbiano fatto finta... (andavano di corsa forse, dato che erano in ritardo di circa 2 ore?). I 48 euro però sono stati pagati ed ora lei deve fare altre analisi e a completamento voi avete visto solo 30 cm di colon... Grazie per il tempo e l'energia che ci avete fatto perdere!
Difetto di informazione e mancato rispetto
In possesso di una prescrizione medica -trattamento con onde d’urto focali- rilasciata da un Primario Ortopedico, ho contattato telefonicamente l’unità operativa di fisiatria del vostro Ospedale al n.06/33582190. L’interlocutrice mi informa che, pur in possesso di prescrizione terapeutica, devo sottopormi ad ulteriore visita medica necessaria per eseguire il trattamento terapeutico ad onde d’urto.
In data 27/9/2018, dopo circa una settimana dal contatto telefonico, vengo sottoposto a visita dalla Dr.ssa Vanadia Maria Angela, la quale mi dice che per il trattamento in convenzione l’attesa è di 4 mesi, mentre è possibile effettuarle velocemente a pagamento ad un prezzo di € 120,00 a seduta. Accetto di sottopormi alla terapia a pagamento e mi pongo in attesa di una chiamata. In data 2/10/2018 chiamo lo stesso numero sopra indicato ed apprendo che il trattamento, benché a pagamento, viene erogato a distanza di 4 settimane dalla visita.
Non è mia intenzione contestare tale tipo di modalità, tuttavia ritengo doveroso evidenziare che il paziente viene da subito orientato verso la prestazione a pagamento, la quale peraltro benché a titolo oneroso viene resa dopo circa un mese.
Mi chiedo perché non sono stato informato da subito e quindi al primo contatto che non avrei potuto contare in tempi brevi sul trattamento terapeutico. Perché sono stato sottoposto ad una inutile visita medica per una prestazione di fatto non erogabile. Perché questi operatori si appropriano del tempo dei pazienti in un modo cosi vergognoso. Il paziente ha diritto di sapere e di conoscere i tempi delle prestazioni prima di sottoporsi a visite e/o ad estenuanti ed inutili liste di attesa sopratutto in considerazione che tali trattamenti, come asserisce la dottoressa, finalizzano lo scopo di eliminare il dolore e togliere l’infiammazione, però solo dopo 4 mesi o dopo 4 settimane.
In data 2/10/2018 ricevo una chiamata telefonica dalla Dr.ssa Maggiolini del reparto fisiatria la quale, in esito a mie precedenti rimostranze telefoniche relative a quanto sopra esposto, si limita a magnificare le capacità del macchinario a disposizione in dotazione a soli due ospedali della Capitale e a minimizzare sulle circostanze sopra esposte, ovvero al numero di ore lavorative perse per il completo e tempestivo difetto di informazione reso al paziente. La dottoressa ha concluso la telefonata asserendo di cancellare la mia fantomatica prenotazione al richiesto trattamento terapeutico.
Dr. Nirchi Antonino
Non lo risceglierei per andare a partorire
Ho partorito in questo ospedale lo scorso anno e decido solo adesso a mente fredda di lasciare la mia opinione. Che dire... nonostante avessi una ginecologa di riferimento all'interno dell'ospedale e dalla quale sono stata svariate volte a visita nello studio privato, ciò non è servito a farmi vivere il momento del parto come un bel momento. In quel frangente infatti, chissà perché, sembrano tutti dimenticarsi che esisti e vieni trattata come una paziente qualsiasi vista per la prima volta (che comunque merita tutto il rispetto e l'umanità di questo mondo, specie in un momento così delicato per una donna!!!).
Voglio raccontare che le ostetriche sono state tutte, e dico tutte (mi hanno seguita in due durante il parto e alla fine una terza ostetrica che credo le coordinasse) gentili, disponibili, amorevoli ed umane. Invece lo stesso non posso dire per il personale del reparto; ero ricoverata al San Giovanni di Dio come padiglione e posso dire con assoluta onestà che le infermiere del Nido interno al reparto erano di una freddezza, un distacco ed una apatia nei riguardi del loro lavoro e delle pazienti a dir poco spaventosa... Senza contare di preferenze e simpatie per rare pazienti e per i loro bimbi (magari perché conoscenti) a differenza delle altre comuni mortali che erano ricoverate. Una tristezza senza fine per me quei giorni lì dentro, non li dimenticherò mai. Non mi sono sentita per nulla aiutata, neanche quando ho chiesto cortesemente di tenere un attimo mio figlio che piangeva di continuo mentre facevo una doccia, di cui avevo proprio bisogno - mi fu risposto che dovevo tenerlo con me, che loro non potevano. Senza parole. Anche quando mi rivolgevo a loro perché il bimbo non riusciva ad attaccarsi al seno e quindi piangeva, non ho mai ricevuto un aiuto concreto (e poi fanno un vanto del reparto l'educazione all'allattamento al seno... ma se non interessa per primi a loro di farlo mettere in pratica alle degenti...). Solo da alcune ragazze molto giovani (sempre infermiere del nido interno, ma non so se fossero tirocinanti o effettive o con contratti a termine) ho ricevuto qualche sorriso confortante e alcune delucidazioni che mi aiutassero. Le infermiere veterane e più 'quotate' invece sono state di una freddezza e mancanza di sensibilità senza precedenti. Ad oggi dico che non consiglio di venire a partorire in questo ospedale che, a detta di molti, ha una eccellenza di reparti maternità.
Scrivo con molta onestà questo commento, amareggiata di non poter raccontare di una bella esperienza da ricordare per sempre e da poter condividere con qualcuno.. Spero servirà a orientarvi nella scelta dell'ospedale adatto alle vostre esigenze.
Paziente con carcinosi peritoneale
Mi padre è stato ricoverato d'urgenza in data 11.09.2015 tramite pronto soccorso per tumore al colon maligno in fase avanzata, scoperto troppo tardi. E' stato operato dal Prof. Masoni e dal Prof. Hakan (asportazione massa tumorale visibile, colostomia e stents ai reni). In data 17.09.2015 il prof. Masoni, subito dopo l'intervento, ha confermato la diagnosi aggiungendo che il tumore è sfociato in una carcinosi peritoneale ma, sia in quell'occasione che la successiva domenica 20.09.2015, alla mia presenza e quella di altri 4 familiari, ha affermato che mio padre avrebbe potuto e dovuto iniziare la chemioterapia e dopo 3 mesi avremmo fatto di nuovo il punto della situazione. Dunque, pur consapevoli della gravità della situazione, ci era stato fatto capire che potevamo giocare ancora la carta chemio, o comunque che mio padre aveva ancora qualche mese di vita. In data 26.09.2015 mio padre è stato dimesso dal reparto di chirurgia generale - San Raffaele. La notte del 30.09.2015 (4 giorni dalle dimissioni) sono stata costretta a riportare mio padre nello stesso ospedale perché si erano gonfiati improvvisamente ed in modo spaventoso gli arti inferiori. E' stato nuovamente ricoverato, questa volta nel reparto di urologia. Abbiamo chiesto più volte spiegazioni sul perché di questo secondo ricovero, se c'erano stati problemi post operatori oppure se mio padre era ormai terminale (non avevamo remore a chiederlo, potevano parlare chiaro). Per giorni nessuna risposta. Il prof. Hakan sempre sfuggente. E' stato operato una seconda volta in data 03.10.2015 e la spiegazione che ci hanno dato (dopo che abbiamo inseguito Hakan) è che si erano formati grossi coaguli di sangue che avevano occluso gli stents che gli erano stati collocati dallo stesso Hakan nel primo intervento. Mio padre è stato dimesso per la seconda volta dal Responsabile di Urologia, il Dott. Grassetti, venerdì 09.10.2015, nonostante noi fossimo scettici sulle sue condizioni perché non si reggeva nemmeno in piedi. Ebbene, la domenica pomeriggio, per la seconda volta, ho riportato mio padre al pronto soccorso dello stesso ospedale ed è stato ricoverato in altro reparto, il Santa Giovanna Antida. Anche in questo caso i medici sempre sfuggenti alle nostre richieste di spiegazioni e soprattutto della reali condizioni di mio padre e concrete speranze di vita (= quanto gli rimaneva ancora?).
Ebbene, solo in data 15.10.2015 finalmente si sono degnati di dirmi che mio padre già al momento del primo intervento era in fase più o meno terminale e che la chemioterapia era assolutamente impossibile. Mio padre, che era stato illuso da un medico superficiale (che nel frattempo si è "sparito" da noi dopo le cose dette dopo il primo intervento, prima del referto istologico) fino ieri credeva di poter fare ancora la chemioterapia. Oggi è entrato in coma e nessuno ci ha avvisati. L'abbiamo trovato così quando siamo arrivati in ospedale.
Solo una parola: E SARESTE UN OSPEDALE RELIGIOSO? QUALE RISPETTO DEGLI OBBLIGHI DI COMUNICAZIONE VERSO IL MALATO ED I FAMILIARI? ZERO.
Due sere al pronto soccorso e niente posto letto
Siamo arrivati un venerdì sera per un forte dolore toracico lato destro, sudorazione fredda: visita avvenuta entro 20 minuti e, dopo 3 ore, eseguiti esami del sangue. Diagnosi: sicuramente non c'è stato infarto, ma attacco ernia iatale. Torniamo a casa, la sera compare febbre (oltre 38°), nausea eccetera; domenica lo stesso.
Quindi lunedì andiamo dal medico di base, che per scrupolo ordina di fare una ecografia alla cistifellea: calcoli e infezione in corso! Allora ci è stato detto di correre al pronto soccorso. Arriviamo al pronto soccorso del San Pietro, ove ci confermano che si deve fare un intervento chirurgico, ma ancora stiamo in attesa del posto letto.
Mio marito sta facendo ancora un'altra notte al pronto soccorso. Non si trova il posto..... Ma che paese è diventato l'Italia..? Snifff.. mi auguro che domani ci sia il posto.....
Altri contenuti interessanti su QSalute