Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli
Recensioni dei pazienti
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Disorganizzazione
Arrivo con prenotazione fatta online - due giorni prima arriva l'email che mi ricordava l’appuntamento - ma l’appuntamento risulta annullato. Mi dicono che avevano provato a contattarmi, ma che al mio telefono, che è un diretto, non ha risposto nessuno. Il mio telefono fisso non è più attivo da 20 anni...
Avendo fatto la prenotazione online con la richiesta di ricontatto al cellulare, perché mi hanno accusato di non aver lasciato un telefono mobile? Eppure mi hanno chiamato per fissare un appuntamento! Peccato, avete perso parecchi punti.
Partorire in stanza privata
Ho partorito il giorno 8 luglio 2021 e ho preso la stanza privata. Una scelta infelice, stanza anni '80 e sporca, il secondo giorno ho dovuto chiedere più volte di pulirla (perché venivano solo a svuotare i cestini), nonostante il prezzo da albergo di lusso (250 euro a notte). L'assistenza è stata mediocre e non sono stata per nulla supportata e aiutata per l'allattamento. Mia figlia è stata in TIN e nessuno mi ha consigliato di acquistare un tiralatte per poter stimolare la montata lattea. Al corso pre-parto, tenuto dallo stesso Ospedale on line, enfatizzano molto l'importanza dell'allattamento al seno e rassicurano sul supporto del personale ospedaliere... Niente di tutto questo! Esperienza pessima. Semmai dovessi avere la fortuna di avere un secondo bimbo, cambierò ospedale.
Colonscopia
Disorganizzazione totale! Prenoto una colonscopia in sedazione profonda, raccomandandomi col Cup che fosse davvero sedazione profonda, perché ho già eseguito l'esame in passato ed il dolore nel mio caso è intollerabile. Certamente certamente, è in sedazione profonda, mi rassicurano. Purtroppo però scopro che non mi eseguiranno la sedazione profonda, la quale è solo a pagamento. Decido di fare comunque l'esame, perché ne ho bisogno. Vengo istruita dalla signorina che il giorno prima mi ha chiamata per confermare l'appuntamento, ad andare prima in reparto e poi all'accettazione. Ubbidientemente attendo davanti alla porta del reparto, finché con tranquillità esca qualcuno, che la prima cosa che mi chiede è se ho fatto l'accettazione. Spiego tutto... Risultato: mezz'ora di attesa in reparto, altra mezz'ora all'accettazione ed infine mi imbatto nella dottoressa Rossella Sellitri, che mi accoglie scocciatissima, qualsiasi cosa provo a dirle non vuole sentirla, come non vuole vedere la mia vecchia colonscopia. Se la prendeva con me dicendo tutto il tempo che non avevo niente e come si era permesso il mio medico di prescrivermi la colonscopia, tentavo di dare spiegazioni ma non le importavano... Persino quando ho accennato un lamento perché il dolore era fortissimo, mi ha redarguito dicendo che era impossibile che avessi dolore e di smetterla di fare quel verso perché peggioravo le cose. Dopo aver fatto tutte le sue rimostranze contro il mio medico, il quale non era lì, quindi dopo aver sfogato su di me la sua frustrazione per essere stata considerata solo come un tecnico anziché un gastroenterologo, mi ha arrogantemente detto: adesso il referto lo fai vedere al tuo medico e vede lui che deve fare.
Vorrei solo dire che un paziente che si espone ad un esame del genere sapendo già che soffrirà, non ha bisogno di essere trattato così...
Se si lavora a contatto con le persone, bisogna trattarle col rispetto dovuto alle persone, altrimenti bisogna cambiare lavoro ed avere a che fare solo con le macchine.
Inoltre il medico di base non è un deficiente che gioca ai dadi, se ha richiesto allo specialista un'indagine un motivo ce l'avrà, sarebbe meglio partire da questo presupposto e svolgere il proprio lavoro fornendo quell'apporto utile che chi lo ha richiesto si aspettava, piuttosto che presupporre che quella richiesta sia inutile ed ottemperarvi in modo da renderla davvero inutile; perché intanto il paziente sta soffrendo e non è lì a farsi una passeggiata o a perdere tempo. Tenetelo a mente quando ce l'avete davanti!
Otorinolaringoiatria
Dalla prima visita al ricovero, al controllo post operatorio, ho riscontrato una totale disorganizzazione e poca attenzione nei confronti dei pazienti, soprattutto per quelli anziani e più deboli.
Per non parlare del padiglione fatiscente e del reparto, che puzza di urina già dalla mattina presto.
Un vero peccato per una struttura che in passato era considerata polo d’eccellenza a Roma.
Visita dermatologica (prima visita)
Il padiglione di via Castelfidardo 15, dermatologia oncologica per intenderci, ha una logistica a dir poco ottocentesca. Ti fanno ballare da un palazzo all'altro senza battere ciglio. Per non parlare del personale della cassa contanti al -1 di piazza Clotilde. Ti siede e manco ti salutano ne ti guardano in faccia. 12 minuti di chiacchierata tra cassieri, che si raccontano i fatti loro e fatti sindacali, a voce molto alta, in un contesto dove è evidente che non dovrebbe capitare con il pubblico di fronte, spaziano tra commenti sulle origini della propria terra, belli sereni e tu come un cretino aspetti che si degnino di uno sguardo. Finalmente mi dice cosa devo pagare e letteralmente mi lancia il resto senza neanche guardarmi in faccia, acida come pochi. Me ne vado e mentre la sento ancora urlare con i colleghi, mi richiama "ueee la fattura!". Veramente qualcosa di ignobile.
Bravi solo al pronto soccorso!
Purtroppo sono stata mal consigliata decidendo negli anni scorsi si affidare il mio "caso" ai medici dell'ospedale!
A parte le carenze della struttura (so che sono stati tagliati fondi e più volte ho visto scioperi dei dipendenti) mi sono trovata bene solo al pronto soccorso, dove medici e infermieri non si risparmiano!!
Viceversa, essendo poi indirizzata privatamente presso alcuni chirurghi della struttura, ho constatato una inettitudine, un menefreghismo e in particolar modo una maleducazione mai visti in 30 anni di cliniche e ospedali da me visitati!
Non so con che coraggio si possano trattare i malati ..già sofferenti.. In questo modo!
Conclusione: ho perso tempo soldi pazienza e aggravamento della mia salute!!
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