Ospedale San Giovanni Bosco Torino
Recensioni dei pazienti
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Lungodegenza
Lungodegenza presso il reparto di Medicina al sesto piano.
La cura della persona a quanto pare si riferisce solo alla somministrazione di pastiglie; mai visto fare una barba, mai visto tanta scarsa cura e scarsa attenzione al degente.
Urologia e Oncologia
Grande ospedale, sia dal profilo professionale che umano. Complimenti a tutto lo staff.
Neurochirurgia, riabilitazione
Mia nonna è stata ricoverata per emorragia cerebrale, causata da una caduta.
Lo reputo uno dei migliori ospedali in Piemonte, tanta umanità, gentilezza, professionalità, amore verso questo mestiere e verso per i pazienti pazienza e solidarietà.
Complimenti e grazie.
Reparto multidisciplinare - chirurgia vascolare
Mi sono trovata super bene in tutto, dall'operazione alle cure ed attenzioni di tutto il personale. Dai medici a caposala, infermieri, addetti pulizie, tutti si sono dimostrati super professionali e dolcissimi.
Grazie mille per tutto.
Reparto Urologia
Catapultata in questo percorso per riscontro incidentale di neoplasia renale bilaterale sincrona il 17/04/23, sono stata sottoposta ad enucleoresezione/ polectomia renale sinistra "open" eseguita il 17/05/2023 da Dott. Bardari, Dott. Rosso, Dott. Gillo.
Un grazie di cuore a tutti gli operatori del reparto, medici, infermieri ed OSS non solo per la professionalità, ma anche per la loro disponibilità e gentilezza.
Ringraziamento alla Oncologia
Un sentito ringraziamento a tutto il personale, in particolare al Dott. Ivan Facilissimo per la competenza, l'umanità e la professionalità dimostrate.
Operazione d'urgenza in Neurochirurgia
Staff eccellente, professionisti seri e coscienziosi.
Personale tutto competente e preparato.
Esperienza bruttissima
Mio padre è stato in cura per anni presso il reparto di Urologia, in attesa di una operazione mai avvenuta, rimanendo cateterizzato per anni. La volta che si sono decisi di fare gli esami pre-ricovero, durante l'esecuzione delle visite i medici si accorsero a livello polmonare di un "addensamento che risulta di incerta interpretazione".
"In corrispondenza del lobo superiore 2 di destra in posizione paravertebrale si osserva un addensamento non chiaramente identificabile nei precedenti radiogrammi, che persiste anche nella proiezione mirata agli apici, e che risulta di incerta interpretazione; appare opportuno a scopo precauzionale un approfondimento diagnostico mediante TAC”.
Questo lo scrissero i medici del Servizio di Radiologia dell'Ospedale Giovanni Bosco di Torino, a Febbraio 2014, per accertamenti pre-operatori (intervento urologico).
La TAC non fu mai eseguita, semplicemente non venne comunicato nulla al paziente, il quale morì ad Agosto 2015 per carcinoma polmonare. Lo sapemmo allora. Diciannove mesi durante i quali il paziente non ha potuto approfondire, e certamente non si è curato, poichè non ne sapeva nulla di tutto ciò. Alla faccia della "prevenzione". Tutto ciò è risultato normale per l'Ospedale Giovanni Bosco poichè, in pratica, il paziente alla data del rilevamento era già incurabile. Il pazienta dalla data del rilevamento a quasi 1 anno dopo (UN ANNO) era uno sportivo senza alcun tipo di problema. Tutto qui. Questo il mio commento. Nè noi parenti, nè il paziente ne sapemmo nulla, se non un anno dopo, quando il quadro era già ormai devastato da metastasi. Questa la mia personale opinione, ne evito ogni altra.
Staff eccellente
Ho accompagnato mio zio 84enne, ad effettuare una serie di esami radiologici e visita di controllo dopo il ricovero avvenuto presso la stessa struttura una decina di giorni prima. Vorrei segnalare per la disponibilità e pazienza Riccardo del pronto soccorso e le guardie all'ingresso al box informazioni; aggiungo che in ospedale all'accettazione c'è un angelo di nome MARIKA, che si è spesa personalmente oltre ogni aspettativa. Ci vorrebbero mille MARIKA, fa parte delle persone che fanno la differenza nell'ambito in cui operano. Grazie Marika.
Prenotazioni che in parte servono a poco
Ho prenotato una visita dall'otorinolaringoiatra alle ore 8.30. Il giorno prefissato arrivo in ospedale e alle 9.20 ero ancora in attesa perché si va in base alle priorità.
Posso capire i pazienti che arrivano dal pronto soccorso, ma il resto è inaccettabile.
Elogio
Un elogio alla competenza e gentilezza della dott.ssa Belvedere Domenica.
Reparto di urologia eccellente
Un sentito grazie alla dott.ssa Efrem Graziano, al dottor Del Fabro e a tutto lo staff.
Tutto il personale cordiale e gentile.
Urologia: riduzione con trattamento laser IPB
Staff medico d'eccellenza.
Nel nucleo infermieristico ho trovato invece alcuni elementi totalmente incompetenti e superficiali.
Totale essenza di ascolto e cura del paziente.
La mia esperienza personale è stata deludente.
Medicina 6° piano
Mia mamma viene ricoverata per scompenso cardiaco. Rimane nel reparto di Medicina al sesto piano per 13 giorni. Premetto che a casa camminava e me la sono ritrovata allettata, con prescritto ossigeno ma le cannule nasali attaccate al muro...
Personale molto assente. Mi vergogno di avere colleghi di questo genere e, essendo anch'io un sanitario, vedevo cose a cui un normale parente magari poteva non fare caso. Dovete solo ringraziare che i parenti di queste persone non abbiano libero accesso al reparto. Dovreste pensare che in ogni singolo letto al posto di quelle persone potrebbe esserci un vostro famigliare o perché no, addirittura anche voi. Provate a stare nella vostra pipì tutta la notte, oppure provate a stare nel letto per giorni interi perché il personale non ha voglia di alzarvi. Provate e forse vi renderete conto.
Pessima esperienza.
Urologia
Maggio 2020,
Diagnosi: adenocarcinoma della Prostata.
Intervento: prostatectomia radicale LPS + Linfadenectomia iliaco-otturatoria bilaterale.
La mia degenza avrebbe potuto concludersi in tre giorni, ma per una complicanza del mio organismo si è portata a cinque.
Considerazioni: per brevità, mi associo a tutte le lodi riportate nei commenti di valutazione di altri ex degenti verso il Dott. Emanuele Castelli (umanità e competenza) e lo staff dei suoi assistenti medico infermieristici.
Sono stato assistito nel migliore dei modi e potrei terminare qui il mio commento, ma mi corre l’obbligo di esprimere una forte critica sull’alimentazione in questo ospedale: letteralmente schifosa; per trovare un indice qualitativamente così basso dovrei scavare nella fossa delle Marianne.
Potrei esprimermi diversamente solo mentendo a me stesso e non trasmetterei il messaggio corretto.
Non ho trovato in nessun regolamento, norma o prescrizione che il cibo in degenza ospedaliera debba fare schifo per essere salutare. In cinque giorni non ho toccato cibo, per cui suggerisco a chi ritiene di volersi servire delle pregevoli competenze e qualità tecniche di questa struttura di portarsi da casa (o farsi portare se il COVID-19 lo permette) il necessario per alimentarsi, es. succhi di frutta, spremute e qualche altro alimento che non interferisca con la terapia, eventualmente suggerito da un nutrizionista.
Mi congedo con un saluto al personale, nella speranza che il messaggio possa contribuire al miglioramento della mensa comune.
Pronto soccorso
Pessimo pronto soccorso. Non hanno nel mio caso compreso la gravità della situazione in cui versavo. Sono entrata con un grave attacco allergico, con difficoltà respiratorie, lingua gonfia e piena di macchie sul torace. Mi è stato dato il codice bianco. Ho atteso otto ore prima di essere visitata con dolori atroci all’addome, e mi è stato richiesto anche il pagamento del ticket.
Ancora una volta grazie!
Ringrazio il Dott. Saroglia e tutti i suoi collaboratori.
Ringrazio le premure al pronto soccorso del Dott. Messina e successivamente del dott. Guglielminotti e del dott. Banchero.
L’anno scorso ho subìto un intervento importante e anche in quell’occasione non ho potuto che ammirare il lavoro impegnativo e generoso nell’ospedale.
Come allora voglio citare una frase una frase del libro “La linea verticale” di Mattia Torre: “Voglio pagare le tasse con gioia, perché un ospedale pubblico mi ha salvato la vita senza chiedermi nulla in cambio”.
L’ospedale non è un Hotel. Si entra e ci si affida a chi sa quello di cui noi abbiamo bisogno e lo dobbiamo fare con il massimo del rispetto per tutti nessuno escluso.
Reparto Neurochirurgia con competenze avanzate
La competenza di questo ospedale in materia di neurochirurgia è ottima.
La mia storia in breve: il 12 febbraio scorso accuso un dolore fortissimo alla testa, improvviso blocco cervicale, vomito a getto e vertigini. Mi reco presso il PS del San Luigi Gonzaga di Orbassano il giorno 12/2 alle 19.00 e vengo dimessa all’una di notte con diagnosi di cefalea cervicale. Il giorno 13 mi reco nuovamente presso il San Luigi e dopo altre 7 ore di attesa con codice bianco mi dimettono nuovamente con la stessa diagnosi, consigliando trattamento dall’osteopata... Per due giorni rimango a letto continuando a vomitare, il giorno 15 mi decido ad andare al PS del Gradenigo dove, in seguito ad una TAC, riscontrano un aneurisma nel lobo frontale destro. Mi trasferiscono al PS del San Giovanni Bosco, dove trascorro sotto terapia la notte. Il giorno 16 mi operano d’urgenza con intervento di clippaggio aprendo il cranio. Una notte in rianimazione ed il giorno 17 inizia la mia avventura di tre settimane nel reparto di Neurochirurgia. Equipe composta da personale altamente qualificato. Il dott. Griva che mi ha operata è stato formidabile, non potevo capitare in mani migliori.
Ottimo personale
Complimenti, ho trovato ottimo personale, alta serietà, professionalità, gentilezza, nonchè infermieri disponibili e pazienti, molta umanità e tanta voglia di far bene.
Neurochirurgia
La mia storia inizia il 29/11/14. Mentre sono in casa mi sento un forte dolore che parte dalla nuca e si irradia salendo verso la fronte.
Un dolore fortissimo da sensazione di esplosione (così mi sentivo la testa) ed incomincio a vomitare esattamente come nel film "l'esorcista".
Chiamo la guardia medica che si precipita subito a casa e dopo avermi effettuato un test neurologico mi consiglia di recarmi al più vicino pronto soccorso. Nel mio caso mi recai al San Luigi Gonzaga di Orbassano a Torino. Arrivo alle 16.00 circa accompagnata dal foglio della guardia medica, mi assegnano il codice bianco e fino alle 23.00 circa non mi vede nessuno, dopodichè arrivato il mio turno e dopo una visita molto approssimativa, mi somministrano del toradol in flebo e intorno alle 1.00 mi dimettono con diagnosi: cervicalgia acuta.
Non chiudo occhio tutta la notte ed il giorno dopo mio marito chiama il 118, che mi riporta al San Luigi idem come il giorno prima.
02/12/14 pronto soccorso San Giovanni Bosco: il dottore di turno, non appena sentito il mio racconto, mi manda a fare una risonanza con contrasto e rileva un angioma cerebrale congenito di 7 cm. che si sta rompendo, rilasciando sangue a tratti. Ricovero immediato, accertamenti immediati, craniotomia con asportazione dell'angioma.
Ricovero totale dal 02/12/14 al 28/12/14. Reparto eccellente tra medici, infermieri ed assistenziali. Umanità ed umiltà da premio oscar. Io sono stata molto bene ed ogni qualvolta devo recarmi per controlli ci vado volentieri ed a distanza di tempo quando mi vedono mi salutano e mi abbracciano sempre.
Opinione UROLOGIA
Ricovero nel periodo 07/13 aprile 2015, stanza 2, letto 4.
Struttura ospedaliera esemplare: medici capaci e disponibili, personale infermieristico altrettanto, assistenza ineccepibile; si sfiora la perfezione.
Grazie a tutti!!
Pessima esperienza
Mio papà ha avuto la disavventura di affidarsi all'ospedale Giovanni Bosco per una frattura all'omero ed in attesa (eterna e mai terminata) di operazione alla prostata. Dopo oltre 6 mesi persi dietro a cure assolutamente inadatte poiché (forse) idonee per una osteoporosi e dolori mostruosi, deciso di portarlo di corsa al pronto soccorso del CTO. Risultato? Mio padre soffriva di tumore, ovviamente non diagnosticato, ed ora stiamo sperando di salvarlo. Ometto altri giudizi. Questa è la mia esperienza.
Federico
frattura omero.
Pronto soccorso Ospedale San Giovanni Bosco Torino
Vorrei far sapere a tutti il mio giudizio PESSIMO sul servizio prestato in data 04/11/2014 dal pronto soccorso dell'Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Mi reco in ospedale per dolore nella parte addominale bassa, ora di ingresso in pronto: 10:16, ora di visita: 13:11 (visitata da una Dott.ssa che presuppone si tratti di appendicite e per questo mi somministra in flebo del perfalgan, senza ottenere risultati, e mi fa fare esami del sangue); passano le ore e nessuno sa chi sia la nuova dottoressa che mi segue, essendo cambiato il turno e quindi nessuno sa niente degli esiti dei miei esami. Dopo una mia sfuriata, un dottore si impietosisce e mi accompagna da una terza dottoressa, che si presuppone sia colei che ha dato il cambio alla dott.ssa di tre ore prima. Gli esami del sangue risultano nella norma e io continuo a sentire dolore, mi prescrive un'ecografia e per riempire la vescica mi inietta della fisiologica con flebo nel più breve tempo possibile (il che, essendo digiuna dal mattino e soffrendo di reflusso gastrico, mi provoca nausea e vomito). Dopo l'eco continuo a vomitare senza che nessuno se ne interessi nonostante i numerosi solleciti, passano altre due ore e il risultato è: sottile falda liquida retrouterina. La dottoressa mi dimette alle 19:25 e mi manda al Maria Vittoria per possibili problemi ginecologici. Ben 9 ore dopo il mio ingresso in ospedale esco in condizioni peggiori dell'arrivo: continuo vomito e diagnosi incerta. Arrivata nel secondo ospedale mi confermano che a livello ginecologico non si riscontra alcun problema.
Il mio dolore persiste e nessuno ha saputo darmi una risposta dopo 11 ore di ospedale!
Reparto Urologia
In un momento dove i media fanno notizia soltanto con alcune trascuratezze e pecche nella Sanità Italiana, è molto confortante rendersi conto che esistono anche delle realtà come il Reparto di Urologia diretto dal Professor Giovanni Muto all'Ospedale San Giovanni Bosco di Torino.
Oncologia
Mio padre soffre da anni di cancro alla prostata.
Abbiamo avuto modo di avere consulti e pareri in vari ospedali oncologici di tutta Italia. Eppure questo e' il reparto oncologico che non scorderemo mai per la noncuranza verso i pazienti E per la poca considerazione del
dolore degli stessi pazienti (e poi medici che "si credono Dio"). Vorrei ricordare ai medici oncologici che hanno scelto questo mestiere per aiutare la povera gente malata - non per ignorarla.
La crisi che colpisce
Mio padre è ricoverato per aneurisma al pancreas al 4° piano, chirurgia d'urgenza Dott. Leli.
Non so davvero da dove iniziare. Forse complici i tanti tagli alla sanità degli ultimi tempi, in quel piano vige un clima tutt'altro che rilassato. Dall'infermiera che, lamentandosi con una collega del fatto che mio padre non avesse tenuto premuto abbastanza il tampone sul braccio dopo un prelievo e stesse sporcando il pavimento di sangue, diceva "Questo sanguina come un porco", alla mancanza d'acqua per i pazienti in corsia, o alla mancanza di garze o di farmaci. Mio padre ha le braccia completamente ricoperte di ematomi a causa dei molti e probabilmente inesperti tentativi di trovare la vena (molti sono studenti)... La crema per aiutarne il riassorbimento l'abbiamo comprata noi. Ma questo potrebbe essere ancora il meno. Purtroppo la diagnosi per mio padre è davvero molto nefasta. Pochi mesi di vita dicono. I medici di turno te lo comunicano con estrema freddezza. Quasi nessuna notizia su come affrontare questa catastrofe. Nei momenti di colloquio i medici erano sempre frettolosi e superficiali. Non hanno proposto un accompagnamento con uno psicologo, niente, nessun supporto. Avevano preventivato un intervento forti del fatto che sia dalla tac che dall'ecografia non fossero presenti metastasi. Invece c'erano, e molte. Hanno aperto e richiuso. Molto strano che da 2 esami approfonditi così non risultasse nulla, neanche un sospetto di metastasi. Stiamo approfondendo il discorso con un altra struttura... Comunque per farla breve, se dovete fare un intervento importante, vi sconsiglio questo ospedale! Noi volevamo farlo spostare alle Molinette, ma ci han detto che era impossibile, anche per un eventuale cura chemioterapica (informazione scorretta, visto che è sufficiente una impegnativa del medico di base per visita oncologica, prenotabile ovunque).
DIFFERENZA TRA I REPARTI
PER LA MIA MALATTIA HO DOVUTO SOSTARE NEL REPARTO DEL DOTT. LELI E POSSO DIRE DI ESSERMI TROVATO MOLTO BENE, SIA PER COMPETENZA CHE PER ASSISTENZA. NON POSSO INVECE DIRE ALTRETTANTO DEL REPARTO DI ONCOLOGIA, CHE MI HA ALQUANTO DELUSO SIA PER I MEDICI, CHE SONO FREDDI E DISTACCATI, SIA PER IL REPARTO IN SE', CHE CONSTA DI 3 STANZETTE MISERE E CON POCA ASSISTENZA INFERMIERISTICA.
Oncologia
Per chi ormai non ha piu' speranze, neppure i dottori si impegnano anche solo in un aiuto morale. Se mi venisse un cancro, spero di non essere trattata come lo e' stato mio marito, per poi morire con i medici che ti dicono che il loro lavoro è finito.. E spero di non entrare neppure per un dito fratturato in questo ospedale.
Pronto soccorso
Ho portato mia suocera al pronto soccorso del San Giovanni Bosco per una frattura al femore. Prima di essere operata ed essere spostata in reparto ortopedia, ci è rimasta per 48 ore. La sensazione entrando è di entrare in un girone dantesco, è veramente penoso verificare direttamente quanto sia peggiorato il servizio pubblico. Massima promiscuità, impossibilità di tenere vicino persino una bottiglietta d'acqua, infermieri e medici insofferenti che sfrecciano facendo finta di non sentire le richieste di pazienti e parenti. Certo, perchè nonostante la professionalità e la buona volontà, spesso queste persone sono vittime della malasanità come i pazienti che dovrebbero assistere: i motivi li sanno anche i bambini, sono i tagli, economici e del personale, nonchè la chiusura di molti ospedali. Leggendo i commenti precedenti, alcuni dei quali richiederebbero una denuncia penale, viene la pelle d'oca. Ma leggono queste opinioni i dirigenti ASL e i politici che decidono della nostra salute?
SALA ASPETTO TAC
HO PRENOTATO UNA TAC AL SAN GIOVANNI BOSCO E, DOPO ESSERMI ACCOMODATA IN SALA D'ASPETTO CON IL MIO NUMERO, HO INIZIATO A GUARDARMI INTORNO ED ARRIVAVANO PERSONE IN LETTIGA O IN CARROZZINA PORTATE DA INFERMIERE (CREDO), LE QUALI LASCIAVANO Lì I PAZIENTI CHE ARRIVAVANO DA REPARTI INTERNI - CHE QUINDI ERANO RICOVERATI - E STAVANO Lì ORE E ORE.. MOLTI SI LAMENTAVANO PERCHE' NESSUNO GLI DAVA ALMENO UN PO' DI ACQUA - ALTRI CHE DOVEVANO ANDARE IN BAGNO - ALTRI CHE SULLA CARROZZINA SI SENTIVANO SVENIRE, MA COMUNQUE NON ARRIVAVA MAI NESSUNO A RECUPERARLI. HO VISTO UNA SIGNORA CHE NELLA CARROZZINA INIZIAVA A VOMITARE E NESSUNO FACEVA NIENTE; ALTRI NELLA LETTIGA CHE SI LAMENTAVANO CONTINUAMENTE E I MEDICI E GLI INFERMIERI PASSAVANO OLTRE. COMPLIMENTI A TUTTI QUELLI CHE LAVORANO PER AIUTARE LE PERSONE MALATE.
Day Hospital oncologico
Esperienza molto negativa presso il Day Hospital oncologico, dove sei solo un numero..
Invece di chiudere l'ospedale VALDESE, dove tutti erano educati, gentili e ti sembrava quasi di non essere in un ospedale, dovevano chiudere il reparto di Oncologia del Giovanni Bosco, dove manca persino il posto per sedersi per un malato.
Pronto Soccorso pessimo
Da non mettere più piede in quel pronto soccorso. Un signore vomitava con fortissimi tremori, una signora urlava e piangeva per dolori lancinanti, mio padre con problemi respiratori, tutti lì con triage verde, per ore. Trattati come numeri e non come esseri umani.
CHIRURGIA DI URGENZA DOTT. LELI RENZO
Quando ho appreso che a mio padre (79 anni) avevano diagnosticato un tumore allo stomaco, ho avuto qualche perplessità sul fatto che lo avrebbero operato all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Perplessità che è aumentata quando ho letto le recensioni negative lasciate su internet dai pazienti che erano stati trattati in alcuni reparti del San Giovanni Bosco.
Dopo aver parlato con il Dott. Renzo Leli, primario del reparto di Chirurgia d'urgenza dove mio padre è stato ricoverato, per fortuna ogni dubbio sulla professionalità e la competenza sono svaniti. Il Dott. Leli ha dimostrato, fin dal primo colloquio, di essere un ottimo medico in possesso, oltre che della necessaria competenza e professionalità, anche di una dote non comune: tratta i pazienti e si rapporta ai loro parenti con umanità, aspetto fondamentale per malattie come quella di mio padre. Anche tutto il personale del reparto si è sempre dimostrato gentile, preparato e disponibile. Posso per fortuna testimoniare che il Dott. Leli e il personale del reparto seguono i pazienti con particolare attenzione e cura, a tutti loro va il mio ringraziamento per ciò che quotidianamente fanno per le persone che vengono colpite da tumori o altre gravi malattie.
Un grazie a tutti loro.
Chirurgia Generale B e di urgenza
Mio padre di 97 anni è stato operato di ernia inguinoscrotale, di grande dimensione, dal Dott. Leli Renzo. Volevo ringraziarlo, è un medico di grande professionalità e competenza, non è un chirurgo è un artista del bisturi, inoltre ha una disponibilità e una gentilezza veramente unica sia verso il paziente che i famigliari.
Ringrazio inoltre tutto lo staff del reparto di chirurgia d'urgenza per la loro professionalità, disponibilità e pazienza verso una persona anziana come mio padre.
Visita oncologica
Sono andato per una visita oncologica presso questo ospedale. Dopo più di un'ora (in mezzo a una moltitudine di altre persone) mi ha ricevuto un'oncologa che non sapeva bene in che ufficio dovessimo andare in quanto su 3, 2 erano occupati. Finalmente ci sediamo e dopo le presentazione alquanto fredde e distaccate da parte della dottoressa, mostro i miei esami e subito, senza mezze parole, mi dice che ho un tumore alla testa, che però al 99% non è il tumore primario e che sicuramente arriva dal polmone. Io in quel momento mi sento svenire - ma nessuno mi chiede se voglio un po' d'acqua - una notizia così penso che andrebbe data sotto un'altra forma; detto questo, mi propina tutto l'iter (che sapeva a memoria) da farsi senza nemmeno rendersi conto che io non la stavo ad ascoltare perchè mi aveva già dato una sentenza di morte, così a bruciapelo. Me ne sono andato e sono andato al Mauriziano, dove una dottoressa con un fare molto gentile mi ha praticamente detto le stesse cose, ma mi ha anche prospettato una possibilità di vita, fatta sì di controlli, visite, ecc., però mi ha messo così a mio agio che ho sentito che forse potevo stare con la mia famiglia ancora per un bel po' di tempo. Non aveva nessuna fretta di spedirmi e rispondeva a ogni mia domanda con serenità e gentilezza, dicendomi che oggi ci sono varie terapie da seguire e che ne avremmo iniziata una per volta.
Ebbene, sono uscito dal Mauriziano con una speranza di vivere, mentre al San Giovanni Bosco avevo già in mente il mio funerale.
medici.
DIMENTICARE UN PAZIENTE SOTTO LA TAC
Ho dovuto recarmi all'ospedale San Giovanni Bosco per sottopormi ad una tac. Dopo un'attesa di due ore finalmente arriva il mio turno, mi fanno stendere e alla fine della Tac mi lasciano lì seminuda, spengono le luci e se ne vanno (probabilmente a prendere il caffè visto che erano le 11.00 di mattino). Per me era la prima Tac e pensavo che quella fosse la routine. Aspetto circa 3 quarti d'ora, poi arriva un'infermiera che probabilmente aveva dimenticato qualcosa, accende la luce e mi chiede cosa ci facessi sul lettino. Io allora chiedo a lei perchè nessuno mi avesse detto che potevo andarmene. Quasi sorridendo mi chiede scusa e mi dice che qualcuno si era dimenticato di me - mi dice che posso andare. Questo è quanto. Certo che un comportamento così è ineguagliabile - se si dimenticano i pazienti sotto le Tac figuriamoci il resto. Non metterò mai più piede in questo ospedale.
Ricovero per sospette metastasi polmonari
Sono stato ricoverato nel reparto del Dott. Fontana e devo dire che i medici sono stati tutti molto gentili, competenti e molto umani.
Non altrettanto posso dire per le infermiere, soprattutto quelle extracomunitarie, che durante la notte hanno trattato mia moglie molto male e quando venivano chiamate non arrivavano mai, lasciavano suonare il campanello decine di volte anche se non si trovavano presso qualche paziente. Inoltre, quando alla fine arrivavano, erano scocciate, presuntuose e scostanti con noi Italiani - mentre nella stanza accanto un paziente cinese aveva tutta la famiglia che dormiva distesa a terra e a loro non dicevano niente.
Inoltre il reparto consta di stanzette a 2 posti microscopiche.
Personalmente non consiglio la struttura
Accettata in pronto soccorso
Equipe straordinaria: il Dottore al Pronto Soccorso che mi ha assistita il pomeriggio del 23/12/12, ove sono giunta a mezzo di ambulanza del 118, è stato fantastico e le sue assistenti sono state disponibilissime e molto umane. Che dire..: un caso di ottima sanità. Saluti e buon Natale.
Oncologia
Praticamente il reparto oncologico è inesistente, vi sono solo 4 o 5 oncologi su una moltitudine di persone che diventano ogni giorno di più - credo che sia difficile anche per gli oncologi avere molti pazienti e quindi seguirli al meglio tutti. Percio' trovo che i pazienti non siano affatto seguiti al meglio perchè il reparto oncologia e' aperto solo al mattino e, se al pomeriggio stai male e sei un malato oncologico, aspetti il giorno dopo - al mattino telefoni e forse al pomeriggio tardi ti richiamano. Dico forse perche' il piu' delle volte non è così perchè o si dimenticano, o hanno altro da fare, e intanto tu sei a casa con dei dolori pazzeschi e allora prendi dal cassetto delle medicine tutto quello che possa farti passare il dolore; così poi ti buchi lo stomaco - come è successo a me - e poi allora iniziano le trasfusioni e stai malissimo.
Non consiglio quindi questo ospedale, andate in un altro dove l'oncologo è presente.
Triage pronto soccorso
Mi presento al pronto soccorso del San Giovanni Bosco dicendo che avevo tanto mal di testa e che ero svenuta nella notte cadendo e forse battendo la testa (considerando che 10 giorni prima mi avevano tolto un tumore alla testa); prendono nota e mi danno il colore bianco e mi lasciano su una sedia per 4/5 ore finchè decido di andarmene prima di svenire e di andare in un altro ospedale ove,
spiegando la situazione, mi fanno passare quasi subito e mi dicono che probabilmente nella sala operatoria dove ho avuto l'intervento
mi sono beccata un batterio. Ecco, questa e' la mia esperienza al triage del San Giovanni Bosco, ospedale nel quale non metterò mai più piede.
Malati oncologici andate altrove
Se avete parenti o amici con malattie oncologiche non andate in questo ospedale. Nella mia esperienza il malato si sente ancora piu' grave di quanto sia.. perche' gli oncologi ti trattano come un numero non come una persona che sta morendo.
Reparto Urologia prof. Muto
Ho subìto 3 interventi in 6 mesi per neoplasia vescicale ed alla fine il prof. MUTO GIOVANNI, insieme alla sua equipe e al dottore Castelli, il 19/07/2012 ha dovuto optare per una cistectomia radicale per sostituire una tourin pouch. Ora sto ancora cercando di recuperare questo nuovo metodo di svuotamento, e spero al più presto
Un grande grazie di cuore al professore Muto e a tutti i medici, un grazie particolare al dott. Castelli e al mio "dottore di reparto" Claudio Giona.
Un ringraziamento a tutto lo staff medico e infermieristico
Con stima, MOTTA SILVIA
Pronto soccorso
A mio marito malato oncologico, telefono all'oncologo che lo aveva in cura e mi dice di aumentare la morfina; io faccio quello che mi dice e dopo qualche ora mio marito da' di matto - non sa piu' cosa sta facendo, sbatte le cose che gli capitano a tiro. Preoccupatissima e visto che il reparto oncologico al pomeriggio non esiste, porto mio marito al pronto soccorso e spiego la cosa.
Dopo un'attesa interminabile nella quale non sapevo cosa fare per tenere fermo e calmo mio marito, finalmente passiamo e hanno voluto stenderlo su una barella, ma lui non voleva starci e io a spiegare che era colpa della morfina (perche' era gia' accaduto ma non a questo livello); vedevo le infermiere che lo trattavano male senza rendersi conto che quello non era mio marito, ma il risultato della morfina. Io chiedevo di avere pazienza, ma loro invece mi obbligano ad uscire e mio marito disperato inizia a telefonarmi e a chiamarmi - io non posso entrare e alla fine vengo a sapere che gli tolgono persino il telefono perche' disturbava. Lo lasciano seminudo sulla barella - Forse avranno ragione a comportarsi cosi' sia medici che infermieri ma io che sono dall'altra parte e sopratutto mio marito che si e' poi sentito abbandonato - trovo assolutamente disumano un comportamento simile.
Non consiglierei a nessuno di entrare in quel pronto soccorso per essere trattati male, anziche' come malati gravi. Sia medici che infermieri dovrebbero fare il lavoro che hanno scelto per aiutare la gente non per trattarla male. E' vergognoso.
Oncologia
persone con patologie quali le neoplasie ammassate in al massimo 10 o 12 sedie e che aspettano ore ed ore diligentemente il loro turno con la speranza di una buona notizia (che non arriva quasi mai).
persone oncologiche che aspettano un ascensore che deve portarli al settimo piano e lasciano passare prima le barelle - poi i portantini di biancheria ecc..
E' vergognoso, sembra quasi che il malato oncologico venga trattato a priori come un caso chiuso.
Ho avuto modo di vedere altri ospedali in altre regioni e ho constatato come un medico puo' essere dalla parte del proprio paziente, incoraggiarlo - dargli speranza -
Al San Giovanni Bosco ho sentito personalmente la frase "12 mesi di vita con quello che ha sono un ottimo risultato- ora non si puo' piu' fare niente.."
Delusa
Non dò la colpa a chi lavora nella struttura quanto alla mancanza di personale.
per avere un po' di ghiaccio ho dovuto attendere 20 minuti mentre mia madre continuava a sanguinare da naso e bocca.
l'hanno rimandata a casa nel pomeriggio e a poche ore di distanza l'emorraggia è tornata;
quindi siamo tornate al pronto soccorso per attendere altre 2 ore abbondanti, un altro tampone e via di nuovo a casa.
Nella notte di nuovo un attacco di emorragia, i soliti 30 minuti per l'ambulanza, le solite 2 ore e mezza per la visita, ci rimandano a casa e durante la mattinata del giorno successivo un altro attacco.
ma dico io, tenersela in pronto soccorso la notte era troppo complicato?
comunque altra ambulanza, altra attesa, altra visita ed io stufa ho chiamato i carabinieri.
con il loro intervento sono riuscita a far "ricoverare" mia madre per i due giorni successivi durante i quali ha continuato ad avere emorragie.
nessuna tac, nessun misuramento di pressione, nessun esame del sangue... NULLA!!!
il ricoverato tra virgolette è voluto: è stata 2 giorni e due notti su una barella appoggiata ad uno spigolo del corridoio del pronto soccorso; non le hanno dato da mangiare nè alcuna flebo.
Conclusione finale, se dovesse riaccadere qualcosa sicuramente dovrò pagare 60 euro di ambulanza per portarla al mauriziano!!!
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